Un anno fa in Australia, Jorge Lorenzo fu costretto ad un inseguimento disperato nei confronti di Casey Stoner che gli costò una parte dell'anulare sinistro durante il warm-up. A dodici mesi di distanza, il maiorchino è passato al ruolo di inseguito, comandando la classifica iridata con 23 punti di vantaggio su Dani Pedrosa. Il sogno del secondo titolo nella classe regina, quarto in carriera, è dunque a un passo dal diventare realtà. Ma cosa è cambiato rispetto al 2010?
"Ora ho 25 anni – ha esordito Lorenzo – Non sono più un ragazzino, ma nemmeno mi sento completamente un adulto. Ho comprato casa, è moderna e minimalista come me, e convivo con due amici. Senza di essi non potremmo condividere i momenti belli e quelli brutti. Ne ho sempre avuti al mio fianco, e negli anni c'è chi è restato e chi si è allontanato".
Parlaci dell'amicizia che lega te e Max Biaggi.
"Lo ammiravo fin da quando avevo dieci anni, ma è dal 2010 che siamo diventati veramente amici. È una persona speciale, bisogna conoscerlo per imparare a capirlo".
E Valentino Rossi?
"Lui ha un dono: è simpatico. Io invece ai box non scherzo. Solo in privato, con gli amici. Sono veramente serio e concentrato, perché mi sto giocando la vita. La gente vede Valentino forse più spensierato, e lui ha saputo sfruttarlo per crearsi un'immagine. Dal punto di vista del marketing non ha rivali. Dopo due anni difficili la sua popolarità forse non è più la stessa, ma rimane un personaggio".
E a livello sportivo?
"Con nove mondiali e oltre 100 gare vinte, non deve dimostrare niente a nessuno. È chiaro, lo sport è dinamico e c'è una parabola per ogni atleta. Nessuno compete per sempre, ma alla sua età può ancora essere veloce".
Abbastanza da impensierirti?
"Posso batterlo ad armi pari, l'ho fatto nel 2010 ma non era quella la cosa più importante. È vincere il campionato che dimostra che sei il più forte. A me piace vincere, a prescindere dall'avversario. Sono cose che non puoi scegliere".
Eppure forse ti sarebbe convenuto appoggiare un rinnovo di Spies piuttosto che lasciare la porta aperta ad un compagno 'scomodo' come Rossi…
"La Casa deve scegliere liberamente. Io non sono nessuno per dare ordini di questo tipo. Con Ben sto bene, e mi dispiace che non resti in Yamaha, ma continuare così era impossibile per entrambi".
Che ne pensi di Marquez?
"È forte, a Motegi ha dato una lezione a tutti. Mi ricorda me stesso da più giovane nel senso del rischio. Non avevo mai paura di cadere, come lui ora. Prende molti rischi, e non potrà continuare così per altri 10 anni. Io sono cambiato. Ora conosco meglio il mio limite e cerco di non superarlo".