Pedrosa:con Yamaha sfida alla pari

Ritorna il caso Misano: "le regole devono essere interpretate a seconda dei casi"


La partenza del GP di Misano si riaffaccia ancora nei pensieri di Dani Pedrosa, anche se vorrebbe solo dimenticarla. “Sono cose che succedono e quella volta è capitato a me” la prende con filosofia, ma i punti persi non si cancellano e oggi ha trovato un alleato anche in Carmelo Ezpeleta che ha criticato la decisione della Direzione Gara di fare partire il catalano dal fondo dello schieramento. “Cosa posso dire? Solo che il direttore di gara dovrebbe essere in grado di interpretare correttamente le regole a seconda delle situazioni. Ogni caso fa storia a sé” spiega. Ma rimuginare sul passato è inutile, lo sa bene, meglio concentrarsi sul futuro e qui arrivano le buone notizie. Sull’asciutto aveva dominato gli ultimi test ad Aragon e oggi si è portato a casa una buona seconda posizione, a soli 6 centesimi da Spies.

Non c’era molto grip in pista – racconta Dani – il posteriore patinava molto, ma è stato importante potere provare in queste condizioni perché potrebbero essere le stesse di domani in qualifica”. Pedrosa ha fatto grandi passi avanti sul bagnato, una volta l’acqua era la sua personale kryptonite mentre ora “mi sento bene – ammette – Certo con l’asfalto bagnato le gare sono più difficili, perché le condizioni possono cambiare da un momento all’altro e devi essere pronto a interpretare il circuito”. Gli avversari saranno Lorenzo e la Yamaha. Qual è la moto migliore? “Forse è impossibile saperlo – risponde – lo stesso pilota dovrebbe guidarle entrambe, ma poi anche in questo modo influirebbero i gusti personali. Comunque quello fra Honda e Yamaha mi sembra un confronto bilanciato”.

Jonathan ReaHa altri problemi invece il compagno di squadra Jonathan Rea, per la prima volta alle prese con una MotoGP sul bagnato. “C’è una grossa differenza rispetto alla Superbike anche in queste condizioni, soprattutto per le gomme – spiega – Con le Bridgestone puoi spingere un po’ di più sugli pneumatici, trovo l’anteriore più stabile mentre il posteriore mi è sembrato meno sincero. Puoi comunque giocare col gas anche quando scivola, ho cercato di capire come sfruttarle. Forse sono stato troppo prudente, sento di dover spingere di più e avere più fiducia quando la moto si muove molto”. Alla fine vale sempre quello che aveva detto dall’inizio: “quando passi dalla SBK alla MotoGP devi ripensare il tuo modo di guidare”.

Non è facile e avere perso la mattina non gli ha fatto certo piacere. “Per chi come me è solo un sostituto  è frustrante – si lamenta Rea – Ma qui ho fatto molti giri nei test, più di cento, e se arriverà il sole andrà sicuramente meglio, avevo trovato un buon set up”. Aragon è in calendario anche per le derivate di serie, ma il tracciato su cui corrono è diverso. “Preferisco questo – assicura – è più divertente, con curve veloci dove puoi fare derapare la moto”. MotoGP batte SBK?

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