Dovi: Ducati? Non guarderò i tempi

Martedì il debutto sulla D16: "cambieranno tante cose. Per il 2014 voglio il podio"


Ancora quattro giorni, un Gran Premio da correre e poi sarà il momento di salire sulla Ducati orfana di Valentino.  Andrea Dovizioso è arrivato a Valencia con due obiettivi, il primo salutare con un bel risultato il suo team e il secondo scoprire pregi e difetti  della Desmosedici. “A martedì penso da quando ho firmato il contratto – confessa il forlivese – Inizierà una storia nuova per me e sono curioso di provare la moto, ma credo di dovere approcciare questa situazione in modo intelligente. Non salirò in sella spingendo al massimo per realizzare un tempo ad effetto, non servirebbe a niente, non  guarderò ai distacchi dai primi, né se saranno di due decimi o di due secondi”.

Il Dovi-pensiero è chiaro, vuole fare un passo alla volta, consapevole che avrà di fronte a sé due anni in cui molte cose cambieranno. “Sono certo che ci saranno dei cambiamenti, anche nell'inverno, la situazione attuale della Ducati lo impone. Ma ce ne saranno anche nei regolamenti e dovremo vedere cosa succederà nel 2014 – sottolinea Andrea – Dovremo rimboccarci le maniche e tenere i piedi ben saldi a terra, lavoro da fare ce n’è e i problemi non si risolvono in un test o due e neppure in un mese. Prima di tutto sarà necessario capire cosa non ha funzionato negli ultimi due anni, senza raccontare bugie ai tifosi o creare false aspettative”.

L’esperienza di Dovizioso sarà la sua arma migliore per riuscire in una sfida dove in tanti hanno fallito. “Il livello di Honda e Yamaha, come quello dei loro piloti, in questo momento è altissimo – sottolinea – Io non voglio fissare obiettivi nel breve termine, ma alla fine di questi due anni voglio potermi giocare costantemente il podio, avere quella velocità. Poi per la vittoria sarà questione di piccole differenze”. Il forlivese raccoglierà anche un’eredità pesante, quella di Rossi. “Questo biennio difficile con Valentino potrebbe riservare anche aspetti positivi, perché potrebbe essere da stimolo per il futuro” riflette.

Prima di salire sulla Ducati lo aspetta però un’ultima gara con la Yamaha “e voglio salutare nel migliore dei modi il team Tech 3 – afferma Dovizioso – qui ho trovato una famiglia, non è scontato avere certi rapporti umani in un mondo così professionale. Sono che non sarà facile, ormai il mondiale e chiuso, nessuno ha più calcoli da fare e Lorenzo, Stoner e Pedrosa si scanneranno per vincere”. La pista non è delle migliori per il forlivese, “piace a pochi piloti – conferma – ma hanno rifatto l’asfalto e questo potrebbe essere un elemento che potrebbe riservare sorprese”.

Andrea è fiducioso, la sua crescita sulla M1 è stata costante e sfrutta quest’ultimo GP anche per fare un bilancio dell’anno. “Quando cambi moto ti sembra sempre che quella su cui salirai sia tre volte più veloce della precedente, ma poi ci sbatti il muso – dice – E’ capitato anche a me, mi sono servite le gare per capirla e riuscire a sfruttarla. In Portogallo ho iniziato a guidarla bene e poi sono arrivati 6 podi, nessuno ci avrebbe scommesso all’inizio della stagione. Il più bello è stato quello a Barcellona, quello in cui ero più veloce, ma il weekend dove mi sono sentito meglio sulla moto è stato in Malesia. E’ un rammarico non avere avuto una gara asciutta”.

L’ultimo commento è per il ritiro di Biaggi: “non riesco a vederlo negativamente – spiega il Dovi – Max ha corso per tantissimo tempo e ha smesso nel momento migliore, da vincente, dimostrando di avere le palle per vincere anche in Superbike. Non voglio entrare sulle sue motivazioni, ma so, da pilota, quanto sia difficile dire basta quando puoi ancora vincere”.

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