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Wrooom 2013: intervista a Andrea Dovizioso

Spetta a "Dovi" inaugurare il 2013 MotoGP della Ducati

Moto - News: Wrooom 2013: intervista a Andrea Dovizioso

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Siamo a Madonna di Campiglio, dove si è appena conclusa la conferenza stampa tenuta dalla squadra Ducati MotoGP al Wrooom 2013. Il compito di aprire la conferenza stampa in rosso è spettato quest’anno a Andrea Dovizioso, e ciò è sufficiente a chiarire chi sia la prima guida di Borgo Panigale per il 2013.

"E' un onore essere qui, è un evento organizzato veramente in grande, anche se per me è ancora tutto da scoprire. E' bello poter passare quattro giorni tutti insieme, con il personale Ducati, perchè sono veramente tanti e devo ancora finire di conoscerli bene".
Per ora il tempo per prendere confidenza con la Desmosedici è stato davvero poco, quindi Andrea non vede l'ora di iniziare i test in Malesia: "Purtroppo ho fatto veramente pochi giri con la Ducati, quindi posso dire ben poco per ora. Abbiamo fatto un'ora e mezza a fine giornata a Valencia in condizioni un po' particolari. Il primo feeling comunque è stato positivo perchè mi aspettavo una moto totalmente ingestibile per come era stata raccontata. Il primo approccio invece non è stato questo, anche se poi bisognerà vedere come si comporterà quando si andrà a caccia di tempi importanti per provare a girare come i primi. Purtroppo a Jerez ho avuto un problema al collo e non ho potuto girare: è un peccato perchè anche se era freddo c'erano le condizioni per lavorare abbastanza. Ora comunque ci saranno sei giorni in Malesia, che mi daranno il modo di capire di più della Ducati".

Andrea poi è stato molto obiettivo su quelli che saranno i traguardi da raggiungere quest'anno, parlando di progetto a lungo termine: "Gli obiettivi per me sono molto semplici. Tutti sappiamo bene la situazione attuale e io sono molto determinato a lavorare per diminuire un gap di cui siamo consapevoli. Ho scelto questa sfida perchè credo che si possa fare bene e perchè vedo tutti i presupposti per vincere questa sfida. Ora bisognerà vedere anche come si integrerà il personale nuovo. Secondo me questo è un progetto a lungo termine, di due anni: non dobbiamo pensare a fare risultato fin dalla prima gara. Tra poco si comincerà a lavorare in Malesia, ma le gare saranno importanti per farlo con un metro di paragone".

Con la Rossa ed i suoi uomini è stata una sorta di amore a prima vista. Ma è stato soprattutto il progetto ad ingolosire il pilota romagnolo: "La Ducati mi ha conquistato fin dai primi incontri con Preziosi, perchè mi ha fatto capire i suoi progetti futuri e perchè alle spalle ci sono un budget ed una tecnologia giusti per fare bene. Poi toccherà a noi piloti e ai tecnici prendere la direzione giusta su dove migliorare la moto. Inoltre penso che siamo in una situazione simile: tutti sono consapevoli che serve un team ufficiale per puntare al Mondiale. Honda e Yamaha hanno tante risorse e piloti forti, ma io ci credo, perchè come ho detto prima questa è una sfida a lungo termine. La bacchetta magica non esiste da parte del pilota e neppure da parte dei tecnici nuovi che sono arrivati. Quindi piedi per terra e lavorare e spero che basteranno i due anni che ho a disposizione. Nel primo anno non credo che dobbiamo farci delle aspettative troppo alte a livello di risultati, perchè ci sono pochi test e dovremo sviluppare nel corso dei weekend di gara. Il primo anno ci servirà per capire la moto e cosa le serve, se ci riusciremo poi si vedrà quanto riusciremo a migliorare per pensare a dei risultati importanti".

Una cosa che gli piace comunque sembra averla già trovata nel motore della Desmosedici: "La prima cosa che mi ha stupito salendo sulla moto è stata il motore. Anche il rumore che fa è bello, ma ti destabilizza un po', fa quasi paura. Gli altri piloti ne parlavano come di un qualcosa di ingestibile, ma secondo me non è così perchè quello che trasmette alla ruota posteriore è molto più dolce di quello che sembra. Per ora però non posso entrare troppo nei dettagli perchè ho guidato solo un'ora e mezza".

