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Patente a punti: Garante privacy contro Ministero dei Trasporti

Perchè non pubblicare online la situazione della propria patente?

Moto - News: Patente a punti: Garante privacy contro Ministero dei Trasporti

Lo scorso mese sono entrate in vigore le nuove patenti, ma parlando invece di punti patente, arriva una bacchettata da parte del Garante della privacy nei confronti del Ministero dei Trasporti. Il motivo? Carenza di trasparenza. Il primo, ha infatti invitato il secondo a pubblicare on line tutte le attività che riguardano la patente.

Corretto o meno, chi guida in strada ha diritto a conoscere in tempo reale decurtazioni e attribuzioni da parte del Ministero Ministero dei Trasporti. Secondo l'Autority, è dunque un sacrosanto diritto poter conoscere nel dettaglio tutte le variazioni relative ai punti del suo certificato di abilitazione alla guida.

Lo stabilisce il Garante privacy in un provvedimento pubblicato nella newsletter 369/13 che Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti" ritiene utile segnalare per informare gli utenti delle strada, o meglio, i possessori di regolare licenza automobilistica. A seguito del reclamo presentato da un automobilista che lamentava che nell’anagrafe nazionale degli abilitati alla guida non venivano registrate tutte le annotazioni relative alla variazione del punteggio della patente di ciascun conducente, ma solo la situazione complessiva "finale", gli estratti cronologici inviati agli automobilisti da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dovranno indicare tutte le attribuzioni o decurtazioni di punteggio, anche quelle effettuate in modo automatico, compresa l’attribuzione di quei punti che in un secondo momento vengono tolti perché assegnati illegittimamente. Per di più la pubblica amministrazione dovrà far in modo di consentire agli interessati, la conoscibilità, nel dettaglio e cronologicamente, di tutte la variazioni riferite agli eventi passati.

Il provvedimento del Garante, prende spunto dagli accertamenti effettuati, secondo i quali è stato possibile verificare che sia le comunicazioni trasmesse dal ministero al reclamante sia le informazioni consultabili on line non riportano tutte le operazioni effettuate nel tempo. Così facendo l’amministrazione ha operato in modo non conforme al codice della privacy laddove prevede che i dati personali siano trattati secondo correttezza, esatti, se necessario aggiornati e che anche la gestione di banche dati pubbliche da parte della pubblicazione avvenga nel rispetto degli stessi principi.

Al Ministero sono stati concessi sei mesi di tempo per provvedere a regolarizzare la défaillance: la p.a. dovrà garantire informazioni complete e dettagliate anche nella consultazione on line attraverso l'ormai noto "portale dell’automobilista".


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