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Diventa Tester con Omnimoto.it – Honda CBR500R – Fulvio Felicioli

In sella alla CBR500R è salito Fulvio Felicioli, hondista Doc che ha scoperto che ci si diverte anche con soli 48 cavalli

Moto - Test: Diventa Tester con Omnimoto.it – Honda CBR500R – Fulvio Felicioli

Diventare Tester di moto è effettivamente un desiderio che prima o poi passa nei pensieri di qualsiasi motociclista appassionato. Proprio per cercare di rispondere ai tantissimi che scrivono in redazione chiedendo come si faccia a diventare collaudatori, OmniMoto.it ha pensato di indire un Contest in collaborazione con la Honda, portando otto lettori affezionati a confrontarsi con il foglio bianco. Oltre a desiderare di vivere un’esperienza da tester, i motociclisti più appassionati (di solito quelli che leggono tutti i magazine online e tutte le riviste di carta), sono anche quelli che presumono di essere in grado di fare lo stesso lavoro di chi il giornalista lo fa tutti i giorni, e il nostro Fulvio Felicioli è stato proprio uno di essi, come ci racconta in prima persona nel racconto qui sotto. Oggi Fulvio, hondista di lungo corso e abituato alla potenza di una supersportiva da un litro di cilindrata, è stato "costretto" a domare i 48 cavalli della CBR500R e carpirne i segreti; vediamo come è andata.

HONDA CBR500R

Dai, su, ammettiamolo. Quante volte, leggendo un articolo sulle più blasonate riviste del settore, abbiamo pensato qualcosa tipo: "Fare il tester deve essere proprio un gran bel mestiere. Puoi sparlare delle moto più belle del mondo e ti pagano pure. Certo, io sarei molto più bravo di questi tipi qui... Se solo avessi un’occasione glielo farei vedere io come si scrive di moto!"
Poi un giorno ti arriva una telefonata e ti rendi conto che il tuo bluff è finito, dopo tanti anni passati a criticare gli altri è ora di mettersi alla prova. L’iniziativa che ha portato me e altri sette fortunati a scrivere l’articolo che state leggendo si chiamava "Diventa tester di OmniMoto.it". Il concorso prevedeva il superamento di una selezione basata su di un articolo scritto per l’occasione e giudicato dalla redazione di Omnimoto.it. Malgrado il mio pessimismo, ho passato la selezione e ho avuto il privilegio di testare approfonditamente gli ultimi modelli Honda per il mercato italiano diventando così, a tutti gli effetti, "tester per un giorno". Le moto oggetto del test ride erano le nuove CB500 nelle versioni CBR500R, CB500F e CB500X, la Integra, il CBR1000RR e il Crosstourer DCT, ma la mia compagna di avventura è stata la CBR500R, ultima nata di una dinastia che ha fatto epoca.

Arrivo all’appuntamento in redazione un po’ emozionato, equipaggiato di tutto punto e curioso di carpire qualcuno dei segreti che si cela dietro la redazione di una delle testate giornalistiche on-line più dinamiche e complete del panorama motociclistico. Un primo segreto si svela quasi subito: un ambiente cordiale, formato da persone appassionate e molto, molto competenti. Fa piacere scoprire che in questi momenti così difficili per il nostro paese, esistano ancora realtà imprenditoriali che fondano il loro successo sulla qualità e non sul pressappochismo. Bravi davvero, sono ammirato.
Dopo un brevissimo briefing e le presentazioni di rito, io e i miei compagni raggiungiamo il garage dove ci aspettano le nostre moto, pronte per la sgambata che ci permetterà di conoscerle meglio. Mentre ammiro la bella livrea HRC della mia CBR500R, mi chiedo se io e lei riusciremo a diventare amici prima della fine della giornata. Sono "Hondista" praticamente da sempre e quindi penso di sì, dovrei piacergli. Non è detto che con una moto ci si trovi sempre in sintonia al primo colpo, le motociclette a volte sono esseri strani e magari non gli vai a genio... Staremo a vedere, intanto è giunto il momento tanto atteso: mettiamo in moto e usciamo in fila dal garage.

Mi viene in mente una domanda un po’ sciocca: una volta usciti dal garage, cosa fanno i tester veri? Quelli che poi scrivono gli articoli sulle riviste e che vorremmo tanto aver scritto noi? Beh, i tester veri si fermano subito. Esatto, si fermano subito per la prima sessione fotografica della giornata, che nel nostro caso ha riguardato la foto in parata di tutte le moto del test. Scopriamo subito che oltre alla parte divertente, per il tester ci sono tante altre cose a cui pensare e che queste cose non sempre sono poi così divertenti... Finalmente ci rimettiamo in moto (in tutti i sensi) e ci dirigiamo fuori Roma, curiosi di mettere alla prova le nostre moto e le nostre qualità di motociclisti collaudatori. Devo ammettere che il primo impatto con la CBR500R è stato molto positivo. Pensando di trovarmi davanti una moto poco rifinita e magari un po’ semplificata nei dettagli, sono rimasto sorpreso dallo scoprire una bella moto, dalla linea moderna e dalle rifiniture tutt’altro che affrettate.
La CBR500R è il modello sportivo della nuova famiglia CB500 composta, oltre che dalla CBR stessa anche dalla CB500F (la naked) e dalla CB500X (la crossover). Pur condividendo lo stesso motore e telaio, si tratta di tre mezzi alquanto diversi. Le quote ciclistiche e i pneumatici sono infatti specifici per le varie versioni, così come il tipo di manubrio (alto, basso o semimanubrio). Nel caso della CBR, abbiamo un interasse corto (Honda riporta 1.410 mm e un’avancorsa di 101,9 mm) con una gommatura adatta alla leggerezza della moto e fortunatamente non esagerata; la 120/70-17 anteriore abbinata a uno snello 160/60-17 posteriore garantiscono agilità e al contempo grip e stabilità più che sufficienti in tutte le situazioni.

