Tonucci: questo per me è l'inizio

"Due anni difficili, questo podio mi sembra ancora un sogno"


Alessandro Tonucci, 19 anni da Mombaroccio, nella provincia pesarese. E’ la carta d’identità del pilota salito per la prima volta sul podio a Motegi, con la moto del Team Italia, lo stesso per cui corre Romano Fenati. Il legame che lega “Tonu” alla Federazione italiana, nonostante la giovane età è di lungo corso. Dopo avere fatto il debutto a 8 anni sulla moto da cross, con cui girava con il figlio del dakarista Marcello muratori, passa alle minimoto tre anni più tardi, spinto soprattutto dalla mamma. Poi la Junior Gp e l’italiano e l’europeo in 125, fino al mondiale, con le piccole due tempi, lo scorso anno. “E non è stato facile, ho avuto tante difficoltà. Ci sono stati dei momenti in cui è stato difficile mantenere la calma, ma pensavo a tutti i sacrifici che io e la mia famiglia avevamo fatto per arrivare qui” dice con sorprendente maturità Alessandro.

Fino ad oggi, quando Tonucci ha fatto quel passo avanti decisivo. “E’ stata una gara incredibile, il mio primo podio mi sembra un sogno – spiega – Questa pista mi piace e abbiamo lavorato bene, fino ad ora non ero riuscito a dimostrare tutto il mio potenziale, a concretizzare gli sforzi. Ma io vedo questa gara come un inizio. Devo solo stare tranquillo adesso e finire il campionato nel migliore dei modi”. L’anno non era iniziato bene, con un infortunio alla caviglia in inverno “e sono riuscito a guarire giusto in tempo per il Qatar – ricorda – Avevo bisogno di un po’ di fortuna e il nuovo casco che ho indossato qui, con quadrifogli e coccinelle, me l’ha portata. Non lo cambierò più”.

Anche le prestazioni di Fenati forse gli avevano messo addosso un po’ di pressione. “Romano più che altro mi è stato da stimolo – sottolinea – L’anno scorso avevo una moto diversa da quella dei primi e poi mi mancanza esperienza. Ma adesso arrivano tutte piste che mi piacciono posso fare bene”. Oggi però ha trattenuto il fiato a seguito del contatto con Cortese, “io l’ho passato arrivando un po’ lungo e lui si è rinfilato all’interno – racconta – ma è andato largo e mi ha preso”.

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