Moto3, Fenati: sbagliando si impara

Romano: "Mi sento più completo. Nessuna pressione per il GP di casa, corro una gara alla volta"


Romano Fenati è sbarcato al Mugello, insieme ai compagni della Moto3, reduce dalla suo peggior risultato in gara (cadute escluse). Complice la poca esperienza sul bagnato, aveva chiuso 24º dopo il diluvio del Sachsenring. Eppure non c'è traccia di paure o rimpianti sul volto del 16enne ascolano, che alla sua prima uscita al Mugello da pilota del motomondiale ha risposto siglando il secondo miglior tempo nella prima giornata di prove libere.

"Che emozione girare sulla pista di casa per la prima volta in questo campionato – ha detto il pilota del Team Italia – È bello passare sotto le curve e vedere tutti gli striscioni dedicati ai piloti italiani. Poi il Mugello è tracciato bellissimo".

La pista toscana è solamente la terza – sulle nove finora visitate dal circus del motomondiale – sulla quale Fenati ha già corso (oltre a quelle di Jerez e Barcellona).

"È una pista molto diversa dalle altre sulle quali corriamo e richiede un approccio particolare. Ci ho messo alcuni giri questa mattina a prendere i riferimenti, perché qui avevo solo corso con le 125, ma poi è filato tutto liscio".

Il giovane talento italiano invita però alla cautela, evitando di fare pronostici. Dopo un esordio di stagione entusiasmante, con un secondo posto e una vittoria che lo avevano catapultato in testa al mondiale, Fenati ha assaporato anche le difficoltà, digerendole con altrettanta facilità.

"All'inizio ho fatto dei buoni risultati, ma non mi sono mai montato la testa. Gli errori sono stati altrettanto utili. Me la sono presa con me stesso più di una volta perché sono competitivo e vorrei fare sempre meglio, ma a metà stagione mi sento di avere imparato molto ed essere un pilota più completo che all'esordio. Ora corro senza pressione, affrontando una gara per volta".

L'allievo migliore è però quello che non smette mai di studiare.

"Ho ancora molto da migliorare, soprattutto nella messa a punto della moto. È difficile perché si corre in molte piste dove non ho riferimenti, e spesso la coperta è corta: se migliori sotto certi aspetti, peggiori da altri. In questa categoria, l'esperienza è fondamentale. Penso per esempio a Cortese, che corre qui da tanto e si vede come ormai faccia spesso le cose giuste durante le gare senza neanche pensarci".

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