Lucchinelli: Rossi, resta se ami Ducati

"Bisogna dimenticare il passato. Hayden ha dimostrato che la GP12 può andare forte"

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Oltre a icone come Valentino Rossi, Nicky Hayden e Troy Bayliss, anche Marco Lucchinelli era presente al Wold Ducati Week per celebrare l'azienda di Borgo Panigale, per la quale conquistò la prima storica vittoria in Superbike con la 851 nel 1988. Tra una chiacchiera e l'altra, 'Lucky' ha offerto la sua personale prospettiva sulla festa di un marchio che riunisce appassionati da tutto il mondo all'insegna del "Made in Italy".

"È bello vedere così tante persone stare insieme e divertirsi – ha detto – Per me Ducati rappresenta una seconda carriera, e questa è la dimostrazione che si può fare casino in modo sano, a differenza di quello che vediamo spesso nel calcio. Solo Ducati e Harley hanno una risonanza del genere nel mondo delle due ruote".

A questo proposito, l'appeal del marchio non sembra aver risentito di due anni di fortune alterne nelle competizioni. In MotoGP, la Rossa sta attraversando un momento difficile nonostante le grandi speranze e aspettative coincise con l'arrivo del nove volte iridato Valentino Rossi. A fare da contraltare c'è l'ennesimo titolo Superbike conquistato lo scorso anno da Carlos Checa che quest'anno, nonostante alcuni GP da dimenticare, ha fatto capire di non voler abdicare senza una battaglia.

"La MotoGP e la Superbike sono due campionati molto diversi – ha dichiarato l'ex-pilota di Ceparana – Il motomondiale è quello che è perché c'è Valentino. Il suo nome ha fatto la storia, e quello con Ducati potrebbe essere l'ennesimo capitolo quindi mi auguro che resti. Ma solo se c'è amore tra i due, non perché non ha altre possibilità".

Non tutti gli amori più belli nascono a prima vista, ma resta il fatto che la scintilla tra la Rossa e Rossi sia paradossalmente scoppiata solo tra i tuoni.

"Dopo due anni si fa sempre più dura. C'è chiaramente un problema. La Ducati però non va male come alcuni dicono. A Silverstone, Hayden stava quasi facendo la pole position prima di cadere".

La "terapia di coppia", per quanto necessaria, non è una scienza esatta. Tuttavia, Luchinelli ha qualche suggerimento da dare.

"Servono maggiore convinzione e voglia di mettersi il passato alle spalle. Io sono passato da una situazione simile quando passai da Honda a Cagiva nel 1984. Correvo per fare al massimo un 6º posto, e proprio qui a Misano decisi di smettere. Ci vuole del coraggio per saper decidere cosa fare".

Questa qualità non manca certo dall'animo dei piloti. Ma fuori dalla pista si manifesta diversamente, e a volte è molto più elusiva di un punto di staccata o un sorpasso al limite.

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