La pista di Motegi ha visto il debutto su una CRT di Roberto Rolfo, che ha preso il posto di Mattia Pasini sulla ART del team Speed Master. Il pilota piemontese è quello che può contare la più grande esperienza nelle principali categorie a quattro tempi, avendo corso in MotoGP, Moto2 e Superbike, e il suo parere sulla nuova formula acquista perciò particolare interesse. “Sono contento, la moto mi è subito piaciuta – esordisce – La CRT è particolare, il motore rispecchia il carattere dei propulsori SBK, ma telaio e gomme sono da prototipo. Mi sono subito trovato bene in sella, le sensazioni all’anteriore sono state buone, è importante per l’inserimento in curva”.
Una promozione sul campo, quindi, “la ART è una moto divertente da guidare – il giudizio di Roberto – la difficoltà più grossa è interpretare le Bridgestone, non avevo mai provato queste nuove coperture. Si sente che la costruzione è molto rigida e che offrono un grande grip, una cosa positiva che ti permettere di spingere a fondo, ma trovare il loro limite non è immediato”. L’opposto delle Pirelli che usano le derivate di serie, “assolutamente, sono molto più morbide di carcassa” conferma. Questo condiziona anche lo stile di guida: “c’è di differenza di traiettorie fra MotoGP e CRT – spiega Rolfo – noi dobbiamo sfruttare maggiormente la velocità in curva, la percorrenza, loro rallentano di più potendo poi conatre in uscita la grande potenza”.
Eppure le CRT sono più simili ai prototipi mille di quanto non lo sia la Moto2. “Lo stile di guida, per via di telaio e gomme, deve essere comunque pulito – sottolinea il piemontese – In Moto2 invece la guida è più ‘sporca’, con la moto che si intraversa in curva, più vicina alla Superbike, mentre in MotoGP queste situazioni non ti trovi ad affrontarle”. Ecco perché Rolfo pensa che la CRT possa essere una categoria propedeutica per i piloti che arrivano dalla classe intermedia: “sicuramente si impara molto, penso che possa essere un gradino intermedio verso i prototipi mille. Il giusto passaggio dopo Moto3 e Moto2. Anche l’elettronica l’ho trovata molto evoluta, più di quella che usavo in Superbike, anche se la mia esperienza è stata in squadre non ufficiali”.
A Rolfo la nuova categoria piace, “e vorrei continuare anche nella prossima stagione, anche se per adesso non c’è ancora nulla di certo”, e pensa che con qualche piccolo correttivo le MotoGP potrebbero essere ancora più vicine. “La gomma posteriore nella mescola più dura è inutilizzabile per le CRT – conclude – se, come ho sentito, Bridgestone il prossimo anno fornisse un’opzione più soffice penso che il gap si ridurrebbe, soprattutto in alcuni circuiti dove la velocità in curva conta molto”. Un ulteriore passo avanti, in attesa della rivoluzione attesa per il 2014.