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BMW Superbike: Intervista a Stephan Fischer

A tu per tu con il direttore tecnico di BMW Motorrad Motorsport scopriamo la crescita tecnica e prestazionale che sta vivendo la S 1000 RR ufficiale

Moto - News: BMW Superbike: Intervista a Stephan Fischer

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Il ricordo della giornata in pista a Imola in sella alla BMW S 1000 RR ufficiale di Marco Melandri è ancora molto vivo. Un test davvero speciale ed esclusivo a cui OmniMoto.it partecipa fin dal primo anno in cui la BMW fece provare le sue moto da competizione a Monza. La giornata sul circuito imolese è stata utile non solo a portare a casa un servizio speciale, ma anche a vivere un’esperienza da piloti ufficiali con la possibilità di avere a propria disposizione tutto il Team schierato al gran completo. A Imola, infatti, abbiamo avuto la possibilità di intervistare Marco Melandri, ma anche di avere un interessante scambio di opinioni a livello tecnico con Stephan Fischer, che di BMW Motorrad Motorsport è il Direttore Tecnico. Ecco come è andata.

STEPHAN FISCHER CHI E’
Il Direttore Tecnico di BMW Motorrad Motorsport si è laureato in Ingegneria Meccanica nel 1994 a Monaco di Baviera, dove abita tutt’ora con la famiglia. La sua carriera inizia in un’azienda di sistemi meccanici ed elettronici per sedili automobilistici (recentemente passata a far parte del gruppo Johnson Controls insieme alla Recaro), per poi passare al reparto R&D della Honda Europe dove si occupa di sviluppare nuovi prototipi sia nel settore moto che scooter. Lasciata la Honda, Fischer entra in BMW nel 2000 ma dopo un anno passa alla Metzeler dove gli viene affidato il ruolo di Direttore Sviluppo pneumatici moto, per poi passare alla capofila del gruppo, la Pirelli, che lo chiama a Milano per proseguire la sua attività sia sulle gomme di produzione che su quelle da competizione. Dopo quasi cinque anni in terra italiana, Fischer torna nella sua Monaco e torna in BMW dove fino al 2010 diventa Responsabile del reparto di Motorcycle Dynamic Testing, per poi passare alle competizioni nel 2011 ricoprendo il ruolo di Direttore Tecnico.
La nostra intervista inizia con le classiche battute di rito, ma cerco subito di mettere in chiaro a Fischer che ha davanti un interlocutore tecnico preparato sulla materia. Il mio ospite capisce al volo e da lì in avanti l’intervista scorre liscia come una chiacchierata tra appassionati di tecnica.

Mr. Fischer, può farci un bilancio dal punto di vista tecnico di questa prima metà della stagione 2013?
"Secondo me abbiamo fatto un passo avanti incredibile perché abbiamo sviluppato un nuovo modo di gestire la coppia del motore. E questo ci ha portato in una posizione in cui entrambi i piloti possono sostenere di "avere la moto in mano, di sentirsi il gas in mano". Cioè tutti e due si sentono più in grado di controllare l’erogazione della coppia del motore. Questo quindi ci ha messo in condizione di ottenere risultati in modo più stabile e a questo punto del campionato abbiamo portato a casa più punti rispetto al 2012. Purtroppo, però, devo dire che il campionato 2013 è diventato più faticoso e più difficile perché anche il livello degli avversari si è alzato molto. Di conseguenza noi dobbiamo crescere ancora".

Il nuovo sistema di gestione della coppia motrice, ha portato conseguenze in altri ambiti della moto?
"Sì, la nuova metodologia di gestione della coppia motrice ha portato altre informazioni molto importanti, perché la moto reagisce in maniera leggermente differente in altri ambiti oltre a quelli legati al motore ed ora è su essi che dobbiamo lavorare. Comunque sia in generale la prima metà di stagione è andata bene; davanti ci sono quelli che sono riusciti ad essere sempre costanti nel rendimento e infatti la costanza è proprio uno degli aspetti su cui dobbiamo lavorare. Come vedi in testa al campionato ci sono Guintoli e Sykes che non solo hanno fatto segnare pochissimi "zeri", ma soprattutto sono sempre stati costantemente nelle prime posizioni, e ciò ci fa capire che c’è ancora del potenziale da trovare nella stabilità dei risultati. Tecnicamente, però, le quattro vittorie ottenute fin’ora (cinque al momento in cui scriviamo vista la vittoria di Melandri a Mosca – N.d.R.) , ci dicono che il lavoro fatto va nella giusta direzione".