In sella, la sensazione è quella che ho avuto tutte le volte che sono salito su di una Honda, ovvero una totale confidenza col mezzo. Tutti i comandi sono al posto giusto, la distanza sella/pedane/manubrio è confortevole e la sella stessa mi sembra ben imbottita, né troppo dura né troppo cedevole. Rispetto al blocchetto Honda standard, la posizione del comando del clacson invertita rispetto a quella del selettore delle frecce (clacson in alto, frecce in basso) mi ha leggermente spiazzato. Dopo qualche chilometro, comunque, ci si fa l’abitudine e tutto torna a posto. Il cruscotto, completamente digitale e illuminato tramite Led bianchi, è molto accattivante e strizza l’occhio a quello della CBR1000RR. Contagiri, orologio, trip computer con indicazione del consumo medio e istantaneo oltre all’indicatore del livello carburante consentono di avere tutti i parametri fondamentali del mezzo sott’occhio. Un nutrita batteria di spie completa il tutto. Un contamarce sarebbe stata la vera ciliegina sulla torta ma alla fine va bene anche così.

Il bicilindrico da 48 CV si mette in moto sfiorando appena il pulsante d’avviamento, le vibrazioni al minimo sono quasi assenti e il rombo quasi impercettibile. La frizione è molto morbida e il cambio preciso, apprezzo la poca rumorosità degli innesti e la precisione della cambiata. La modulabilità della frizione non mi sembra da prima della classe ma avrò modo di valutarla meglio in seguito. Dopo qualche chilometro di traffico per uscire dalla città, cominciamo a lavorare sul serio. La prima sessione fotografica prevede una serie di passaggi ripetuti davanti al nostro fotografo appostato in curva, pronto a immortalare le nostre pose migliori. Una cosa importante che ci è stata ribadita più di una volta è stata quella di non esagerare mai: guidare bene, con una posizione di guida corretta e senza strafare è fondamentale e soprattutto garantisce la riuscita del servizio fotografico. Il ginocchio a terra lo lasciamo ad altri e soprattutto ad altre situazioni...
In questa occasione apprezzo molto il ridotto angolo di sterzo e la maneggevolezza della CBR500 alle bassissime velocità: posso fare facilmente inversione nello spazio della carreggiata senza poggiare il piede a terra. Ottimo, non c’è che dire. Ripartiamo; qualche chilometro di belle curve ci consentirà di capire qualcosa di più dei nostri mezzi.

Di sicuro questa CBR500R è divertente ed equilibrata. Sinceramente ero un po’ preoccupato dal fatto che 48 CV fossero pochini, soprattutto per un tipo alto e robusto come me. In realtà, si sono dimostrati più che sufficienti a farmi divertire in totale sicurezza. Devo ammettere che in un paio di occasioni sono arrivato al limitatore (fissato a 8.500 giri/min) ma più per l’abitudine a guidare quattro cilindri di cilindrata ben maggiore che a causa di una qualche mancanza del motore. Il bicilindrico Honda dà il meglio di se tra i 5.000 e i 7.000 giri ma si è lasciato maltrattare anche più in basso, forte della grande elasticità e dell’erogazione molto lineare. Un leggero effetto on-off si manifesta ai bassi regimi ma scompare non appena si superano i 3.000 giri indicati, mentre avverto qualche vibrazione di troppo tra i 4.500 e i 5.000 giri/min, soprattutto sulle pedane.
A livello di ciclistica, nessuna sorpresa. Molto precisa sia in inserimento che in percorrenza di curva, la CBR500R è la dimostrazione di come su un mezzo con queste caratteristiche una ciclistica ben tarata sia più che sufficiente a fare egregiamente il proprio dovere. La forcella anteriore da 41 mm è tarata pensando più al comfort che alla precisione ma il sistema pro-link posteriore armonizza bene avantreno e retrotreno, regalando confidenza anche al pilota meno esperto. I freni non hanno dato nessun segno di fading anche dopo averli stressati per bene in discesa, la leva resta sempre molto reattiva anche se il freno posteriore non è il massimo della modulabilità e della potenza. Il disco anteriore da 320mm è potente e con un discreto mordente, il posteriore a volte sembra poco incisivo ma la combinazione dei due garantisce sempre sicurezza e spazi d’arresto contenuti. L’ABS non è invasivo ed è assolutamente il benvenuto considerando anche il pubblico a cui si rivolge questa moto.


