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La scozia in Moto

Sicuramente la regione più bella della Gran Bretagna, la Scozia offre scenari incredibili. Ecco come visitarla in moto

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La Scozia è sicuramente una di quelle mete da visitare in moto almeno una volta nella vita. Sicuramente si tratta di una regione non facilissima da raggiungere, visto che dall’Italia sono necessari almeno 2/3 giorni di trasferimento per arrivarci, ma la bellezza dei paesaggi è tale che la fatica vale sicuramente il viaggio. Per meglio descrivere le possibilità di viaggiare in Scozia abbiamo pensato di mettere insieme le esperienze della redazione con quelle dei collaboratori dandovi sia tutte le informazioni utili a viaggiare, sia una traccia di itinerario da seguire, descritto giorno dopo giorno attraverso il diario di Francesco Carlomagno.


SCOZIA: ISTRUZIONI PER L’USO
Per un tour completo della Scozia mettete in programma di spenderci circa 10 giorni; di più se avete intenzione di visitare anche le isole. Il periodo migliore per viaggiare in moto è quello dei mesi di maggio e giugno, meno piovosi rispetto a luglio e agosto, ma se siete fortunati anche il tipico "british weather" diventerà solo un retaggio del passato. Se avete intenzione di visitare le isole dei vari arcipelaghi che contornano la Scozia, vi consigliamo di consultare in anticipo gli orari dei traghetti, perché variano nei giorni della settimana e cercate di pianificare gli spostamenti perché potreste rischiare di rimanere 24 ore a far niente su un’isola microscopica. Se possibile, nei mesi estivi, prenotate i biglietti prima, perché anche in motocicletta rischiate di trovare tutto full booked.
Sulle strade Scozzesi non ci sono particolari attenzioni da seguire, se non le solite banali raccomandazioni di viaggiare sul lato sinistro della carreggiata e di fare attenzione, specie quando ripartite dopo una sosta: di solito è lì che si sbaglia. Attenzione ad usare i fari abbaglianti per avvisare una macchina che spunta da un incrocio: in Italia ciò vuol dire "Fermati, passo io!", mentre in Inghilterra è un invito a passare da parte di chi sfanala!
Se state pianificando le tappe, poi, vi consigliamo di programmare percorsi brevi sulle strade costiere e sulle Higlands: questo perché la maggior parte delle strade è a corsia unica per i due sensi di marcia, con piccoli slarghi per accostare e far passare chi viene in senso contrario. Le velocità medie di percorrenza, quindi sono difficilmente superiori ai 30 km/h.
Per dormire troverete un’offerta quasi sconfinata di guest house e bed&breakfast a prezzi abbordabili, visto che gli alberghi decorosi sono carissimi. In alternativa c’è la tenda. Ma basta con le chiacchiere e seguiamo l’itinerario consigliato da Francesco.

DAY 1: DA ASHBOURNE A PEEBLES
Un’intera notte di pioggia trascorsa ad Ashbourne e al mio risveglio anche la tenda non ne poteva più. Così inizia la mia moto-avventura in Scozia, dopo un viaggio di 3 giorni da Roma. Giusto il tempo di una rinfrescata, una veloce colazione in tenda e sono pronto a ripartire. La strada che scelgo è una via secondaria verso Leek ma a differenza di quel che pensavo, è piuttosto trafficata e piena di auto-velox. Nonostante i bei paesaggi delle campagne inglesi, ripiego verso la più veloce autostrada M6. Man mano che avanzo, il traffico di Tir che il giorno prima era stato problematico, tende a diminuire e anche il paesaggio intorno all’autostrada si allarga mostrando colline e valli incantevoli. Oggi il trasferimento è più piacevole. Così vado avanti veloce, fino a trovare finalmente il fatidico cartello: "Welcome in Scotland"! Foto di rito e appena riparto realizzo ed esplode l’emozione!
Nemmeno il tempo di gioire che il cielo si richiude in un’unica nuvola davanti a me. Quel che fin ora era stata un’innoqua pioggerellina, si trasforma in una pioggia fitta e insistente che mi accompagnerà fino al mio arrivo. Sono ben bardato per la pioggia e decido di proseguire secondo l’itinerario scelto, lasciando l’autostrada, costeggiando il fiume Tweed per poi arrivare a Peebles. La strada si rivela effettivamente bella ed immersa in paesaggi straordinari. Purtroppo la pioggia forte mi impedisce di fermarmi ed in più la strada è stretta e malridotta, percorsa da diversi Tir e furgoni che sfrecciano sicuri di loro tra le numerose curve: devo proseguire. Continuo quindi a guidare per gli ultimi km ed arrivo ad un nuovo camping, situato su una zona collinare a ridosso di Peebles. Una volta sistemato l’accampamento mi rilasso con una doccia calda che durerà per svariati minuti.

