Jorge Lorenzo oggi è stato il grande sconfitto, era partito per vincere ma è dovuto arrendersi, accontentarsi di un altro secondo posto, dietro a Pedrosa. Come a Indianapolis e a Brno, la bilancia degli scontri diretti adesso pende pericolosamente verso l'avversario. Voleva attaccare ma ha dovuto difendersi, guardare alla classifica e buttare giù un boccone amaro. Anche se il fine giustifica i mezzi. “Come avevo fatto a Misano ho spinto subito forte per cercare di staccare gli altri piloti – racconta il maiorchino – O almeno ci ho provato perché Dani mi è rimasto incollato”. Anche il pilota della Yamaha ha dovuto combattere contro lo scarso grip, “la ruota posteriore slittava molto, ma Dani oggi era più veloce di me” ammette sportivamente.
Jorge ha anche cercato di inseguirlo, di non farlo scappare, ma una brutta sbandata gli ha fatto cambiare idea. “Dopo l’imbarcata mi sono detto: il secondo posto va bene – dice - accontentiamoci e pensiamo alla classifica”. Che gli sorride, con 33 punti di vantaggio su Pedrosa. Abbastanza per permettersi tre terzi posti e un secondo come peggiore risultati ammesso che l’avversario vinca le ultime tre gare. “I rischi ci sono sempre – avverte – basta un piccolo errore, una disattenzione, e ti ritrovi fuori pista. Meglio stare concentrati, anche perché Dani e la Honda sono un'accoppiata molto competitiva”. E poi l’incognita Stoner, che potrebbe giocare un ruolo chiave nella lotta al titolo. “Casey è certamente uno che può renderti la vita difficile, ma voglio giocarmi tutte le mie carte” assicura Lorenzo.