Mentre mi gusto la strada e la bellissima giornata di sole, perfetta per andare in moto, arriviamo nella zona prevista per l’altra sessione fotografica; anche questa prevede dei passaggi e delle riprese del gruppo in marcia. Mi sembra tutto bello e divertente, forse farlo d’inverno col freddo e il brutto tempo, magari per 3 o 4 giorni alla settimana non è proprio il massimo... Si riparte e proseguiamo fino alla meritata sosta per il pranzo. Scendo dalla mia nuova amichetta pensando che mamma Honda ha fatto centro un’altra volta. Questa CBR è una bella moto, con una colorazione accattivante e una carena snella che valorizza sia il bel motore lasciato strategicamente in vista che il codino alto e appuntito. E’ stabile, precisa in inserimento e neutra nel comportamento su strada. Nel misto si lascia strapazzare per bene ma non ti mette mai in crisi. Ha un bel motore, potente il giusto e con un’elasticità invidiabile. Frena bene, ha l’ABS di serie e consuma poco (forse dovrei dire pochissimo). In due parole, è una vera CBR e lo si percepisce appieno.

HONDA CB500F

Giusto per avere la conferma delle mie sensazioni, nel pomeriggio provo anche la CB500F certo di trovare anche qui le stesse ottime sensazioni avute al mattino con la R. In effetti, sembra di guidare la stessa moto. Reattiva, ben frenata, confortevole. Col passare dei chilometri, ormai sulla strada per il rientro, mi accorgo però che la CB500F è leggermente meno precisa e che sui curvoni in appoggio soffre un po’ con l’avantreno che si alleggerisce leggermente, perdendo qualcosa in efficacia. Confrontando le caratteristiche delle due moto, noto infatti che Honda ha allungato leggermente l’avancorsa della naked fino a 102,6 mm, aumentando di fatto la stabilità della moto e minimizzando così l’effetto dato dalla mancanza della carenatura. Oltre a questo, credo che i semimanubri del CBR500R consentano di caricare naturalmente l’anteriore quel tanto che basta per dare una sensazione di stabilità maggiore in velocità con la carena che fa il resto. C’è comunque da dire che malgrado questo appunto, il CB500F resta sempre godibilissimo e si prende la sua rivincita nel traffico dove, grazie al manubrio alto e a un bilanciamento perfetto, offre un controllo totale anche nelle situazioni più caotiche.

Alla fine della giornata non sono neanche particolarmente stanco, segno evidente che la posizione di guida delle due moto è azzeccata anche per un tipo corpulento come me. Ha dei difetti? Ovviamente sì ma sono davvero peccati veniali. Come dicevo all’inizio, la modulabilità della frizione (soprattutto a freddo) non è eccezionale e il freno posteriore sembra un pelo sottodimensionato, almeno come potenza. Inoltre, mi sarebbe piaciuto avere un contamarce e la leva del freno regolabile. Ma la cosa che mi ha sorpreso di più è il fatto che il tappo del serbatoio non sia incernierato come tutte le altre Honda ma libero: se non si sta attenti il rischio di tirarlo in terra è concreto.
Nel complesso, la piccola CBR mi è davvero piaciuta molto. Chiaramente ispirata alla sorella maggiore CBR1000RR non solo nell’estetica ma anche nei contenuti, è facile, agile e divertente. Sia nel traffico asfissiante che tra curve e tornanti non ha mai dato segni di cedimento o di fatica, come solo le moto nate bene sanno fare. Sia che siate motociclisti navigati oppure dei neopatentati, questa moto saprà regalarvi moltissime soddisfazioni. Il tutto a un costo ragionevole, grazie anche all’estrema parsimonia nei consumi. Come speravo, siamo diventati amici e spero di rincontrarla presto, magari per un po’ più di tempo.

E il pilota? Il pilota come è andato? Spero bene! Questa mia esperienza come tester si è rivelata assolutamente eccezionale, grazie alla perfetta organizzazione di Omnimoto e all’ottimo feeling instaurato coi miei "colleghi" collaudatori. Penso ancora di essere più bravo di quelli che scrivono da vent’anni sulle riviste? No, anche perché non l’ho mai pensato sul serio. Sicuramente mi porto a casa un paio di certezze in più. Primo: fare il tester è sicuramente un lavoro bellissimo ma, come tutte le professioni, richiede dedizione e sacrificio e non sempre è detto sia piacevole come può sembrare da fuori. Secondo: non ci si può improvvisare professionisti dall’oggi al domani. I professionisti veri si vedono subito, gli amatori pure (anche quelli che magari si sentono a torto professionisti...). Far parte di questo bellissimo mondo entrando dalla porta principale anche se solo per un giorno è stata un’esperienza fantastica.
Grazie a Omnimoto.it e a Honda Italia, un piccolo sogno si è realizzato. Magari è il primo di una lunga serie, chissà!

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