Lorenzo: vincere i GP? Meglio il titolo

Pedrosa: "Yamaha avvantaggiato in entrata, noi in uscita di curva. Siamo pari"


Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare e né Lorenzo né Pedrosa vogliono tirarsi indietro. A -4 gare alla fine,  100 punti da assegnare e 33 di differenza a favore del maiorchino, i due spagnoli hanno subito incrociato le armi a Motegi. Jorge il più veloce nel mattino, Dani nel pomeriggio. Un pareggio sul filo dei decimi, un riscaldamento in attesa delle qualifiche prima e della gara poi. A parole i due non pensano a campionato o matematica, ma i fatti sono distanti dalla realtà. Dopo i primi due turni di libere sul tracciato giapponese dimostrano entrambi sicurezza ma da qualche piccolo dettaglio si nota come la tensione sia sottopelle. Non si nominano mai direttamente l’uno con l’altro, come se la sfida fosse solo ognuno con se stesso, non contro l’avversario.

Così un Lorenzo stranamente di poche parole dichiara che “qui siamo messi meglio che ad Aragon, penso che il tracciato si adatti meglio alla Yamaha”. Un piccolo bluff che non svela a stento, segno che da Iwata è arrivato qualche pezzo “buono” per la volata finale. Anche le altre dichiarazioni sono da fine stratega, “dobbiamo ancora migliorare il ritmo” continua, proprio lui, il più costante e l’unico ad avere provato qualche long run. E allora non rinuncia a svelare almeno un po’ le carte, “mi sento forte, abbiamo fatto delle modifiche e hanno funzionato”. Poi fa un mezzo passo indietro, “ma non mi importa troppo vincere tutte le gare – afferma – l’importante è vincere il campionato”. E la strada è quella giusta, dopo aver fatto il miglior tempo con la gomma dura, mentre Pedrosa l’ha segnato con la morbida. Ma le variabili sono molteplici, per prima Dovizioso in forma come non mai a Motegi. “Se può essere un mio alleato? Non credo – taglia corto Jorge – E poi mi preoccupo anche di Spies, senza dimenticare Stoner”.

Dani PedrosaIntato Pedrosa ostenta sicurezza, “oggi è stata una giornata produttiva, ho potuto provare entrambe le mescole per le gomme e diversi set up di sospensioni ed elettronica” snocciola il programma come fosse normale routine. Tanto da mettersi a disquisire sulla differenza tra 800 e 1000: “questa forse è una delle piste dove la differenza si nota di più – afferma – Si sente maggiormente il peso in frenata e la potenza in accelerazione, che tende a fare impennare la moto”. Ma a chi è più favorevole, a Honda o a Yamaha? “Loro hanno un vantaggio in entrata di curva, noi in uscita. Penso siamo alla pari” risponde. Poi svicola di nuovo e parla del nuovo asfalto: “il grip è buono, una caratteristica che di solito avvantaggia la Yamaha – riflette – L’unico problema è che ancora trasuda un po’, bisogna fare attenzione a trovare il limite”.

Non è sembrato essere un  problema oggi. Per domani si prospettano fuochi d’artificio.

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