Spesso si sente dire che la Ducati è una moto che va guidata di posteriore e Dovizioso negli ultimi anni ha curato molto questo aspetto. Oggi però ha chiarito che è stato così soprattutto per questioni di gomme: "E' vero, negli ultimi anni ho lavorato molto sul posteriore delle mie moto, ma solo per adattarmi alle Bridgestone, non perchè il mio stile richiede questo. C'è stata per me la necessità di lavorare sul bilanciamento della moto, ma è stata quasi una casualità".

L'eredità che prende è importante, visto che deve andare a colmare il vuoto lasciato dalla partenza di Valentino Rossi: "Prendere il posto di Valentino è molto particolare, però in questi due anni il binomio Ducati-Valentino non ha fatto così bene, quindi sostituirlo non è così pesante come poteva esserlo in passato. Sinceramente non è una cosa a cui ho pensato per prendere la mia decisione comunque. Inoltre voglio prendere i due anni passati insieme da Valentino e Ducati come un qualcosa di positivo, perchè quando le cose non funzionano se le si prendono con maturità si possono solo migliorare".

Pur avendo un passato legato alle case giapponese, Andrea è convinto che copiare la loro filosofia non sia la strada da seguire per riemergere: "In base alla mia esperienza, la cosa migliore da fare è cercare di non copiare le altre moto. Prima di tutto perchè se copi un'altra moto sarai sempre più indietro. Ma poi ogni moto ha la sua filosofia e, anche se bisogna capire i lati positivi della concorrenza, però non copiare. I giorni in Malesia saranno importanti per capire cosa dobbiamo cambiare e migliorare".

Anche la prima presa di contatto con il nuovo direttore generale di Ducati Corse, Bernhard Gobmeier, è stata positiva: "Ho già avuto modo di conoscere Gobmeier, siamo andati a cena e mi è piaciuto molto il suo primo approccio. Mi sembra molto determinato, ma soprattutto tranquillo nel cercare di trovare un metodo per capire e trovare una via da seguire. Fare materiale in qua e in là non serve, soprattutto quando si ha così poco tempo a disposizione".

Purtroppo l'uscita di Preziosi e l'arrivo di Gobmeier ha leggermente rallentato lo sviluppo, ma questo non sembra creare troppe preoccupazioni: "E' inevitabile: quando fai dei cambiamenti così importanti non può essere diversamente. Se parliamo dello sviluppo vero e proprio si comincerà dalla Malesia: questo è un aspetto un po' negativo, ma non era possibile fare diversamente. Ma va bene così perchè dobbiamo pensare nel lungo termine".

In una fase che deve essere di crescita, la sua vicinanza con la factory di Borgo Panigale può rivestire un aspetto fondamentale: "Io penso che è una situazione che non è mai successa in passato, ma solo positiva, soprattutto nella nostra situazione attuale. Lavorare nel weekend è fondamentale, ma riprendere gli aspetti sui quali bisogna lavorare anche con gli ingegneri che sono a casa, che non ti vedono mai, è un cambiamento enorme. Gobmeier poi avrebbe piacere di incontrarci più frequentemente anche con tutti i piloti e questo è sicuramente un aspetto positivo".

Sulla futura convivenza con Nicky Hayden, "Dovipower" si aspetta una collaborazione molto proficua: "Con Nicky non siamo mai stati compagni di squadra, ma è sempre stato un pilota molto corretto e molto tranquillo. Sono contento di averlo come compagno perchè anche io sono molto tranquillo. Se c'è la voglia reciproca di lavorare insieme e di scambiarsi idee sono il primo ad essere aperto per migliorare la situazione. Abbiamo già parlato un po' e lui mi ha detto le sue idee sulla moto. Avremo sicuramente modo di conoscerci meglio, ma mi sembra una bravissima persona e non è facile trovarne nel Motomondiale".

In chiusura è arrivato anche un accenno all'infortunio che lo ha fermato nei test di Jerez. Si tratta di una microernia: "Ho fatto una risonanza dopo la gara di beneficenza per Simoncelli a Latina. Diciamo che ho una microernia alla C5 e alla C6 nel mio collo. Avevo già avuto qualche problemino durante il Rally di Monza, ma sono arrivato a Jerez che mi sentivo a posto. Alla prima staccata, senza forzare, mi sono bloccato e non c'è stato modo di migliorare la situazione: anche con i farmaci non c'era modo di stare in moto. Peccato perchè era davvero importante provare a Jerez, comunque durante l'inverno ho fatto tutti i trattamenti del caso e la situazione è un po' migliorata, anche se è lunga da risolvere: non sono ancora al 100%, ma non credo che avrò problemi in Malesia".

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