Da quando hanno condiviso il box Yamaha, le sorti di Valentino Rossi e Jorge Lorenzo si sono intrecciate quasi quanto le loro traiettorie in pista. L'italiano aveva allora 30 anni e si preparava a riconquistare il titolo mondiale dopo 2 anni di digiuno. Il maiorchino, di nove anni più giovane, era reduce da due titoli consecutivi nella 250 e sorprese (quasi) tutti conquistando la pole al suo debutto in classe regina e la sua prima vittoria dopo sole tre gare. Da quando entrambi coabitano in classe regina, Rossi ha vinto due titoli, Lorenzo uno. Tuttavia, lo spagnolo sta facendo di tutto per imporsi come un nuovo, stabile punto di riferimento nella MotoGP.
Con 140 punti all'attivo dopo sei gare, frutto di 4 vittorie e 2 secondi posti, Lorenzo ha eguagliato il suo migliore inizio di stagione di sempre. Nell'era moderna, solo Rossi è riuscito a fare di meglio nel 2002, quando in sella alla Honda conquistò 5 vittorie ed un secondo posto.
Dal canto suo, il 'Dottore' naviga a vista nei mari procellosi di Borgo Panigale e, nonostante diverse soluzioni tecniche, appare ancora lontano da un porto sicuro. Ad un terzo del campionato, Rossi ha raccolto 58 punti, 10 meno dello scorso anno. Solo nel 2000, l'anno di esordio nella 500, fece peggio con 41. Al momento, 82 punti lo separano dal capo-classifica contro i 48 della passata stagione. Complice la maggiore competitività dei team satellite, anche la posizione in classifica è peggiorata: nel 2011 era 4º, oggi è 6º.
Ovviamente, i risultati sono condizionati dal 'pacchetto' a disposizione di un pilota. Con il ritiro di Stoner, la Honda appare un avversario meno temibile – escludendo quello dell'australiano, l'ultimo titolo iridato della casa dell'ala dorata risale al 2006 con Hayden – ragion per cui Lorenzo ha preferito restare in Yamaha per almeno altri due anni, con una moto e uno staff che conosce a menadito. La mossa del maiorchino ha, con ogni probabilità, chiuso le porte della casa di Iwata a Rossi, che sulla M1 ha vinto più titoli (4) che su qualunque altra moto.
A questo punto Rossi rimane il pezzo più pregiato sul mercato dei piloti, ma le sue opzioni sono limitate. Con l'ormai certa abrogazione della 'Rookie Rule', un ritorno in HRC è quanto meno improbabile. Rimarrebbe quindi la possibilità di un team 'privato' con Honda, ma per questo andrebbe eliminato anche il limite di 4 moto per costruttore attualmente in vigore. Il rinnovo in Ducati appare l'ipotesi più logica, ma quali garanzie tecniche può Rossi avere? Per rispondere a questa domanda saranno fondamentali due date: il 29 luglio quando a Laguna Seca gli uomini di Filippo Preziosi porteranno un nuovo motore – praticamente l'unico elemento della GP12 che non ha subito modifiche sostanziali negli ultimi 2 anni – ed il giorno in cui l'Antitrust approverà l'acquisizione di Ducati da parte di Audi, con conseguenti ristrutturazioni interne e definizione dei budget per gli anni a venire.
Da parte sua, Lorenzo ha già assestato due colpi pesanti per lasciare un segno duraturo nel motomondiale, dominando Stoner in campionato e anticipando Rossi sul mercato. Sarà abbastanza per un definitivo cambio della guardia? Lasciate i vostri commenti su Facebook.