A che punto è il vostro programma di sviluppo 2013? Quali step avete in programma per la seconda parte della stagione?
"Con il test che si è concluso ieri - Fischer fa riferimento ai test di Imola del 1 luglio scorso - possiamo dire di aver raggiunto le milestone principalidel nostro programma. Adesso sta al team che segue le moto in pista mettere a frutto i miglioramenti durante le gare. Detto questo ci sono tutti i piccoli miglioramenti, come ad esempio sul software, che procedono gara per gara, ma diciamo che i passi più importanti per il 2013 sono stati fatti".

Ecco, come il vostro lavoro si ripercuoterà sulle superbike stradali dei prossimi anni?
"Cerchiamo di fare un discorso un po’ più in generale per poi passare ad esempi specifici. Prendiamo il DDC che avete provato oggi in pista sulla HP4 e sulla Superstock. Ecco quel sistema è nato da uno sviluppo in pista e poi su strada, ma non è detto che subito la tecnologia sia in grado di essere trasportata sulla Superbike stradale. Ciò perché al di là delle pure prestazioni raggiunte da un sistema, è altrettanto importante quanto veloce sei a metterlo a punto e a renderlo industrializzabile. Faccio un altro esempio: il nuovo sistema di gestione della coppia che oggi abbiamo in gara, non è garantito che un domani possa essere subito utilizzato sulle moto di produzione. In teoria ciò è plausibile visto che il sistema funziona davvero bene, e quindi in effetti quello che facciamo in gara è un pre-sviluppo di qualcosa che potrebbe arrivare sulle moto di serie, ma non è affatto garantito che ciò avvenga. E ciò è perché ci sono altri aspetti da considerare: bisogna che i fornitori siano in grado di industrializzare la tecnologia per la produzione di massa, bisogna che il prezzo sia competitivo, perché alcuni componenti prototipali che usiamo in gara non è possibile riproporli a costi di mass-market, e quindi diventerebbero inarrivabili anche per un cliente top".

Come è cambiata la squadra a livello organizzativo, dopo la fusione con la squadra italiana? Ci sono stati dei benefici?
"In realtà è cambiato molto poco per noi. Le persone che lavorano a Monaco con me sono sempre le stesse e anche la squadra che ha sede in Italia a Bologna è la stessa dello scorso anno. Ciò che conta è essere tutti focalizzati sullo stesso obiettivo anche se risiediamo in sedi diverse. Secondo me la stabilità è un punto cardine del successo, se devi cambiare qualche risorsa può darsi che tu possa trovare delle personalità migliori, ma in generale ciò che paga di più è sempre la stabilità".

Alla luce di quanto recentemente dichiarato, BMW ha deciso di non impegnarsi più in via ufficiale nel Mondiale Superbike, quindi abbiamo preferito non pubblicare uno stralcio dell’intervista fatta prima che queste notizie fossero rese pubbliche, e quindi abbiamo preferito interpellare nuovamente Fischer sul concetto di "Customer Sport", che la BMW ha identificato come focus per gli anni a venire.
"BMW Motorrad continuerà ad essere presente nel motor sport concentrandosi sul "Customer Sport". BMW, da alcuni anni, supporta team e piloti, clienti, che corrono con la RR o con la nuova HP4 in campionati nazionali e internazionali, come ad esempio l’IDM, il WEC, il Campionato SBK in Sud Africa o in Australia o nel CIV in Italia, attraverso un proprio dipartimento interno. Nel 2014 il programma verrà ampliato, e comunicheremo il nuovo programma a tempo debito".

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