Ducati al banco prova del 'dopo Rossi'

Sarà riorganizzato il reparto Corse ed un nuovo progetto è dietro l'angolo


Non si può chiudere una storia come quella di Valentino Rossi con Ducati senza veleni. Se il pesarese, infatti, da domani tornerà in Yamaha con tante speranze ed altrettanti dubbi, in quel di Borgo Panigale ci si interroga sul futuro.

Un futuro che, almeno a giudicare da ciò che accadrà martedì - in pista si rivedrà una GP12 con modifiche di dettaglio legate soprattutto alla distribuzione dei pesi - è ancora tutto da tracciare.

L'impressione, comunque, è che il lavoro sarà razionalizzato con una struttura direzionale meno verticizzata. Le voci a Valencia parlavano di una rimozione dall'incarico di Filippo Preziosi, papà di tutte le Desmosedici. In realtà si tratterà probabilmente solo di una rimodulazione dell'incarico, togliendo al progettista parte del lavoro che era stato costretto ad accollarsi in questi anni e che avevano 'appesantito' la sua direzione. Del resto in questo senso la Ducati si è mossa riprendendo Paolo Ciabatti, manager di provata esperienza, che ha firmato il contratto martedì scorso.

Ciabatti, ex Ducati, ma anche ex Infront, rimarrà al suo posto a capo della struttura della Superbike fino al 31 dicembre, per gestire la transizione ed il passaggio di poteri alla Dorna, ma giù in questi ultimi mesi dell'anno passerà molti giorni di "ferie" a Bologna per riprendere in mano l'avventura in Rosso lasciata nel 2007.

La responsabilità della gestione operativa di Ducati Corse, e dunque anche i budget, passeranno a lui.

E' stato scelto, oltre che per la profonda conoscenza del mondo Ducati, anche per il suo livello manageriale. Serviva un personaggio di peso, dotato di senso politico. Ciabatti dunque rileverà anche gli incarichi di Alessandro Cicognani, che oltre che occuparsi di sponsorizzazioni è stato mandato avanti in questi anni anche ad occuparsi dei piloti, salvo venire smentito dai suoi stessi vertici, vedi il "caso Crutchlow".

Vittoriano Guareschi continuerà ad essere il team manager.

Ciò vuol dire il fallimento della strategia della 'doppia guida' - ufficializzata a Madonna di Campiglio tre anni fa da Claudio Domenicali dopo l'uscita di scena di Livio Suppo, passato alla Honda.

Ovviamente sopra tutti siederà un uomo dell'Audi e non è detto che non possa essere lo stesso Wolfgang Durheimer, che dal’1 settembre scorso è responsabile dell' R&D e del Motorsport dell’intero Gruppo Volkswagen.

"Preziosi è una delle persone chiave in Ducati ed avrà il suo settore di responsabilità - ha detto il manager 54enne - non è mia abitudine mandare via nemmeno un meccanico senza aver parlato con lui".

La struttura tecnica, comunque, sarà più che verticizzata, riorganizzata. Dovrà essere ben chiaro chi ha la responsabilità di cosa, in modo che non si ripetano più situazioni come quella di Crutchlow e, ben più grave, quella di Valentino Rossi che, ancora indeciso se restare o lasciare, dopo le riassicurazioni di Guareschi a cui sembrava disposto a credere, cambiò idea a Laguna Seca.

"Non è possibile che al posto di Filippo Preziosi arrivi un ingegnere da Audi - è l'opinione di Gigi Dall'Igna, numero uno del reparto corse Aprilia - le competenze sono molto diverse. Ci vorrebbero un paio di anni prima che un tecnico inesperto della dinamica di una moto prendesse in mano la situazione tanto da poter progettare qualcosa e la Ducati non ha questo tempo. La grossa difficoltà quando si dirige un reparto corse è che il numero uno deve avere competenze molto allargate. Un telaista, infatti, parla di millimetri o centimetri, il motorista di decimi o centesimi".

Al suo interno, comunque, la Ducati ha già tecnici esperti in entrambi i settori, come Marco Palmerini, che guarda caso è un ex Aprilia esperto di dinamica dei veicoli. Gente che i telai li sa fare, ma che deve fare i conti con il layout scelto per il motore, una L di 90° che ha ingombri diversi dalle V di 70° o poco più degli altri propulsori o dal 4 in linea, eccezionalmente compatto, di Yamaha.

Ed è proprio su questo fronte che si sta continuando a lavorare a Borgo Panigale, la centralizzazione delle masse e la distribuzione di pesi. Un campo, però, sul quale più che la teori conta la sperimentazione. E se si pensa che la GP12, nella versione guidata da Barbera è zavorrata sotto il codino, ma la soluzione ideale non è stata trovata nella versione portata in gara fino ad oggi da Rossi, si capisce quanto ci sia ancora da lavorare.

Tanto che viene da domandarsi se vale la pena affinare, come è stato fatto finora, o piuttosto partire da un foglio bianco. Anche perché da prendere in considerazione c'è il vitale apporto di Phillip Morris, il cui accordo con Borgo Panigale scadrà a fine 2013.

C'è bisogno, insomma, di un reset. I cervelli che hanno guidato fino ad ora la Ducati devono ripartire con nuove logiche. Non si fa del resto così con i computer quando qualcosa non funziona più correttamente? Delle volte l'unica soluzione possibile è quella di riavviare.

 

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