Pedrosa: giro perfetto? Non è il primo

Lorenzo: "contro la Honda nulla da fare, oggi ho rischiato più del normale"


Un giro perfetto? Ho fatto tanti altri buoni tempi nella mia carriera”, Dani Pedrosa sceglie il profilo basso per commentare il suo giro record nelle qualifiche. Il cronometro ha segnato 1’30”844 che tradotto significa quasi due decimi più veloci della migliore prestazione di sempre a Valencia che portava la firma di Valentino Rossi ed era datata 2006, quando ancora c’erano gli pneumatici da qualifica. “Contro Stoner e Lorenzo sapevo che non sarebbe stata facile in qualifica, all’inizio mi sono concentrato a capire la moto e l’asfalto nuovo e quando ho montato la gomma morbida ho dato tutto me stesso – spiega Dani – Sono riuscito a sfruttare al meglio l’extra grip e a prendermi il record, del resto era da tanto che non veniva migliorato”.

Per Pedrosa sono diversi i fattori che gli hanno permesso di spuntare la prestazione. “Conosco meglio la moto e ho capito quale traiettorie fare per evitare le piccole buche che ancora ci sono, l’asfalto nuovo non è così buono come in tanti dicono – continua – In Spagna poi ho sempre delle motivazioni aggiuntive, è normale, sento la spinta dei miei tifosi”. Lo spagnolo non è però ancora del tutto soddisfatto della sua Honda, “il chattering rimane, solo che in questa pista che gira a sinistra lo sentiamo meno – afferma – Effettivamente non sappiamo perché il problema ci sia nelle curve a destra. Quest’anno abbiamo fatto tanti test per risolvere e provato tante cose, ma non siamo riuscita ad eliminarlo completamente”. Non dovrebbe però essere un limite per la gara che Dani prospetta “a tre, e potrebbe essere molto bella”.

Jorge LorenzoJorge Lorenzo ha invece dovuto accontentarsi del secondo posto, a 3 decimi e mezzo dal rivale. “In pista mi sto divertendo molto di più rispetto alle ultime gare – dice pensando alla pressione per il campionato scomparsa – Oggi ho fatto veramente del mio meglio, ho rischiato più del solito, ma non c’è stato nulla da fare. Semplicemente nell’ultimo settore della pista perdo troppo rispetto alle Honda”. La Yamaha ha rivelato ancora una volta il suo tallone di Achille e la rivale il suo asso della manica. “Non posso essere sicuro – spiega il maiorchino – ma penso che la RCV sia avvantaggiata dall’uscita dell’ultima curva, un’accelerazione dalla prima marcia, fino alla fine del rettilineo”. Non è una novità e Jorge spera che la Yamaha riesca a migliorare in questo frangente per la prossima stagione. “Non ho alcuno dubbio che in Giappone non lavoreranno per farlo – conferma – Honda mi preoccupa sempre, è una grande azienda con enormi risorse economiche. Yamaha è più piccola, ma ha dimostrato di sapere vincere ugualmente molti titoli mondiali nella sua storia, anche con meno soldi”.

Con il titolo in tasca, la vittoria domani sarebbe la classica ciliegina sulla torta. “La gara non è la qualifica, le cose possono cambiare – dice – Soprattutto in un circuito come questo, dove le gomme calano molto rapidamente, già dopo 5 o 6 giri. Se poi dovesse piovere, la storia sarà completamente diversa”.


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