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Alcol, lavori utili: la Cassazione conferma

La Suprema corte ribadisce quanto dice la Legge

Moto - News: Alcol, lavori utili: la Cassazione conferma

Sono sempre più i Comuni del Nord Italia che scelgono, per punire chi è stato sorpreso a guidare dopo aver bevuto parecchio alcol, i lavori utili: così vuole il Codice della strada. L’articolo 186 prevede che, per chi è sorpreso al volante con un tasso alcolemico superiore a 1,5 l/g, la pena detentiva (da 6 mesi a 1 anno) o pecuniaria (da 1.500 a 6.000 euro) possa essere commutata con un lavoro di pubblica utilità non retribuito. Ora la Cassazione conferma: la pena detentiva comminata per la guida in stato di ebbrezza può essere sostituita con un’ammenda, e questa può essere sostituita dal lavoro di pubblica utilità (sentenza 71/2013). Così gli ermellini hanno detto no all’opposizione del procuratore generale presso la Corte d’appello di Brescia, secondo cui la sostituzione con lavoro di pubblica utilità deve avere come oggetto una pena e non una sanzione sostitutiva.

Stando alla Cassazione, "la Legge n. 120 del 2010 ha introdotto nella disciplina sanzionatoria dei reati in materia di circolazione stradale, salvo che ricorra l’aggravante dell’incidente stradale, la sanzione sostitutiva del lavoro di pubblica utilità. La norma non prevede alcun divieto di applicare la sanzione sostitutiva del lavoro di pubblica utilità, dopo aver già sostituito, ai sensi dell’articolo 53 legge 689/1981, la pena detentiva inflitta".

Certo, resta il timore che questo nuovo metodo avvantaggi i furbetti, cioè chi sceglie di svolgere i lavori socialmente utili per evitare il sequestro dell'auto e il pagamento di una multa salata. Forse, una soluzione potrebbe essere una parziale modifica della regola: magari, andrebbe specificato nella norma che chi beve e poi guida dovrebbe sì lavorare nel sociale, ma a stretto contatto con chi rimane vittima di un incidente stradale, tramite gli ospedali, i pronto soccorso e i centri di recupero.


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