Alla vigilia dell'ultimo appuntamento della stagione a Valencia, Carlos Checa è stato avvistato nel paddock della MotoGP. Vecchia conoscenza del motomondiale, dove militò a tempo pieno dal 1993 al 2007, il pilota della Ducati Superbike ha fatto il punto della situazione sui prossimi passi della sua longeva carriera. Nel prossimo anno Carlos gareggerà sempre con la Ducati nel team Alstare di Francois Batta affiancato da Ayrton Badovini.
Come procede lo sviluppo della 1199 Panigale?
"È un progetto entusiasmante. Stiamo parlando di una moto diversa, nata da un concetto nuovo. Dobbiamo dedicarci tempo e fare più test possibili prima dell'inizio della prossima stagione per raggiungere il livello desiderato. Proverò ad Aragon il 14 e 15 novembre, poi a Jerez dal 27 al 29. Spero di trovare la giusta competitività il prima possibile, ma ci aspetta sicuramente del lavoro da fare per avvicinarci alla concorrenza. I nostri avversari hanno dai 2 a 4 anni di vantaggio in termini di sviluppo, e la potenza delle 1000 è difficile da raggiungere per una bi-cilindrica. In certi circuiti il divario in termini di motore si traduce in mezzo secondo al giro".
Da dove riparte la tua sfida nella SBK?
"Sono in Ducati da 3 anni e qui sto bene. Ho un bel gruppo di lavoro, con il quale ho vinto un titolo e realizzato un terzo posto nel mondiale. Lo scorso anno, per motivi tecnici e di regolamento, non sono riuscito ad andare oltre il quarto posto, ma non ho perso l'entusiasmo. Rispetto alle MotoGP, queste moto non possono fare cambiamenti altrettanto radicali, quindi lo sviluppo procederà in modo diverso. Cercherò di fare il mio lavoro al meglio, e vedremo dove possiamo arrivare insieme".
Per uno che ha combattuto in entrambi i campionati, come vedi il passaggio di consegne della SBK nelle mani della Dorna?
"Non credo che, di fatto, cambierà nulla in tempi brevi. Se dal 2014 questo significherà un passo indietro a livello di elaborazione e tecnologia per me non sarebbe un problema. Anzi, credo che sarebbe una cosa positiva per tutti".
Ti ha sorpreso il ritiro di Max Biaggi?
"No, anche perché non penso sia una questione di età quanto di motivazioni. Dipende molto dal progetto che ti propongono, e dall'entusiasmo che genera in te. Io ancora voglia di dedicarmi anima e corpo a questo lavoro, e mi alzo tutti i giorni con questo pensiero. Certo non credo che correrò fino a 50 anni, ma mi trovo bene nella squadra, mi sento in forma, e ho ancora molta voglia di crescere ed imparare come pilota".
Quali sono le tue impressioni sulla MotoGP? Hai un favorito per l'ultima gara?
"Mi piacciono molto l'atmosfera e l'alto livello della competizione. Ho ancora molte conoscenze nel paddock, ed è bello per me essere qui e rivederle di persona. Poi mi è piaciuta la sfida tra Lorenzo e Pedrosa. Con Jorge ho più rapporti, ma non ho un favorito per la gara. Al risultato ci può arrivare uno solo, e non è mai una cosa facile".
Da ducatista, che ne pensi della fine dell'avventura tra la Rossa e Valentino Rossi?
"Credo sia stata comunque un'esperienza importante per entrambi, dalla quale ognuno può portare a casa degli insegnamenti. È un peccato che sia mancato il risultato, ma ci hanno provato fino alla fine. Ora è normale che prendano strade separate. Valentino potrà concentrarsi maggiormente sulla parte sportiva e meno su quella tecnica, mentre Ducati comincerà un'esperienza differente, probabilmente con meno pressione sulle spalle".