Pedrosa domina il caos a Valencia

Dani vince dalla pit-lane. Storico podio per Nakasuga, davanti a Stoner


Il caos ha regnato sovrano nell'appuntamento di chiusura del motomondiale a Valencia. In particolare, grande incertezza sulla scelta delle gomme prima della partenza, tra azzardi e ripensamenti ed una pista umida e insidiosa. A spuntarla è stato Pedrosa, che di fatto ha replicato l'impresa del futuro compagno di squadra Marquez con una vittoria in rimonta dopo essere partito dalla pit-lane. Secondo il collaudatore Nakasuga, primo giapponese sul podio in classe regina dopo Nakano a Le Mans nel 2006. Ultima vittoria quella di Tamada primo in Giappone nel 2004, che ha preceduto Casey Stoner. A terra Lorenzo quando era in testa, mentre il meteo non ha regalato un lieto fine all'avventura di Rossi in Ducati, con il Dottore decimo sul traguardo.

"L'errore di Lorenzo era quello che ho cercato per tutta la stagione, ma è arrivato tardi – ha detto Pedrosa Era complicato fare la scelta giusta con le gomme. Ho capito sul giro di riscaldamento che dovevo passare a quelle da asciutto. Dalla pit-lane sono stato subito molto veloce, anche se era difficile superare gli altri. Quando ho preso Jorge ho fatto un errore, ma poi è capitato a lui. Era difficile restare concentrato fino alla fine, ma è bello chiudere così con la mia squadra".

LA GARA – Lorenzo decide di passare alle gomme slick dopo il giro di schieramento, mentre Pedrosa, Hayden, Bautista e Crutchlow decidono di passare alle gomme da asciutto dopo il giro di riscaldamento, essendo così costretti a partire dalla pit-lane. Allo spegnimento dei semafori Espargaró guadagna una storica testa della corsa su una CRT davanti a Dovizioso, Stoner, Rossi e Barbera.

L'euforia di Espargaró finisce dopo un paio di giri, quando Lorenzo dimostra che la scelta delle gomme asciutto è stata azzeccata e si mette in fuga. Dovizioso, Stoner e Rossi sono costretti a rientrare ai box per correre ai ripari, mentre Pedrosa rimonta dalle retrovie e si mette alle spalle del neo-campione. Scivolano Hayden e Bradl.

Il ritmo imposto alla gara da Lorenzo e Pedrosa (1'34 basso) nella fase iniziale è insostenibile. I due girano circa tre secondi più veloce di chiunque altro, e si ritrovano pressoché appaiati dopo che il maiorchino ha perso tempo prezioso per doppiare Barbera. Crutchlow lotta per il terzo posto con un sorprendente Nakasuga, mentre Stoner precede Dovizioso e Rossi in ottava posizione, alle spalle di Pirro e Petrucci.

Un errore di Pedrosa al 13º giro lascia Lorenzo in fuga per la vittoria. Per poche curve però, perché nel tentativo di superare Ellison è protagonista di uno spettacolare e fortunatamente innocuo high-side che lo sbalza bruscamente dalla sua M1.

Nell'ultima parte di gara, Stoner rimonta, portandosi fino alla quinta posizione. Più attardato Dovizioso, sesto alle spalle di un ottimo Pirro, mentre l'ultima gara di Rossi in sella alla Ducati si trasforma in un calvario: doppiato da Pedrosa, viene superato anche da Abraham ed Ellison e relegato alla 10ª posizione. Cade Crutchlow, regalando una seconda posizione sorprendente al collaudatore Nakasuga. Anche Bautista assaggia provvisoriamente il podio, ma viene incalzato da Stoner che gli recupera circa due secondi al giro e lo passa al penultimo passaggio.

Pedrosa chiude così la sua miglior stagione in MotoGP raccogliendo la sua settima vittoria (una in più del campione Lorenzo). Storico podio per Nakasuga, che addirittura precede Stoner nel giorno del suo ritiro dalle corse, suscitando la commozione di tutto lo staff giapponese di Yamaha. L'australiano saluta così la MotoGP prima di tornare in terra natia a pescare ("going fishing", recitava la sua lavagna).

"È bello chiudere sul podio dopo una gara difficile – ha dichiarato l'australiano – Avevo paura di cadere e farmi male, quindi ho optato per le gomme da pioggia in griglia ma non era la scelta giusta. Sull'asciutto potevo andar anche meglio, ma questo podio è il mio modo di dire ancora grazie alla mia squadra".

Fare thee well, Casey!

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