DAY 2: MOTO GUASTA…
Buongiorno, sicuramente è un buongiorno: nemmeno piove e sembra uscire anche il sole. Mi preparo di corsa per visitare Edimburgo. Non faccio nemmeno colazione! Grasso alla catena della moto e si parte. Anzi no: la moto si spegne e non parte più. Mi era già successo durante il viaggio e ora ho la certezza che la pompa della benzina è andata!
Non ho scelta, chiamo l’assistenza BMW e attendo. Nel frattempo decido di scendere in paese a fare colazione. Peebles è carino, provo a distrarmi con una passeggiata e alla fine entro in una specie di pub-ristorante per approfittare della situazione e provare una colazione scozzese: bacon, uovo fritto, salsicce, fagioli, funghi, una specie di crocchetta di patate, una specie di piadina, pane tostato, burro, marmellate, succo di frutta, caffè lungo, latte... Ovviamente ho mangiato tutto, buono e sfizioso.
Al telefono mi richiama finalmente l’assistenza: il centro BMW più vicino è ad un’ora e mezza da qui. Caricano entrambe sul furgone e ci portano al BMW Motorrad Central di Edimburgo dove del personale molto cordiale si occupa subito del mio "caso". Spiego quanto si è verificato durante il viaggio, e suggerisco che possa trattarsi della pompa della benzina ma tendono a smentirmi e continuano i controlli. Dopo una lunga attesa ed un confronto con i loro meccanici, viene da me il capo-officina e attesta che il problema deriva proprio dalla pompa della benzina: ma daaai?! Fortunatamente domani sarà qui e la sostituzione non sarò complicata. Ottenere un mezzo sostitutivo si rivela però più complicato del previsto ma con molta pazienza ci riesco e lascio la concessionaria in sella a una G650GS dimostrativa. Decido di visitare Roselin dove c’è la cappella da cui, tra l’altro, ha tratto ispirazione Dan Brown per una sua opera, ma è tardi così giusto il tempo di un paio di foto nei dintorni e rientro in campeggio. Doccia, sistemata alle cose e ceno leggero (visto la "colazione" di questa mattina).

DAY 3: EDINBURGO
Dopo essermi svegliato, mi dirigo verso Edimburgo per recuperare la moto in officina. Durante l’attesa per la consegna, mi concedo un piccolo giro per Dalkeith (il paese dove è situato il centro BMW). Mi godo così i bellissimi giardini della cittadina e anche un gustoso pasticcio alle mele. Ritirata la moto, parto subito per il tour di Edimburgo. Bellissima, per essere una capitale è tranquillissima con il suo traffico "composto". Il castello che sormonta la città poi, è fantastico. Oltre al castello, la città presenta una serie di musei e mostre che avendo avuto più tempo sarebbe stato interessante vedere, come il tour dei Whisky o la famosa Camera Obscura. Il tour continua nella parte bassa tra i suoi giardini curatissimi. Proseguo poi nel corrispettivo della nostra Via del Corso, con negozi di "alto livello": preferisco decisamente l’altra zona, più simile alla nostra Trastevere. Finito il breve tour, mi dirigo verso Leith per osservare il mare sul quale si affaccia Edimburgo. Solo un veloce passaggio con la moto e faccio ritorno al campeggio. Qui la gente è felice nel vedermi rientrare con la mia moto. Sistemo tutto per essere subito pronto domani mattina ad una nuova partenza. Così dopo un rigenerante piatto di pasta mangiato di fronte alla tenda, mi dirigo di nuovo al bar per una nuova serata in compagnia del diario, di una birra e della cartina stradale. Domani voglio arrivare ad Inverness. Sacrificherò Aberdeen per puntare verso le High Lands.

