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Yamaha HyperTénéré by Ristori

La special di uno studente di architettura su base XTZ750 che l’ha realizzata… “SognandOriente”

Moto - News: Yamaha HyperTénéré by Ristori

Solitamente le special che vi proponiamo vedono come "base" delle custom, delle naked e raramente qualche sportiva. Questa volta tocca invece ad una blasonata moto da granturismo on-off che ha fatto la storia del motociclismo: la Yamaha SuperTénéré XTZ 750. Immessa sul mercato nel 1989, ha conquistato il cuore di migliaia di Globetrotter e a quanto pare, continua a "colpire" con le sue frecce il cuore degli appassionati. L’autore di questa special, denominata HyperTénéré è Francesco Ristori, studente in architettura nato nel 1987 a Firenze che così ci racconta: "La mia esperienza di motociclista comincia sulle due ruote tassellate con un cross ed una enduro 2 tempi, mentre nel 2009 ho avviato la mia "carriera" di mototurista su di una Vespa PX del ’79, con la quale ho solcato le strade di Corsica e Grecia. Eccitato dalle due ruote alte, nel 2011 mi sono innamorato di una SuperTénéré XTZ 750 del 1990, con la quale ho poi attraversato il Nord e l'Est europeo. Subito dopo la ‘vecchietta’ necessitava di una aggiustata, ma non mi sono accontento di un semplice tagliando’".

FIRENZE-NORDKAPP IN SOLITARIA
Una storia come tante quella di Francesco, che decide di andare a Nordkapp, ma in solitaria. "Sfioro il bottone rosso, i due cilindri borbottano e l’adrenalina mi pervade.
Sono solo, io e la moto, l’asfalto sibila a pochi centimetri dai miei piedi mentre mi allontano, osservo il paesaggio che si materializza attorno a me mutare curva dopo curva. Mi dirigo verso nord; Austria, Germania, Danimarca, un giro nella Capitale e poi di nuovo in marcia, oltre l’Oresund, dove vento pungente e pioggia mi accolgono in Svezia. Dormo un po’ dove capita; qui ci sono dei laghi incantevoli dove riposare ed in città faccio ricorso al Couchsurfing. La frontiera norvegese mi riserva l’amara sorpresa del caro-vita, triplicando le spese in un battibaleno, ma vengo ampiamente ripagato dalla potenza della natura, ricordandomi il rapporto di subalternità che mi lega ad essa.
Strabilianti paesaggi mi conducono a Nordkapp; una lacrima, il tempo di un ultimo sguardo dal promontorio e sono già nella silenziosissima e paciosa Finlandia. Rientro in Continente; i tre paesi balcanici e la Polonia portano ancora i profondi segni della dittatura russa; la tristezza mi affanna, mentre avverto nelle persone animi semplici e sinceri. Repubblica Slovacca, Ungheria, Slovenia e, dopo quarantadue giorni ed un bel po’ di chilometri che lasciano alle spalle amicizie, culture e tante emozioni, l’Italia. Eccomi qua. Di nuovo, io, e la moto"
. A questo punto Francesco si trova davanti ad un bivio.

HYPER TÈNÉRÉ

E’ ancora Francesco che ci racconta: "12.000 chilometri lasciano i loro segni sulla meccanica di questa moto che pur si è comportata egregiamente. Il problema più evidente è l’albero di trasmissione, ‘tornito’ dal dado del pignone. Oltretutto sono alla soglia dei 100.000 ed i carter sudano olio; revisionare il motore ad una moto da 1.000 euro è un’operazione che non vale la pena. Valuto la sostituzione del mezzo, ma l’affezione me lo impedisce. Ho così deciso che questa moto sarebbe diventata una special, la mia special da viaggio!". Il nostro protagonista ha le idee chiare: rimanere legato alla sua cavalcatura, rivisitarla profondamente e creare un qualcosa che forse tante Case (Yamaha in primis) dovrebbero imitare: una enduro stradale di media cilindrata adatta a fare tutto! Dopo qualche giorno, una new entry nel garage, una Yamaha TDM 850 del 2000 con 46.000 Km all’attivo. "Perché? La struttura della termica è praticamente identica a quella del 750, con pochi interventi sarei riuscito a montarlo nella culla del SuperTénéré. Erogazione più corposa ai bassi e medi regimi grazie a 100 cc in più ed imbiellaggio a 270° (o, se preferite, a 90°, in pratica la fasatura di un bicilindrico ad L, vedi Ducati) e minore consumo di carburante. Il problema al motore era risolto, dunque". O quasi...

