La storia si ripete, Lorenzo scatta in testa e Pedrosa gli si incolla al codone, poi Dani decide che è il momento di attaccare. Sorpassa Jorge e scappa. Al pilota della Honda va la vittoria di tappa e intanto il titolo si avvicina sempre di più al maiorchino, che nelle ultime tre gare potrebbe anche accontentarsi del terzo gradino del podio e portarsi a casa l’alloro di campione. Sulla carta sono entrambi felici, anche se il ruolo del pilota raggiante lo gioca Pedrosa e quello dello scontento Lorenzo. Un dubbio però rimane, quello che Jorge abbia deciso semplicemente di alleggerire il gas, di accontentarsi, perché rischiare potrebbe non pagare quanto un secondo posto.
“Certo che sono deluso, basta guardare la mia faccia – si difende il maiorchino – mi sentivo forte, fin dal venerdì e credevo di potere vincere, ma non c’è stato nulla da fare. Dopo che Dani mi ha sorpassato era impossibile seguirlo, il mio posteriore scivolava troppo in accelerazione. Il vantaggio che la Honda ha in accelerazione non era possibile da recuperare in percorrenza della curva”. Per Jorge la bilancia si è spostata pericolosamente verso Tokyo. “La differenza fra le due moto forse è minore rispetto allo scorso anno, ma c’è” continua a sottolineare.
Però alla fine non riesce a essere del tutto scontento. “Se guardo alla classifica è molto meglio essere nella mia posizione che in quella di Dani – ammette – e il campionato è più importante delle singole gare”. Una lezione che potrebbe guidarlo anche negli ultimi GP, dove fare il ragioniere potrebbe essere la scelta che più lo tenta. “Questa delle ultime forse era la pista più difficile per noi, ma già in Malesia la situazione potrebbe essere più favorevole e a Phillip Island ancora di più” le sue parole. Un Lorenzo all’attacco? Forse ma con l’occhio attento all’aritmetica.
Lo sa bene anche Dani Pedrosa che si gode così ogni momento, “vincere in casa della Honda è molto bello – dice – I primo giri sono stato attento, alcuni pneumatici innescavano chattering, è successo a molti piloti ieri. Quello per la gara l’avevamo provato e n on doveva dare di questi problemi, ma non ne ero sicuro. Un po’ di vibrazioni le avvertivo, ma in uscita di curva. Ci ho convissuto, prima ho controllato e poi sono riuscito a distanziare Jorge, che guidava benissimo”. Al catalano non sembra che la Honda abbia grossi vantaggi, “a me le due moto sembrano molto simili, forse la nostra è leggermente più veloce, ma alla fine dei conti la Yamaha mi sembra esserlo ugualmente” il suo pensiero.
Ad altro non vuole pensare, né al campionato né a Stoner che potrebbe togliere dei punti decisivi per il titolo. Sa che non gli basterà arrivare primo tutte le gare rimanenti gare per mettere il numero 1 sul cupolino della sua moto. “Vincere è la sola cosa che posso fare in questo momento e mi piace – la sua filosofia – Non so se psicologicamente Jorge possa soffrire le mie vittorie, io non ci penso. Penso solo a guidare al meglio e sono contento di come lo sto facendo. Rimango concentrato”. Il mantra che si ripete, sperando che la formula magica funzioni.