DAY 4: DA EDINBURGO A INVERNESS
High Lands, finalmente! Dopo svariate soste per far riposare una spalla dolorante, arrivo finalmente alla base delle "Alte Terre". Durante il tragitto le tante rotatorie e incontrate tra i tanti paesi nel centro della Scozia , lasciano il posto a spazi aperti con colline e montagne verdi, con scenari tipici dei posti dove fino a qualche mese prima era tutto coperto di neve. Oggi ho optato per strade più lunghe e lente ma decisamente più suggestive della superstrada principale, visito la contea di Stirling prima (con il monumento a Wallace, meglio conosciuto nelle sale cinematrografiche come Brave Heart) e poi una cascata di un fiume che affluisce al famoso Loch Ness! Qui il mito di Nessie per quanto puramente attrattiva turistica, lascia comunque un velo di "fantasia" che incanta. Inoltre la goduria di lanciarsi con la moto tra le curve del "lago" nonostante il carico della moto, ha qualcosa di speciale. Il campeggio di oggi: a 5 km da Inverness, direttamente sulle sponde del mare dove sfocia il Loch Ness, un prato curatissimo e una temperatura alquanto fredda. Bellissimo! Mangio una cosa al volo su un tavolino poco lontano dalla mia piazzola e a distanza osservo la scena della gente che passando affianco alla mia moto si ferma a guardarla. Prima di andare a dormire mi tornano in mente i tanti bei posti visti in questa giornata, incantevoli.

DAY 5: DA INVERNESS A DURNESS
Il Nord più a Nord! Lasciato il campeggio ho preso la strada prescelta sulla cartina che indicava una distanza di circa 150 km da percorrere attraversando tutte le High Lands in direzione di Tongue. Mai avrei immaginato che quella che sarebbe dovuta essere un’arteria principale per il nord, fosse in realtà ad una sola corsia con piazzole ogni 50 metri per agevolare l’incontro di due macchine in senso opposto. Dopo pochi km percorsi, noto che intorno a me non c’è davvero più nulla! Distese di prati e boschi a perdita d’occhio. Estasiante! Il tempo migliora e dedico anche una sosta alle Fall of Shin, dove dopo mezz’ora di appostamento riesco a fotografare uno dei tanti salmoni che saltano risalendo il fiume!
Vette che si stagliano su immense praterie, ruscelli, cascate, cerbiatti, salmoni, loch, paesaggi indescrivibili e arrivo a Tongue dove mi fermo per un ottimo panino. Riprendo le energie e riparto verso Durness. Qui mi aspetta il mare con delle spiagge dall’aspetto tropicale, stupendo trovarsele davanti appena scavalcata una collina! Il campeggio qui è mozzafiato: su una scogliera direttamente a picco sul mare! Devo provare a scendere sulla spiaggia a toccare il mare! Così mi copro bene e mi sorbisco una bella scarpinata. Ne vale la pena: un emozione per me essere arrivato fin quassù!

DAY 6: DA DURNESS A ULLAPOOL
E’ iniziata la "discesa" verso Sud, lascio Durness e macino miglia sulla strada che ridiscende verso la costa Ovest. Oggi si alternano paesaggi boschivi a spiagge incontaminate. Faccio una deviazione per andare a vedere Lochinver un paesino segnato sulla cartina come "interessante". Mentre vado, trovo una spiaggia a dir poco spettacolare e facendo finta di non saper leggere il cartello che vietava l’accesso ai mezzi motorizzati, mi dirigo con la moto nel campo sterrato che porta direttamente alla spiaggia per fare qualche veloce foto e riparto prima di indispettire qualche locale. Arrivato, trovo il paesino carino, di una tranquillità incredibile (facilmente immaginabile dopo aver percorso 30 miglia in mezzo al nulla per arrivarci, percorrendo l’unica strada che la collega al "mondo").
Riparto e ben presto arrivo ad Ullapool, cittadina carina con un piccolo porticciolo. Mi dirigo al campeggio che è sulle rive del "fiordo" che si apre verso il mare. Dopo un breve riposo in tenda e una chiacchiera con i vicini di piazzola, decido di fare una passeggiata per il paese e mi fermo in un tranquillo bar che affaccia direttamente sul porto per poter scrivere in relax.

