Cortese: da giovane ero più italiano

In neo iridato Moto3: "Ajo è stato un maestro e mi ha fatto diventare più tedesco"

Share


Limitandoci a leggerne solo il nome e cognome potremmo illuderci che il primo campione del mondo della storia della Moto3 sia italiano, ma Cortese di calabrese ha solo le origini. Il padre Antonio e la madre, Caterina, sono di Cirò, in provincia di Crotone, dove il pilota va ogni anno in vacanza per trovare gli amici e la nonna Teresina. Sandro è nato a Ochsenhausen 21 anni fa ed è fidanzato con Anna, una bella ragazza tedesca. Oggi ha regalato alla Germania un altro titolo, dopo quello di Bradl dello scorso anno in Moto2. “Mi sento soprattutto tedesco , ma ogni tanto la parte italiana viene a galla” scherza il neo iridato.

E’ sempre stato così?

Agli inizi della mia carriera ero molto giovane e veloce e più italiano. Poi ho conosciuto Aki Ajo che mi ha fatto diventare più tedesco”.

E’ lo stesso manager con cui hai conquistato questo campionato, cosa rappresenta per te?

E’ stato un maestro, mi ha insegnato tantissimo”.

Oggi è come se avessi concluso un cammino iniziato anni fa.

Non è stato facile, devo ringraziare la mia squadra che è stata perfetta in tutta la stagione e KTM che mi ha fornito un’ottima moto. L’anno scorso è stato difficile scegliere con che moto correre, era una nuova categoria e non conoscevano quali sarebbero stati i valori in campo”.

Ti ricordi la prima gara della stagione?

In Qatar ero salito sul podio, ma le FTR erano velocissime. Abbiamo lavorato tantissimo per recuperare e la vittoria è arrivata presto, all’Estoril”.

Hai incominciato lì a pensare al campionato?

No, c’erano tanti piloti veloci, Vinales, Salom, Rins, Fenati, e ho cercato solo di rimanere calmo e concentrato. In passato avevo commesso molti errori e non volevo ripetermi”.

Allora dove hai pensato che potevi puntarci?

Dalla seconda metà della stagione, a Indianapolis, dopo la caduta di Maverick, mi sono detto che sarei dovuto restare ancora più concentrato, non dovevo farmi prendere dall’entusiasmo, pensare di essere il migliore. La gara di Misano mi ha dato ancora più coscienza delle mie possibilità e da lì ho incominciato a usare di più la testa”.

Vinales ti ha dato una mano, rompendo con la sua squadra.

E’ stato un fine settimana strano, ma non volevo conquistare il titolo  senza vincere la gara, come approfittando della sua assenza.  Sapevo di non averne bisogno, ma negli ultimi giri ci ho provato, pur senza prendere troppi rischi. Mi spiace di avere tolto a Khairuddin la soddisfazione di vincere la sua prima gara in casa, ma la volevo”.

Cosa hai pensato quando hai tagliato il traguardo?

Vincere titolo e gara è stata un’emozione incredibile, in questo fine settimana avevo tanti pensieri per la testa. E’ stato come togliermi un peso dalle spalle, mi sono sentito più leggero”.

Come festeggerai?

Con la mia squadra, ha avuto gran parte in questo risultato”.

E le ultime due gare?

Cercherò di divertirmi, come ho fatto fino a qui”.

Articoli che potrebbero interessarti