Biaggi: avrei voluto essere come Bolt

"Rossi il più grande? Dire di si sarebbe fare torto a grandi del passato"

Max Biaggi è stato ospite oggi di SKylive. In studio con lui Biagio Maglienti. Il pilota romano, ritiratosi recentemente dalle competizioni, ha risposto in TV alle domande a lui indirizzate dai tifosi via twitter prima di partire per le usuali vacanze in America.

"Le faccio sempre, questa volta andrò con tutta la famiglia e non mancherò alla prima gara di Supercross a Anhaeim. C'è una atmosfera bellissima perché in Usa sanno come fare spettacolo, e poi rincontro sempre tutti i grandi campioni di moto degli anni '80".

Interrogato su che sportivo avrebbe voluto essere qualora non avesse scoperto le due ruote Max ha confessato il suo amore per l'atletica.

"Se non fossi stato un pilota mi sarebbe piaciuto essere…Usain Bolt - ha detto il Corsaro - in fondo anche lui è veloce, anche se con le gambe. Ho letto che in proiezione futura, fra dieci anni, si potrebbe scendere sotto i 9" sui 100 metri. Una cosa veramente incredibile".

Come corridore Max ha iniziato tardi. Quanto tardi?

"E' vero, quando Loris Capirossi vinceva il mondiale della 125, a 17 anni, io stavo praticamente iniziando allora", ha risposto Biaggi. Visti i risultati il ritardo è stato praticamente ininfluente.

Immancabile è arrivata anche una domanda su Valentino Rossi: è lui il pilota più grande di tutti i tempi?

"E' difficile dare una risposta - ha replicato Max - c'è stato un periodo di piloti fortissimi come Lawson, rainey e Schwantz. Dire di sì significherebbe quasi fargli uno sgarbo. Anche perché correvano con moto difficilissime, le 500 due tempi che all'epoca avevano 170 cv e pesavano appena 115 Kg. Nel mio periodo il peso era aumentato a 130 per evitare i troppi incidenti di quel periodo. Vincevano in tre perché tutti gli altri fra una gara e l'altra erano ingessati!".

A chi da twitter gli chiedeva di commentare la sua breve esperienza nello stesso box Biaggi ha risposto con un velo di rimpianto nella voce.

"A me il Sic ricordava Cerezo, il calciatore brasiliano. Dinoccolato, sempre sorridente e tranquillo. In quella gara ad Imola abbiamo fatto un bel risultato di squadra: io sono arrivato secondo in Gara 1 e lui 3° con me 4° in Gara 2. Pensa te il destino: il suo capomeccanico poi è diventato il mio".

Inevitabile una domanda sugli incidenti gravi.

"I piloti non ci pensano, ma inevitabilmente quando cose del genere accadono ti rimettono con i piedi per terra".


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