Una notte al Max: Biaggi, ci mancherai

Al Just Cavalli di Milano Lorenzo e friends hanno celebrato il ritiro del Corsaro


C'erano vent'anni di vita di Max Biaggi, questa notte, al Just Cavalli di Milano, non solo di carriera. Un rivale come Loris Capirossi, il campione del mondo della MotoGP e amico Jorge Lorenzo, l'ex iridato Luca Cadalora, e poi tutto il suo team capitanato da Gigi dall'Igna e Aligi Deganello, gli attori Teo Teocoli, Massimo Boldi, il DJ Ringo, Maurizio Flammini, Paolo Ciabatti e via via, Pirovano, Corsi, Gianola, Marino Laghi, il fisioterapista-fratello maggiore del romano. Il suo secondo padre, come Pietro è il primo. Campioni e belle donne, naturalmente, come Eleonora Pedron, la compagna di Max dagli occhi stellati.

Impossibile ricordare tutti. Abbiamo visto il motociclismo di ieri e quello di oggi, perché Max ha attraversaro due ere geologiche del motomondiale.

"I ragazzi che corrono ora sono molto diversi da come eravamo noi - ha ricordato Cadalora - noi non facevamo i piloti, eravamo piloti, in ogni momento della giornata e della vita. Ci insultavamo, insultavamo i giornalisti rei di non aver scritto bene, ma poi alla sera, brindavamo assieme nel paddock. Pronti a ricominciare il giorno dopo".

E' stato un ritiro con i fiocchi, quello del Corsaro. Un ritiro neverending, perché va avanti da più di quindici giorni e l'entusiasmo, i ricordi, per questi sei titoli iridati, le tante vittorie, non diminuscono.

Il Presidente della Federazione Italiana, Paolo Sesti, che non ce l'ha fatta ad arrivare a Milano ha mandato un messaggio sentito al fuoriclasse romano: "Caro Max, decidere di lasciare da campione del mondo è un'altra delle tue tante scelte vincenti. Il mio sincero grazie per quello che ci hai regalato e insieme al mio, l'abbraccio di tutta la FMI. Orgogliosi di te".

Quasi poetico.

Più prosaico, Lorenzo che ha ripetuto quanto già rivelato nelle scorse settimane.

"Quando entrai nel motorhome di Max fra Gara1 e Gara2, a Magny-Cours, lo trovai abbattuto. Ho buttato quasi via il mondiale, mi disse. Ed io: hai vinto tante battaglie, lasciati tutto alle spalle, entra in pista Campeon e combatti. Se vinci vinci, se perdi perdi, ma hai già vinto tanto".

"E' stata una emozione incredibile, vincere questo mondiale per mezzo punto - ha ammesso Dall'Igna - sullo schieramento l'aria sembrava di gomma, si poteva plasmare".

"E' vero, ma si vincono le Olimpiadi per mezzo centimentro - ha sottolineato Ringo - mezzo centimetro o mezzo punto, l'importante e vincere".

Frasi slegate, confusione, urla e l'inevitabile "we are the champions" che Max e Jorge hanno intonato assieme, mentre Deganello, commosso, ad un certo punto ha chiamato Max, Marco, facendo scattare un applauso commosso.

Una serata indimenticabile, insomma, nella quale lui, Massimiliano Biaggi, a tratti ci è apparso il ragazzino che era, al suo esordio, e non l'uomo maturo di 41 anni che è oggi. Miracolo a Milano.

 


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