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SBK: Cercasi identità (poco costosa)

Non sono solo i regolamenti a tenere banco ma anche la filosofia della SBK da ridisegnare

SBK: SBK: Cercasi identità (poco costosa)

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All'interno del paddock si parla di risultati, di tecnica, di regolamenti ma c'è un altro argomento che aleggia senza che venga affrontato... di petto da team e Case: qual è la strategia che ha in mente la Dorna per la Superbike?

Dopo i primi interventi a "gamba tesa" dell'Azienda spagnola in questo Campionato che ha DOVUTO acquistare per motivi strategici, è venuta fuori l'impronta imprenditoriale che non ha certamente intenzione di far morire o chiudere - salvo se costretto da dati oggettivi (leggi bilancio) - dopo aver speso denaro per prenderla.

Ecco, quindi, che mentre il management dedicato alla Superbike (con Javier Alonso, direttore esecutivo del Mondiale, in testa) verifica e valuta sul campo cosa può essere migliorato in questo Campionato, si svolgono incontri con la MSMA (l'associazione dei Costruttori che fanno attività sportiva nella velocità) per analizzare quali soluzioni possono essere utili per rafforzare l'identità di questa serie.

IDENTITA' FUTURA - Già ma qual è l'identità futura? Sicuramente deve continuare ad essere strettamente legata alla produzione di serie ma già qui si inserisce il primo bivio.

Le Case partecipano alle corse per due motivi: la promozione del brand o quella del prodotto. Nel primo caso le Aziende scelgono, preferibilmente, la MotoGP perché rappresenta la massima espressione tecnologica e più meno direttamente aiuta a vendere tosaerba, strumenti musicali, motori marini, ecc.

Nel secondo c'è invece una scelta più mirata che vede la promozione sul prodotto ed ecco che gli investimenti vengono fatti sul segmento.

Le due ApriliaSe nel caso del brand il costo dell'investimento viene ripartito in vari settore (o imputato al budget aziendale) nel secondo deve venire dal segmento specifico. Un segmento che è in profonda crisi, basti pensare che, ad esempio, in Italia (uno dei Paesi più importanti motociclisticamente parlando) il mercato è letteralmente crollato. Per dare un'idea possiamo dire che nel 2000 la 600 Supersportiva più venduta era la Yamaha R6 con 5825 pezzi; nel 2012 è sempre la moto giapponese la più diffusa ma con 191 pezzi!!! Il calo è poco più del 96%.

E tra le oltre le cose non vanno meglio: nel 2000 la Yamaha R1 era la più venduta con 3.362 pezzi; nel 2012 è stata la Ducati 1199 Panigale - nelle varie versioni - ad essere stata più immatricolata con 817 moto. Il calo in questo caso è stato del 76%!!!

BRUSCO RISVEGLIO - Di fronte a questi dati è evidente che le chiacchiere di paddock lasciano il tempo che trovano. La maggior parte dei reparti racing temono che da qualche stanza dei piani alti arrivi uno stop...

Ed allora si cerca di risparmiare, o almeno ci si prova. Passi avanti ne sono stati fatti (moto unica, limitazioni nei meccanici, ecc) ed altri ne arriveranno (numero dei motori limitati, componentistica calmierata nel prezzo, ecc) ma bisogna tenere conto del "come" le Aziende sono presenti nel Mondiale Superbike.

Facendo un parallelo con la Superstock - categoria alla quale alcuni si volevano avvicinare - si vede che le moto competitive sono Kawasaki, BMW e Ducati mentre le altre preferiscono rimanere fuori.

Infatti se pensiamo che Case Honda e Suzuki (o Yamaha) possano correre con le moto strettamente derivate dalla serie c'è un errore di fondo. La Superbike è considerata da alcune Aziende come strategica per l'evoluzione dei modelli di serie (vedi Aprilia).

GruppoSCELTA DELICATA - Come si vede la decisione che verrà presa dalla Dorna e dalla FIM, sentito il parere delle Case, è molto delicata perché potrò determinare la presenza o meno di Marchi importanti.

Ed altrettanto importante sarà la stesura del calendario. Sempre in funzione dei dati sopra citati c'è da tenere conto dei mercati emergenti. Visti i numeri, un calendario "intelligente" sarebbe sicuramente spostato verso l'oriente o il sudamerica dove le supersportive stanno ora trovando spazio fertile.

Ma questo significherebbe un cambiamento epocale con l'ingresso di nuovi team - con base laggiù - e l'uscita di altri - con base in Europa - che hanno costituito l'ossatura del campionato per anni. E poi come si fa a trascurare il Vecchio Continente che da sempre rappresenta la "culla" del motociclismo sportivo? In questi ultimi anni siamo stati colpiti da cambiamenti epocali: che sia anche questo?

Certamente ci sarà una redistribuzione delle gare - con una sola gara in Italia o in Spagna - aprendo spazi ad altri Paesi o Continenti.

Lo scopriremo solo vivendo...

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