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Diventa Tester con OmniMoto.it – Honda CB500X – Vincenzo Bruni

Vincenzo Bruni è uno che macina migliaia di chilometri su una moto da turismo, ma si è trovato alla grande sulla piccola CB500X

Moto - Test: Diventa Tester con OmniMoto.it – Honda CB500X – Vincenzo Bruni

Si conclude con questo articolo il nostro Contest Diventa Tester, che ha visto otto lettori di OmniMoto.it diventare protagonisti di una giornata da collaudatori con la nostra redazione. L’ultimo tra i tester selezionati è Vincenzo Bruni, Fotografo di professione, mototurista per passione. Vincenzo guida abitualmente una Kawasaki GTR 1400, quindi una supertouring da una valanga di cavalli, ma per la sua giornata da tester ha avuto in dote una minitouring da 48 cavalli, la CB500X, e a quanto pare gli è piaciuta…

UN GRAN BEL LAVORO

Scagli la prima pietra chi di noi, motociclisti maschi adulti, non pensa che fare il tester di moto sia un lavoro fichissimo. Nel nostro immaginario elenco dei lavori più desiderabili, "tester di moto" si trova probabilmente appena dopo "Amministratore Delegato di Microsoft" e subito prima di "astronauta". Tuttavia, i tester specializzati (quelli "veri") ci ripetono da sempre che il loro lavoro non è poi questo granché, che provare le nuove moto è solo la minima parte di ciò che devono fare, che beati voi in ufficio con l’aria condizionata mentre noi in pista d’estate con l’asfalto bollente, il casco, la tuta intera e gli stivali… Ma allora, se guidare tante motociclette diverse senza doverle comprare - essendo perfino pagati per il disturbo - non fosse il lavoro più bello del mondo, come si spiega che 9 motociclisti su 10 firmerebbero con il sangue per farlo?
La redazione di OmniMoto.it si è fatta la stessa domanda e ha pensato di cercare la risposta tra i propri lettori. E’ nata così Diventa Tester, iniziativa basata su una bella idea: coinvolgiamo i lettori del sito, organizziamo per un gruppo di loro una "giornata tipo" da tester redazionale e poi sentiamo cosa ne pensano davvero di questo lavoro.

SELEZIONE DIFFICILE

Ma come selezionare un gruppetto di motociclisti per organizzare una giornata da tester? Scartata l’ipotesi di mettere all’asta i posti disponibili (scherzo!), in redazione hanno pensato di invitare i lettori a spedire al sito un breve articolo di argomento motociclistico e di scegliere tra gli scritti ricevuti. Per la riuscita del progetto, era determinante un partner tecnico disponibile ad affidare i suoi veicoli a conducenti non professionisti. OmniMoto.it ha coinvolto nientemeno che Honda Italia, "negoziando" il prestito di un eccellente parco mezzi: una CBR 1000 RR, una NC700X, uno scooter Integra, le tre versioni della nuova CB500 (‘R’, ‘F’ e ‘X’), una Crosstourer 1200 con cambio DCT e una CBR250R. Abbastanza da soddisfare qualunque appassionato!

ARRIVA IL GRANDE GIORNO

Ho partecipato all’ultimo momento alla selezione e non contavo di figurare tra gli "eletti", ma per qualche motivo ce l’ho fatta. Convocato a fine giugno dalla puntuale organizzazione del giornale nella loro sede romana, incontro gli altri aspiranti tester e scopro che siamo divisi in due giornate da quattro, tutti uomini e piuttosto diversi per età. Nel briefing ci viene illustrato il programma della giornata: ognuno riceverà una moto scelta dalla redazione e, accompagnati da due redattori e un fotografo, ci trasferiremo in gruppo fuori città per provare le moto su strade secondarie. Dopo l’intervallo per il pranzo, potremo scambiarci le moto a nostro piacimento fino al rientro in sede, alle 16:30. Riceviamo anche istruzioni sull’uso del cambio DCT, una novità per me. Firmati i documenti di liberatoria, andiamo a prendere le moto in garage e siamo in sella, pronti per le prime foto di gruppo, verso le 10:30.
Attraversiamo la zona sud-est di Roma e ringrazio la sorte che mi ha assegnato il piccolo crossover CB500X, leggero e snello, ideale per districarsi nel traffico in piena giornata lavorativa. Prendiamo il Raccordo Anulare per un breve tratto, e di nuovo sono contento di come va la mia moto, veloce a sufficienza per navigare senza problemi nel pesante flusso di veicoli di un giorno feriale.

FACCIAMOCI UNA FOTO

Dopo circa 45 minuti di viaggio raggiungiamo la strada scelta per la prima parte del lavoro, lo shooting fotografico. Mentre il fotografo va a sistemarsi per la prima inquadratura, ci viene spiegato che dovremo fare tre o quattro passaggi per ognuno degli scenari che ha scelto. Ci raccogliamo in una piazzola e partiamo uno a uno, distanziati di qualche decina di secondi come in una gara a cronometro. Superata la postazione del fotografo, invertiamo la direzione di marcia e ci riuniamo di nuovo più giù, in attesa del passaggio successivo. La giornata è calda e non sempre è possibile fermarsi all’ombra, ci vuole anche un po’ di pazienza in attesa del proprio turno tra un passaggio e l’altro. Le inversioni sono un potenziale problema perché la strada, per quanto secondaria, è aperta al traffico e con queste curve c’è il rischio che arrivi qualcuno nel momento sbagliato, ma i "colleghi" di OmniMoto.it hanno pensato a questo fermando il traffico nelle zone dove fare inversione.
Quando tocca a me parto deciso, e capisco subito che non sarà facile affrontare "a freddo" una serie di curve consecutive, partendo da fermo e senza aver preso il ritmo nel tratto di strada precedente. E’ un po’ come fare l’attore: quando il regista strilla "Azione!", devi calarti all’istante nel personaggio e dire la tua battuta. Faccio del mio meglio per sembrare un vero tester, inclino e piego come meglio posso, ma mi rendo conto di seguire traiettorie patetiche. Speriamo che si possa rimediare con qualche barbatrucco di Photoshop… Terminate le riprese da postazione fissa, il fotografo sale su una moto che ci precede lungo le curve della strada. Rimango colpito dal sangue freddo del binomio pilota/fotografo perché spesso, per variare l’inquadratura, devono viaggiare contromano nella corsia di sinistra. Si capisce che è un rischio calcolato, ma ne vale la pena per fotografare noi?

