Lorenzo: nessuna clausola anti-Rossi

L'ex manager Hirsch: "Offerta Honda superiore a quella fatta a Stoner"

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Da quando Stoner ha annunciato il ritiro a fine stagione, il mercato piloti della MotoGP si è messo in moto per sistemare i tasselli e le voci, vere o presunte, hanno cominciato a circolare per i paddock del motomondiale. Tra queste, il gossip vuole che Jorge Lorenzo, fresco di rinnovo con Yamaha, abbia licenziato il manager Marcos Hirsch per avergli occultato un'offerta da parte della HRC. Ecco cosa ha avuto da dire Hirsch stesso in un'intervista di Rafa Fernandez Lopez.

"Alla fine del 2008 si affidò a me come una persona che gli gettasse una corda per uscire dalle sabbie mobili di una situazione così confusa come quella di allora. Per mesi abbiamo passato molto tempo insieme, facendo riunioni fino alle luci dell'alba. Il mio obiettivo era toglierli pressione. Forse nessuno dei due si trova a suo agio nella tranquillità che abbiamo assaporato negli ultimi mesi. A volte abbiamo discusso, certo, ma sempre con franchezza nell'esprimere i propri pareri divergenti. È arrivato al punto di sentirsi capace di proseguire il suo cammino da solo, e credo che sia giusto vista la sua l'età".

Hirsch ha anche raccontato con dovizia di particolari le negoziazioni con la Honda.

"Avevamo 15 condizioni fondamentali per decidere se scegliere una moto o l'altra, e alcune di queste erano più importanti che l'ingaggio in sé. Il lunedì dopo i test di Barcellona siamo andati a cena in un ristorante di Montmeló con Nakamoto e Suppo, con il quale avevo già discusso via email i punti più importanti della negoziazione. La conversazione è stata cordiale, e prima che facessero un'offerta ho chiesto loro se era la migliore che avrebbero fatto a Jorge. Nakamoto mi rispose: 'è migliore della proposta che abbiamo fatto a Stoner per non smettere di correre, e non faremo una guerra al rialzo con Yamaha perché non è né etico né corretto tra aziende giapponesi'. Volevano affiancargli Marquez, e ci siamo accordati per dare loro una risposta entro l'8 giugno. Suppo mi disse che era una buona proposta e Yamaha non avrebbe potuto eguagliarla".

Che cosa ha spinto quindi Lorenzo a restare in Yamaha?

"Dopo aver parlato con Jorge, abbiamo deciso per correttezza di mettere Lin Jarvis al corrente dell'offerta. Lui mi disse che pensava che ce ne saremmo andati, perché Yamaha non sarebbe riuscita a rilanciare, e molte volte ho pensato che Jorge avrebbe indossato la casacca arancione di HRC, perché non credevo assolutamente che Yamaha potesse eguagliare l'offerta. Invece prima dell'8 giugno Yamaha non solo eguagliò l'offerta, ma addirittura migliorò alcune condizioni non legate all'ingaggio".

Nessun cenno ad una 'ostruzione' da parte del manager spagnolo nei confronti di Honda per favorire il rinnovo con la casa di Iwata.

"Questo tipo di falsità possono essere messe in giro solo da Suppo. A nessuno piacciono di più le scale mobili, i salotti delle hospitality o i corridoi tra i camion per dire certe fesserie. Jorge stesso gli ha già detto chiaramente che non gli piacciono le bugie. Rispetto Livio come persona, ma come professionista assolutamente no. Dopo la riunione con Jarvis, lo chiamammo per metterlo al corrente dei fatti e le sue parole furono: 'Sono contento che per lo meno sia servito a far rilanciare la Yamaha'. Lui e Nakamoto furono molto corretti nelle riunioni, ma sembra che a Silverstone Suppo dovesse prendere da parte Jorge e fargli sapere che avrebbero potuto alzare l'ingaggio".

Il ruolo di Hirsch, che gradisce poco assistere di persona ai GP, sarebbe dunque stato più che altro quello di mentore.

"Io gli dissi solamente che Yamaha era una squadra con una storia alle spalle, e se avesse continuato lì avrebbe potuto chiudere la carriera nella Hall of Fame di fianco a grandi piloti come Rainey o Lawson. Poi è un ambiente che conosce, dove ha già raccolto una vittoria importante quando ha battuto Rossi, una leggenda del motociclismo. Però non ci sono clausole anti-Valentino nel suo contratto con Yamaha".

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