Rossi uno e bino: in rosso e in Yamaha

Ormai certo il suo ritorno sulla M1, l'annuncio previsto a breve

Che Valentino Rossi fosse un dio delle due ruote sono in molti a sostenerlo ma che i suoi poteri andassero oltre ai cordoli della pista erano in pochi a sospettarlo. Ne sta dando prova a ripetizione in questi ultimi giorni, fra avvistamenti, smentite, nuove rivelazioni, insabbiamenti e chi più ne ha più ne metta. Un romanzo da leggere tutto di un fiato sotto l’ombrellone, coi i colpi di scena tipici della telenovela e un pizzico di spy story che fa tanto 007, quanto mai gradito nelle settimane delle Olimpiadi nella terra di Sua Maestà.

L’ultima “bomba” pochi minuti fa dal sito di Motociclismo, che ha pubblicato un virgolettato attribuendolo ad un portavoce della Ducati: “il rapporto è definitivamente chiuso ed è una sconfitta per entrambi”. Frase poi smentita. Non precipitatevi a leggere l’articolo, perché è scomparso dalla pagina web della rivista ma siamo comunque riusciti a salvarlo prima della sua cancellazione e lo trovate qui a lato. Senza dubbio, il controspionaggio è intervenuto. O più prosaicamente, come dicono dalla redazione di Motociclismo si è solo trattato di un “misunderstanding”, termine che si confà ai romanzi di Ian Fleming. Per capire come siano finite nel pezzo sta indagando Scotland Yard.

Il mistero si infittisce e addirittura entrano in scena dei presunti hacker al servizio, probabilmente, di qualche fazione ducatista. Niall Mackenzie aveva visto qualche giorno fa Valentino niente meno che in Olanda, alle porte di Amsterdam in casa Yamaha. Ancora una volta una bufala, il Dottore era a prendere il sole sulle spiagge di Ibiza e a festeggiare, insieme alla famiglia Nieto, il compleanno di Oscar Haro Tasende, PR nel team di Lucio Cecchinello. Una fotografia (a lato) su Twitter a confermarlo e i sospetti sempre più fondati che Rossi abbia il dono dell’ubiquità. Niente di tutto ciò, un abile pirata informatico avrebbe craccato l’account del social network e la mail di Mackenzie, depistando così gli intrepidi reporter. Oppure Valentino, anche senza super poteri, sarebbe potuto salire su un più semplice aereo e avere tutto il tempo per una riunione la mattina ad Amsterdam e un party la sera nelle Baleari. Ma noi propendiamo per l’ubiquità, che offre un tocco di magia in più.

Cosa dire poi dei contatti con la superpotenza del Sol Levante? Filippo Preziosi ha negato di avere mai contattato Furusawa, ex responsabile del reparto corse Yamaha. Peccato che il giapponese la pensi diversamente e abbia spiattellato tutto: “Preziosi mi ha chiamato e mi ha chiesto di aiutarlo a costruire una moto migliore”. Peccato che l’ingegnere dagli occhi a mandorla preferisca una tranquilla pensione a Kyoto, piuttosto di un lavoro a Bologna. Niente da fare, il Giappone si schiera compatto con Valentino per riportarlo a Iwata e questa volta il nostro supereroe non deve neanche sventolare il suo mantello per togliersi dall’impiccio.

Come va a finire la storia? L’ultimo capitolo è previsto per ferragosto, e c’è anche un’ora X: le 9 del mattino per il comunicato ufficiale. Però magari arriverà anche prima: che senso ha attendere? Solo per rispettare quanto accadde due anni fa a Brno? Ed anche allora il sito ufficiale della Ducati-Usa "bruciò" la notizia. C'è poco da fare...oramai le notizie viaggiano con la velocità dei bit e basta un telefonino in mano per scattare una foto o scrivere una notizia che dopo pochi attimi è online.

Questa volta pensiamo di avere intuito gli sviluppi futuri. La nostra frequentazione di romanzi gialli ci garantisce che tre indizi fanno una prova e quindi la Ducati è ormai per Rossi solo più un ricordo. Se il pesarese non ha già firmato un contratto biennale è solo questione di giorni e prima di Indianapolis ci sarà la conferma ufficiale. Se poi vi serve un quarto indizio, possiamo anche aggiungere che i bookmaker pagano Valentino in Yamaha appena a 1,05, mentre ogni altra eventualità a 6,50

Per il Dottore ancora qualche giorno di relax al mare prima di comunicare la decisione, sperando che riesca a immergersi tra le onde e non sia costretto a camminarci sopra. Trentatre anni del resto sono un’età difficile se si è figli di un dio, anche se minore come quello della velocità.


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