Rossi: Stoner mi odia perché l'ho battuto

"Nel 2008 non fu abbastanza uomo da accettare la sconfitta di Laguna"


Non è un mistero che non scorra buon sangue tra Valentino Rossi e Casey Stoner. In pista ed in parco chiuso, le cortesie scambiate tra i due piloti negli ultimi anni si possono contare sulla dita di una mano. Al di là delle dichiarazioni di facciata, guai a chi pensa che il ritiro dell'australiano abbia in qualche modo risanato il rapporto tra i due. Dall'iconica battaglia tra il 'Dottore' al 'Canguro' nel 2008 a Laguna Seca, conclusa con la caduta dell'australiano, nessuno dei due ha più fatto buon viso a cattivo gioco al cospetto dei media. I la querelle non sembra destinata a finire.

"Stoner ha cominciato a odiarmi perché ha perso la battaglia di Laguna nel 2008 – ha detto Rossi sulle righe del magazine "Legends", prodotto da DaineseDa allora sembrava che parlasse sempre del passato, di quella gara, perché non era abbastanza uomo da capire che, quella volta, lo avevo battuto".

Resta il fatto che l'australiano, il pilota con più vittorie (33) nell'era 800, abbia messo in seria difficoltà Rossi insieme a Lorenzo e Pedrosa negli anni seguenti. Ma il 'Dottore' non ha perso la gioia di correre.

"Il gusto della vittoria mi tiene incollato a queste moto – ha confessato – È come una droga. È diverso da ogni altra cosa. È la ragione principale per correre. Sfortunatamente dura poco: tre o quattro ore. Il giorno dopo, ne vuoi ancora. Non finisce mai".

Al di là di tutte le moto provate in carriera, Rossi ha anche provato a riassumere in poche frasi il suo approccio ai GP.

"C'è molta adrenalina prima della corsa, ma è una sensazione positiva. Dopo la partenza entri in un'altra dimensione. Trovi il massimo livello di concentrazione e fai quello che devi fare. Tutto diventa chiaro".

In 17 stagioni nel motomondiale, Rossi è stato testimone oculare di molti cambiamenti professionali, regolamentari, e culturali. Sono lontani i tempi spensierati in cui il tifo nei suoi confronti era pari alla curiosità riguardo alle sue celebrazioni post-gara. Forse anche per questioni di età. Ma nessuno dopo di lui è riuscito a raccoglierne il testimone di intrattenitore.

"Negli ultimi questo sport è diventato un po' troppo serio, ed anche i piloti. In passato era solo una questione di coraggio, ma ora tutti sono seri e molto atletici. Fanno la dieta e si allenano sempre, non hanno una vita normale. Credo sia importante anche divertirsi un po'".


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