DAY 7: DA ULLAPOOL A SKYE
Stamattina la sveglia non è stata delle migliori: nottata difficile per il forte vento che scuoteva la tenda e che ha abbassato notevolmente la temperatura. Oggi la strada è migliore: a due corsie e più scorrevole, mi stanco meno. Così in breve tempo arrivo dalle parti di Loch Carron dove mi lascio andare ad una guida un po’ più sportiva tra le belle curve che offre oggi l’itinerario e non mi concedo alcuna tappa intermedia anche se alcuni posti avrebbero meritato. L’unica deviazione che effettuo è in direzione dell’Eilean Donan Castle: meraviglioso, da cartolina! Gli dedico una visita che reputo doverosa. Dentro si trova tutto come all’ora. Una sorta di viaggio nel tempo con manoscritti e cimeli risalenti all’epoca della vita nel castello. Bello veramente particolare lasciarsi coinvolgere da quell’atmosfera.
Finita la vista mi dirigo verso l’isola di Skye, collegata alla terra ferma con un moderno ponte. Prendo la strada principale ma ad un tratto la mia attenzione è rapita da un cartello: Talisker Distillery: devo andarci! Acquistato il biglietto di ingresso, ricevo subito un assaggio di benvenuto del prelibato Whisky. Il tour della distilleria avviene con una guida che in inglese spiega i vari processi al gruppo di turisti assegnatogli.
Uscito di lì risalgo in moto. A Duvengan sbaglio strada e finisco su un sentiero che dopo diverse miglia si rivela chiuso. Nel tragitto avevo capito di aver sbagliato ma ormai volevo vedere dove mi avrebbe portato quella strada. Arrivato così nell’ultimo tratto che diventa sterrato, parcheggio e opto per un escursione a piedi del posto seguendo un sentiero che si dirama verso il mare con un cartello che indica Coral Beach: interessante dal nome, vado. Dopo un lungo sentiero la vedo da sopra una scogliera, ma la bassa marea non rende completamente giustizia alla spiaggia. Scatto qualche foto e torno indietro, in cerca di un campeggio. Pianto velocemente la tenda e mi vado a rilassare sotto una doccia calda. Stasera credo che farò i conti con i Midges (famelici insetti simili alle nostre zanzare ma molto più aggresivi) che qui sull’isola all’imbrunire escono in massa. Allestisco la cucina davanti alla tenda e dei vicini fortunatamente mi offrono del repellente specifico per i Midges che mi salva la serata. Li ringrazio infinitamente e sistemo tutto: è ora di entrare in tenda.

DAY 8 DA SKYE A OBAN

Dopo una notte ristoratrice, lascio il campeggio e faccio il giro dell’isola. I paesaggi sono tanto mutevoli quanto belli (spiagge cristalline, scogliere a picco, alte vette). Mi fermo ogni tanto a fare foto. Per tornare sulla terra ferma stavolta scelgo di prendere il traghetto che mi farà risparmiare dei km. Per raggiungere il porto, la strada è piena di curve e me la guido volentieri. Una volta arrivato poi faccio giusto in tempo a fare il biglietto ed inizia l’imbarco. Dopo la breve traversata, riprendo la via in direzione di Fort William, cittadina estremamente carina, dove una volta giunto mi fermo a visitare il castello (diroccato) molto suggestivo, affacciato su un fiume proveniente dal Loch Ness. Il tempo di qualche foto e si riparte: voglio arrivare ad Oban, la città dalla quale prende il nome il mio whisky preferito. Cittadina ancora più grande di quello che mi aspettavo. Qui mi imbatto quasi per caso in quello che probabilmente è il miglior campeggio trovato fin ora. Dopo essermi sistemato velocemente, torno però subito alla vicina Oban per poterla visitare. Così dopo essermi dedicato ad un po’ di shopping per i "doverosi" souvenir, mi dirigo per la mia prima cena al ristorante di questo viaggio. Zuppa di cozze, salmone grigliato e patate lesse. Tutto molto buono. Domani ripartirò ma ancora non ho scelto la meta. Per ora finisco il mio bicchiere di Oban bevuto ad Oban. (Nota del redattore: se arrivate a Oban di giorno, è obbligatorio uno spuntino al chioschetto verde del pesce di fronte all’imbarcadero. Non ve ne pentirete!)

DAY 9: DA OBAN A MOFFAT
La giornata inizia con un mattutino tour presso la distilleria del whisky Oban. Qui, oltre al consueto giro turistico con tanto di descrizione delle varie fasi di distillazione, ho anche l’opportunità di assaggiare del whisky estratto direttamente da una botte! Riparto per raggiungere e visitare Glasgow. Arrivato, l’attraverso direttamente in moto (perdendomici per assenza di indicazioni stradali). Città "strana": belle villette e alti grattacieli che però sembrano convivere bene. Ampi viali con al centro verdi giardini la rendono meno metropoli di quello che effettivamente è. La città è piena di giovani, molto più che Edimburgo. Sarebbe carino farci una passeggiata, anche se di fatto non c’è qualcosa in particolare che mi incuriosisce da visitare, quindi riprendo la strada in direzione sud e raggiungo il paesino di Moffat dove la cartina segnava l’unico campeggio della zona, senza dubbio il peggiore visitato. In fondo ho bisogno di riposare: da qui inizia la discesa per tornare di nuovo a Roma, attraversando Inghilterra, Lussemburgo e Svizzera. Un viaggio che al termine porterà oltre 7000 km sul groppone della mia moto. Un viaggio che sicuramente sarà uno dei più belli della mia vita, per i tanti bei posti scoperti e le tante emozioni vissute.

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