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M1NSK MMVZ Custom by Yuri Shif

La “Fastest M1NSK”, piccola moto, grande piacere per la vista...

Moto - News: M1NSK MMVZ Custom by Yuri Shif

Chi dice che le moto russe non siano belle? O meglio, chi dice che da una moto russa... di base poco attraente, non si possa ricavare qualcosa che lasci a bocca aperta? E’ il caso della moto che vi presentiamo in questo servizio, due ruote realizzata dalla Casa M1NSK Motorcycles, meglio conosciuta come M1NSK-Moto. Inutile dire che l’azienda si trova proprio a Minsk, la città più importante della Bielorussia. D’obbligo un breve cenno alla storia: la M1NSK-Moto fu fondata verso la fine della Seconda Guerra Mondiale, nel 1945. Si iniziò con il produrre biciclette e la prima moto fu realizzata circa sei anni dopo. Da oltre 60 anni, l’azienda resiste alla crisi (pensiamo allo smembramento dell’allora Unione Sovietica) e produce moto di piccola cilindrata, scooter (anche elettrici), motoslitte e quad.

Ma veniamo al dunque. Il customizzatore di questa piccola ma stupenda moto si chiama Yuri Shif, è bielorusso e nel 2010 si è portato a casa due coppe aggiudicate all’AMD World Championship of Custombike Building. Fatte le dovute premesse, passiamo alla moto, commissionata da un cliente bielorusso. La base è una M1NSK MMVZ 3.227 del 1988, oggi una Cafè Racer... stupenda, che abbiamo scovato sulla rivista online Motorivista.com.

Il telaio è stato prelevato da una M1NSK R250 ed è stato modificato. Le ruote sono state prese da una Megelli Motard ed ospitano pneumatici da 110/80-17. Come potete vedere dalle immagini poi, ora la moto è dotata di due dischi freno, uno da 320 mm all’anteriore ed un altro più piccino al posteriore. Il motore è rimasto di serie, 125 cc, ma ora vanta un carburatore Mikuni TM38 ed un impianto di scarico realizzato a mano.

Le sovrastrutture, tutte fatte a mano, richiamano sì le forme delle Cafè Racer, ma soprattutto, per quanto riguarda il cupolino, quelle del famossissimo MIG-17! Al posto del bocchettone per l’ingresso dell’aria, vi è ovviamente un fanale tondo. Questo è stato volutamente lasciato in alluminio grezzo, e subito dietro troviamo ovviamente un serbatoio (sempre realizzato a mano) bicolore. Proseguendo verso il posteriore, il codone, rigorosamente monoposto, ingloba una piccola luce posteriore, sempre di forma tondeggiante. Il colore scelto è il blu pastello, per telaio, sospensioni (steli della forcella e molla del monoammortizzatore) e forcellone (dotato di capriata di rinforzo nella parte superiore). Non mancano particolari come pedane in ergal, leve freno e frizione ricavate dal pieno, manopole in metallo... tutto realizzato con una cura maniacale. Questa piccola moto... è un piacere da guardare!

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