Rossi: siamo lenti? Non è una novità

Valentino cerca certezze: "non c'è bisogno di una nuova Desmosedici"

Mancano quasi le parole per descrivere un altro week end passato all’inferno, il girone dantesco in cui si sono trasformate le colline del Mugello, quello stesso luogo che anni fa somigliava a un paradiso di cui Rossi aveva le chiavi. “Qui è più deludente del solito fare una prestazione come questa – commenta il suo 10° posto in qualifica – Ma che siamo lenti non è una novità, lo sarebbe se fossimo stati veloci”. Niente funziona, neanche montare la gomma morbida, quella buona per la prestazione secca che regala decimi importanti. “Io non sono nemmeno riuscito a migliorare i tempi che ho fatto con la dura – è la sua triste verità – Avevo tantissimo chattering, ma non sappiamo il perché”.

La mescola soffice sulle altre Ducati funziona, Barbera ha portato la sua in terza posizione con quella, Hayden in quarta. “Analizzeremo i dati, vedremo cosa fare – abbozza il Dottore – Non è l’unico problema anche con la dura sono troppo lento nell’ultima parte di pista, prendo 4 decimi solo dalla Biondetti alla Bucine”. Tenta spiegazioni, cerca di metterla in scherzo: “Hector e Nicky trovano sempre qualcuno che li tiri, a me non succede mai. Ci ho anche provato con Lorenzo, ma non si è prestato ad aprirmi la strada”. Da inseguito a inseguitore, un cambiamento drastico per Valentino.

Certe cose invece non cambiano mai e Barbera ha trovato comunque il modo di farlo innervosire. “Ero dietro a Nicky con la mia ultima gomma morbida e ci siamo trovati Hector in mezzo all’ultima curva, lento e in piena traiettoria – racconta stizzito – Non avrei certo fatto la pole, ma qualche decimo lo potevo limare. Ma alla fine stare  a parlare di quello che fa Hector è una perdita di tempo”. Anche quando è quasi un secondo più veloce, “si vede che è più bravo di me” l’ultima frecciata che chiude il discorso.

Domani ci sarà la gara, dove Rossi riesce (quasi) sempre a battere la concorrenza interna e anche domani ha buone possibilità per farlo. “So che sul passo siamo messi meglio rispetto al giro secco, in prova lavoro sempre sulla costanza – spiega – Partire dalla quarta fila rimane però un problema”. Il cerchio rosso fatica a trovare la sua quadratura e il pesarese cerca di mettere dei punti fissi. “Non penso che il tempo di Barbera sia dovuto al vecchio telaio, Hayden gli è vicino e ne usa uno identico al mio – il primo punto – Noi abbiamo deciso tempo fa di concentrarci su questa ciclistica e dobbiamo risolverne i problemi”.

Evoluzione non rivoluzione, quello che vuole. “Partire dal foglio bianco per progettare una nuova moto? –si chiede – Non penso sia la soluzione. Ricominciando da zero è difficile azzeccare tutte le mosse in un colpo solo”. Bisogna stringere ancora una volta, “restare uniti” come recita il suo casco morandiano. “E’ un messaggio diretto ai ragazzi che lavorano con me e ai miei tifosi – sottolinea il Dottore – Nei momenti difficili è importante”.


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