Checa: Panigale, una doppia sfida

1ª PARTE "La zavorra sulla Ducati? Come se mi avessero rotto un dito"


Carlos Checa a 40 anni riparte da zero, o quasi. L’unica cosa che rimarrà uguale nel 2013 per lui sarà la marca scritta sul serbatoio, quando glielo facciamo notare ride, “è vero, nuova moto, nuova squadra e anche la direzione del campionato”. Per lo spagnolo non sarà un’impresa semplice ripetere i successi con la nuova Panigale contro l’armata 4 cilindri. Dalla sua ha una grande esperienza, oltre alla velocità, ma questa volta non sarà una passeggiata e il primo a esserne consapevole è proprio lui.

Per il prossimo anno ti aspettano tante novità, come ti senti?

Ci saranno tanti cambiamenti, ma ci adatteremo. Penso che sarà una sfida molto grande perché siamo di fronte non solo a una moto ma a un progetto completamente diverso, dal motore alla ciclistica. Ci sono soluzioni innovative, come l’ammortizzatore laterale, non dico che partiamo da zero ma dobbiamo imparare molto. L’unica strada è lavorare, capire le difficoltà, come per ogni moto nuova. Dobbiamo fare chilometri e crescere per capire dove possiamo arrivare”.

La tua prima volta sulla Panigale non era andata bene, come è cambiata a Jerez?

A Misano mi aspettavo di più, la moto era un po’ che girava ma presentava ancora  tanti difetti. Dopo è migliorata un po’, nell’ultimo test a Jerez sono riuscito a guidarla un po’ meglio ma siamo ancora lontani per quanto riguarda i tempi sul giro. Bisogna lavorare su alcuni aspetti della moto, ma allo stesso tempo vedo che c’è un margine alto di miglioramento. I limiti si sentono chiaramente e con gli ingegneri sappiamo dove concentrarci”.

Cosa ti aspetti alla prima gara del 2013?

Questa non è una moto già pronta per essere portata in gara, senza parlare di vincere, e già riuscire a farlo sarà una soddisfazione. Farla diventare vincente sarà poi una soddisfazione enorme. Adesso mi aspetto che la moto cresca con me e con la squadra, formare un gruppo unito e lavorare nel modo più efficace”.

Dove si può arrivare?

Credo che il potenziale di questa moto sia alto, può arrivare al livello delle avversarie ma partiamo da un punto molto più lontano. I nostri rivali lavorano sulla loro moto da anni e partendo da una base ben conosciuta. Noi abbiamo un doppio handicap, per me sarà una sfida sia sportiva che tecnica e sarà soddisfatto di qualche buono risultato. Sono realistico, all’inizio sarà difficile ma il nostro pensiero è quello di lottare per le posizioni di testa il prima possibile”.

Come ti trovi con la nuova squadra?

Ho fatto solo un test e mezzo, praticamente, ma i meccanici sono di esperienza e ci siamo adattati bene. Io continuerò ad avere il mio ingegnere di pista Marco Losei e il mio telemetrista Marco Frigerio, per il resto mi sembra siano tutti a un buon livello. Batta è una persona molto esperta con una grande esperienza nel campionato e la gente che lavora con lui è molto capace, saremo un bel gruppo”.

La buona notizia è che non avrai più i 6 chili di zavorra sulla moto.

Aggiungerci dei chili è stata una decisione più politica che tecnica, presa dai nostri avversari. Nel 2011 la prima Ducati in classifica è stata la mia, avendo vinto il mondiale, ma la seconda è arrivata 9° in campionato. Ducati non era avvantaggiata, eravamo noi ad avere lavorato meglio. Però non mi potevano rompere un dito per farmi andare più piano, ma aggiungere peso è stata la stessa cosa dal mio punto di vista. Avevamo fatto solo un grande lavoro, merito del gruppo e di una moto che andava molto bene”.

Questa decisione quanto ha influito sul tuo ultimo campionato?

Quest’anno i sei chili di zavorra, la maggiore potenza delle altre moto e le gomme fatte per avvantaggiare le 4 cilindri sono tutte cose che ci hanno messo fuori dai giochi. Io ho fatto qualche errore e non voglio nasconderli, ma quando sei messo in una situazione così difficile sbagliare è molto più facile”.

Questa la prima parte dell’intervista a Carlos Checa, domani la seconda in cui parlerà del futuro della SBK.

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