IL PROTOTIPO

Francesco è dunque passato allo studio del prototipo che interessa modifiche estetiche, mentre un’accurata analisi meccanica ha indicato accorgimenti funzionali. "Un problema noto dell’XTZ 750 è la rottura del telaio all’altezza della ‘Y’ che dal basamento risale verso il trave centrale con un utilizzo gravoso del mezzo, perciò il primo intervento è consistito nell’incamiciatura parziale di una sezione di questo; dopodiché ho realizzato un telaietto posteriore ex novo che ha sostituito il maniglione in alluminio pressofuso originale. ‘Del TDM non si butta via nulla’, ho pensato, e così ho iniziato a cannibalizzarla: i carburatori Mikuni BDST38 in primis, evoluzione di quelli del 7 e mezzo, garantiscono minori consumi ed hanno qualità costruttiva superiore; il radiatore più compatto permette di valorizzare la snellezza della special; il gruppo fari le conferisce un look più moderno ed aggressivo; l’impianto elettrico, trapiantato completamente, mi evita di dover interfacciare il vecchio; la pompa freno anteriore Nissin da 16 mm consente una frenata più pronta e minore sforzo sulla leva… Seguono una serie di artifizi al fine di migliorare la fruibilità: trasformo così la sella in una ‘sgancio-rapido’ per avere accesso ad un vano creatosi per effetto della rimozione del serbatoio olio: l’850 lo ha subito sopra al motore, motivo per cui ho dovuto ribattere, tagliare e risaldare il serbatoio benzina. Purtroppo avrò ancora bisogno della pompa, il livello benzina è sempre sotto alla vaschetta dei carburatori, ma invece di quella elettrica del TDM utilizzo quella a depressione del 750, più affidabile. Un’occhiata all’impianto frenante: il posteriore ha il tubo che gira un po’ troppo lungo, utilizzando del tubo recuperato da uno scooter e tagliandolo a misura, lavorando poi di fino con la saldatura, lo rendo più diretto e ne abbrevio il percorso".

LOOK DAKARIANO

Ma Francesco voleva una vera special, orginale, unica a livello di estetica. E per questo ha deciso di rimuovere tutte le parti, sostituendole non con dei componenti aftermarket, bensì con qualcosa di artigianale. "Infine il lavoro più certosino dell’intera opera: una nuova carenatura in alluminio, ricavata da lastra piana da 15/10, battuta con ogni strumento disponibile rigorosamente a mano; al termine della lavorazione ho ottenuto volumi filanti ed una linea che pare da 600 cc. L’ispirazione per la livrea ‘me l’ha data’ Kenny Roberts, e la successiva rievocazione in occasione dell’anniversario Yamaha a Laguna Seca nel 2005, con le YZR-M1 in versione replica-vintage: il giallo/nero racing le dona una cattiveria unica! Il tocco finale è arrivato da Torino, presso l’azienda Fresco, che ha voluto appoggiare questa concept fornendo un sistema di scarico completo in inox e titanio realizzato su misura in esemplare unico". Il risultato che potete vedere dalle immagini è decisamente interessante. Le proporzioni sono corrette e ora la moto può dire la sua anche in confronto a moto (tedesche ed inglesi) della stessa tipologia e cilindrata, senza sfigurare, anzi. "Devo menzionare e ringraziare di cuore un amico, artigiano sopraffino, con il quale ho affrontato questo progetto sin dall’inizio e senza il quale non avrei mai ottenuto un risultato simile: Fabio Goffi".

"SOGNANDORIENTE"
Ma il progetto di Francesco non è fine a sé stesso: "La moto è stata concepita e cucita su di me per essere utilizzata al meglio in viaggio, eliminandone i difetti caratteristici. Dopo alcune centinaia di chilometri di ‘test-ride’ mi aspetta un altro inverno di lavoro, per affinarla e dotarla di telaietto portaborse, nuove borse in alluminio ed altri accessori da "raid". A quel punto sarò pronto per affrontare un viaggio che sogno e pianifico da molto tempo, una Long Way Round asiatica che prenderà il via la primavera prossima. Di nuovo, io, e la moto". Presto la HyperTénéré e Francesco partiranno per una nuova avventura verso l’Asia, denominata SognandOriente Non possiamo che augurare ad entrambi un grosso in bocca al lupo e fare lui i complimenti per la realizzazione.

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