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WSS: Muore Andrea Antonelli al Moscow Raceway

Il drammatico incidente al primo giro di gara. Andrea è stato investito da Lorenzo Zanetti

Moto - News: WSS: Muore Andrea Antonelli al Moscow Raceway

E’ una domenica da dimenticare quella del Campionato del Mondo Supersport e Superbike, corsasi ieri sul tracciato russo del Moscow Raceway. Da dimenticare per il tragico incidente che ha causato la morte di Andrea Antonelli , caduto durante il primo giro di una gara partita sotto una pioggia battente e investito dalla moto di Lorenzo Zanetti. Una nuvola d’acqua che impediva ai piloti di vedere cosa si parasse di fronte a loro è la più probabile causa dell’incidente. Le immagini drammatiche le abbiamo viste tutti in televisione e mostravano un evidente muro d’acqua in cui il gruppone si è infilato un po’ alla cieca. Poco importa che in rete siano subito circolati dei video ripresi da bordo pista che mostravano una condizione di visibilità meno drammatica di quella delle immagini televisive, perché quello che si vedeva durante quel giro di pista, solo che era in gara lo sa. E chiunque abbia mai corso una gara sotto il diluvio sa benissimo che in quelle condizioni atmosferiche la visibilità è davvero scarsa e solo il buonsenso imporrebbe di levare il gas e aspettare che le situazione migliori. Ma quando sei in gara, specie al primo giro di una competizione mondiale, il gas non lo levi…

ANDREA ANTONELLI CHI ERA

25 anni, umbro di Castiglione del Lago, Andrea Antonelli, era nato il 17 gennaio del 1988 e aveva iniziato, come tutti i giovani piloti di oggi, con le minimoto. Poi nel 2002 il passaggio alle moto vere con la Coppa Italia in 125 per poi saltare l’anno seguente al CIV e all’Europeo in 125 GP. Ancora 125 GP nel 2004, anno in cui Andrea ha partecipato anche al CEV spagnolo, guidato in squadra da Mauro Noccioli, il tecnico che proprio ieri da Laguna Seca ha ricordato Andrea ai microfoni di Italia1. Nel 2005 il passaggio alle quattro tempi con il Team Lightspeed Kawasaki che lo ha portato a correre l'Europeo Superstock 600, concluso al sesto posto. Ancora Superstock 600 per il 2006 con tre podi all’attivo e un quinto posto finale. L’appuntamento con la vittoria è però rimandato al 2007 sulla pista di Assen, anno in cui Andrea coglie il miglior risultato con il secondo posto in classifica finale. Nel 2008 il passaggio alle 1000 cc, con la Honda del Team Althea per passare nel 2009 al Team Trasimeno che corre con le Yamaha. Ritorno in casa Honda per le stagioni 2010 e 2011 prima di approdare al mondiale Supersport nel 2012. Quest’anno Andrea aveva di nuovo cambiato moto, per tornare alla Kawasaki correndo per il team Goeleven dell’ex pilota Denis Sacchetti.

LA PAROLA DEI PILOTI E LE POLEMICHE

In circostanze come queste è facile scadere nella retorica ed è difficilissimo dare opinioni e impressioni senza esporsi a critiche. Come sempre accade le accuse sono arrivate da più parti, e molte hanno indicato le condizioni proibitive del tracciato come le responsabili dell’accaduto. Subito dopo l’incidente sono stati chiamati in causa i big della Superbike e ancora una volta è stato Marco Melandri a cercare di portare in luce i problemi della "categoria". La sua opinione ai microfoni è stata: "I piloti sono stupidi e non li metterai mai d’accordo. La colpa è di tutti, bisognerebbe sedersi e parlare, per migliorare il migliorabile". Per ironia della sorte, chi scrive era proprio con Melandri non più tardi di due settimane fa e al termine dell’intervista che Marco ci ha rilasciato, a microfoni spenti, gli chiesi se con l’arrivo della Dorna l’opinione dei piloti in tema di sicurezza sia stata presa in maggior considerazione…

Pesantissimo il giudizio di Max Biaggi, che al telefono si è tolto qualche altro sassolino dalla scarpa puntando il dito contro la Dorna: "Questo circuito non doveva essere omologato, qui la MotoGp non correrebbe mai. Non ho mai capito perché quello che non va bene in top class venga accettato per la Superbike. La sicurezza non fa sconti, non dovrebbero esistere piloti e campionati di serie B". Anche Valentino Rossi, è stato interpellato prima della partenza della gara della MotoGP di Laguna Seca, e ha concluso dicendo che quella di ieri era "una giornata in cui vorresti andare a casa".

Dispiace come sempre notare che in casi di incidenti tragici come questo, molti media si affrettino a puntare il dito contro le gare di velocità, viste come adunate di folli votati all’autolesionismo che non tengono in considerazione il rischio. Dispiace doppiamente notare che servizi qualunquistici e denigratori siano andati in onda proprio sulla tv di stato, esattamente come accadde quando morì Marco Simoncelli. Un doveroso plauso va invece portato ai colleghi di Mediaset che hanno saputo gestire questo tragico evento con professionalità, rispettando il pilota e riuscendo nel contempo a coprire le esigenze della diretta televisiva. E chi fa questo lavoro, sa che rimanere professionali in situazioni del genere è davvero arduo.
L’unico dato di fatto è che Andrea Antonelli è morto facendo ciò che più amava fare. Tutto qui. Da parte della redazione di OmniMoto.it le nostre più sincere condoglianze alla famiglia di Andrea e a tutti quelli che a lui erano vicini.

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