PRANZO DI LAVORO

Finito lo shooting, pranziamo in un paesino nell’entroterra di Rieti. Niente di luculliano, un veloce piatto di pasta, ma anche una buona occasione per conoscerci meglio. Seduti a tavola, tanto per non sbagliare, parliamo di pieghe e di motori, potremmo dire che parliamo di lavoro… Non facciamo in tempo a dare la prima forchettata, che veniamo affrontati e redarguiti da una guardia municipale per aver parcheggiato in divieto di sosta. Ha ragione, ma al nostro arrivo non avevamo notato il segnale perché era nascosto dai furgoni del mercato mattutino che ora sono andati via. Spingiamo le moto dall’altro lato della strada e l’incidente si risolve senza conseguenze, ma il paese è quasi deserto all’ora di pranzo e il dubbio che le moto attirino l’attenzione più di altri tipi di veicoli è piuttosto forte.
Dopo il caffé imbocchiamo la via del ritorno. Cambio moto e passo sulla CBR500R. Le curve che scendono verso la via Salaria confermano le ottime doti dinamiche di queste Honda e, come prevedibile, anche i miei limiti di pilota. Vabbè, in fondo sono tester solo da poche ore… Arrivati sulla Salaria, cambio nuovamente e prendo la Crosstourer DCT. Sono curioso di provare il cambio automatico ma anche un po’ apprensivo per la stazza della moto, sembra troppa per il mio metro e settanta.Un volta in sella tutto torna normale, inserisco la funzione "Drive" e parto, la moto è potente, ben bilanciata e si guida facilmente, mi basta fare attenzione a dove metto i piedi quando mi fermo. Percorriamo un tratto sgombro di Salaria e apro un po’ il gas. La moto va subito in sesta marcia e la mantiene anche quando rallento sui 70 km/h, con il cambio manuale avrei già messo la quarta per tenere su di giri il motore ma qui il sistema sembra contare maggiormente sulla coppia del motore. Rallentando ancora, ovviamente, il cambio inserisce le marce più basse senza scossoni. Alle porte di Roma troviamo un ingorgo e non c’è modo di cambiare strada. Mentre sfiliamo pericolosamente nei pochi centimetri compresi tra le macchine ferme e il guard-rail, il cambio mi soccorre scalando le marce in autonomia, devo solo badare agli ingombri della carena, un bell’aiuto in questi casi. Con un po’ di fatica riusciamo a superare la fila e ormai siamo in città. Facciamo sosta dal benzinaio, riportiamo le moto in garage e torniamo in redazione. Sono quasi le 18 e la giornata è stata lunga, ma ce l’abbiamo fatta e sorridiamo tra i "colleghi" tester. I sorrisi si incrinano un po’ quando, salutandoci, il caposervizio Lorenzo ci ricorda che aspetta quanto prima i nostri pezzi, "diciamo sulle diecimila battute, non troppo lunghi". Ecco dov’era la fregatura…

CB 500X

Inizio subito dicendo che la CB500X, anche se i valori di potenza (35 kw/48 cv) della scheda tecnica potrebbero non impressionare, è una moto vera, leggera, agile e veloce quanto serve. Il suo bicilindrico frontemarcia se la cava egregiamente in quasi tutte le situazioni e ha la potenza necessaria per divertirsi senza impegnare troppo il conducente. Certo, questa moto non nasce per le lunghe sgroppate autostradali e il cupolino un po’ minimale non fornisce grande protezione aerodinamica, ma la posizione di guida è comoda e il pilota domina sia il mezzo che la strada. Se volete fare un favore a voi stessi, portatela su strade con curve strette (più sono strette, meglio è…) e godetevi la giornata! La ciclistica della CB 500X è svelta e intuitiva, sul misto stretto anche un pilota normale può sentirsi un piccolo Valentino Rossi e raggiungere in piena sicurezza angoli di piega rispettabili.
Naturalmente bisogna anche accettare i limiti del mezzo, come la forcella piuttosto cedevole in staccata, ma stiamo parlando di un modello "crossover" base, non di una moto racing da pista. Vibrazioni? Probabilmente saltano fuori all’aumentare dei giri, ma fino a "velocità codice" non ne ho avvertite di particolarmente fastidiose. Un piccolo appunto alla strumentazione digitale, di dimensioni un po’ striminzite e non particolarmente ricca di informazioni. Per l’utenza di elezione di questo modello, a mio avviso sarebbe stato utile aggiungere l’indicatore della marcia innestata, presente su tante moto di recente immissione sul mercato. A proposito di strumentazione, il disegno di questa mi sembra molto simile a quello del Suzuki Freewind, monocilindrico 650 cc di fine anni ’90, ma potrei sbagliarmi… Nel complesso mi sono divertito molto con questa moto, ha un gran bel motore, frena bene, è comoda - e già basterebbe - ma in più ci sono l’ABS di serie e il prezzo da maxi scooter. Cosa volere di più?


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