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Superbike vs MotoGP: lezione di storia

Nel 1957 Mondial, Gilera e Moto Guzzi decisero di comune accordo il ritiro

MotoGP: Superbike vs MotoGP: lezione di storia

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La biodiversità è importante, anzi vitale. E' grazie a lei che le diverse specie hanno potuto evolversi e prosperare. L'evoluzione e la selezione naturale sono alla base dello sviluppo di ogni essere vivente, ma sembra essere, questo, un discorso che la specie umana fatica a comprendere.

Per la nostra stessa natura, infatti, siamo animali aggressivi e ogniqualvolta possiamo cerchiamo di modificare a nostro favore le leggi della natura, piegandole con la forza. Delle volte funziona, ma nella maggior parte dei casi la realtà si piega, come un giunco, per poi ritornare alla posizione iniziale.

Per questo la nostra storia è ricca di trionfi e di cadute, di guerre: non sappiamo e non vogliamo aspettare. La natura ha tempi lunghi mentre l'uomo invece vuole risultati immediati.

Ottenerli non è però la stessa cosa che stabilizzarli. E l'energia impiegata per piegare la realtà nella maggior parte dei casi non si dissipa, bensì si accumula, pronta a scattare all'indietro e colpire alla nuca chi la ha violentata come un boomerang.

Per uscire fuori dalla metafora il recente comunicato emesso da Bridgepoint sull'unificazione sotto un unico ombrello, quello della Dorna, di MotoGP e Superbike, appare per quello che è: una violenza.

I due ecosistemi, infatti, a ben guardare, proprio facendosi concorrenza, hanno permesso a molte case di partecipare. Honda, Yamaha e Ducati, fra i prototipi; Ducati, Aprilia, BMW e Kawasaki  fra le derivate di serie, con l'aggiunta di Honda e Suzuki, solo relativamente impegnate.

Negli ultimi tempi la specie più debole è sembrata essere la MotoGP, che è dovuta ricorrere alle ibride CRT per sopravvivere. Ecco dunque che sentendo minacciata la sua esistenza questa ha reagito, aggredendo l'SBK. Quanto e se è lecito questo comportamento lo capiremo nei prossimi giorni, per il momento possiamo solo constatare che la FIM non ha mosso un dito, né si è preoccupata di tranquillizzare i tifosi dell'una e l'altra categoria per una mossa che porta il motociclismo agonistico di alto livello in regime di monopolio. Dopo il monogomma ed il monomotore, stiamo per arrivare al monocampionato.

Perché è indubbio che se la Superbike sarà ridimensionata al rango di Superstock, non avrà lo stesso fascino che ha ora e perderà di importanza. Il risultato sarà una balcanizzazione della SBK che si ridurrà ad un campionato minore, se esisterà ancora.

In attesa di vedere l'evolversi degli eventi siamo curiosi di capire quale sarà la reazione delle case. Non è detto infatti che Aprilia e BMW abbiano comunque intenzione di passare al mondiale prototipi. Né che Honda e Yamaha siano disposte ad accettare passivamente una realtà più simile a quella delle attuali CRT che alle MotoGP. Del resto non a caso sia il colosso di Tokyo che quello di Iwata sono proprio le due maggiormente defilate (addirittura la Yamaha si è ritirata) nella Superbike.

Il rischio è che si arrivi ad una risoluzione come quella del 1957 quando, con il celebre "patto di astensione" Moto Guzzi, Gilera e Mondiale si ritirarono dalle competizioni velocistiche. Inizialmente accettò anche la MV Agusta, che poi decise di proseguire rompendo il fronte. Ecco, la domanda a cui nessuno per il momento è in grado di dare una risposta è proprio questa: cosa faranno le Case? Anch'esse, infatti, si sentono probabilmente messe all'angolo. Dalla loro reazione dipenderà l'esito di questa (brutta) faccenda. E la Honda ha già fatto capire quale sono le sue intenzioni...

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