Dovizioso, è lui il re d'Inghilterra

In 3 anni il pilota Yamaha vi ha raccolto più punti di chiunque altro in MotoGP


Sono passati solo cinque GP dal debutto di Andrea Dovizioso in Yamaha, ma il forlivese ha già sviluppato un affiatamento particolare con la M1, portandola sul terzo gradino del podio a Barcellona. Con la Honda, nell'anno del debutto in classe regina, dovette aspettare fino al penultimo appuntamento, in Malesia. Il 'Dovi' di oggi è indubbiamente un pilota più esperto e maturo, ma la scommessa fatta a fine 2011 ha già cominciato a pagare i suoi primi dividendi.

"All'inizio è stato sia bello che brutto – ha ammesso – Finché non si prova una moto, è difficile capirne veramente il carattere, soprattutto i lati negativi. Ci sono sempre più problemi di quelli che ti aspetteresti, ed è importante prendersi il tempo necessario per capire e adattarsi".

Senza esagerare però, altrimenti il banco potrebbe chiudere i giochi, e la posta è di quelle grosse: una Yamaha ufficiale.

"La M1 1000 è nata bene come moto – ha commentato all'inaugurazione della collezione Yamaha Poggi a Bologna – Non ha avuto bisogno di grandi stravolgimenti, e si è rivelata molto versatile. I suoi punti forti sono la stabilità in frenata e l'inserimento in curva, che è veramente favoloso. Poi il motore ha un erogazione molto dolce, soprattutto a bassi regimi. Sfruttando al meglio queste caratteristiche si può andare molto forte".

Dopo il podio a Montmeló, 'Dovi' può ripetere l'impresa in Inghilterra, dove ha raccolto più punti di chiunque altro pilota MotoGP in tempi recenti. Nel 2009 vinse (a Donington) il suo primo GP in classe regina, mentre a Silverstone ha chiuso al 2º posto negli ultimi due anni, per un totale di 65 punti. Il campione in carica Stoner, in confronto, ne ha raccolti 38. Jorge Lorenzo, vincitore del titolo 2010, 25.

"Dopo Barcellona, sono riuscito ad avere delle ottime sensazioni anche ai test di Aragon, una pista particolarmente ostica per me. Questo mi lascia ben sperare per la prossima gara ed il resto del campionato".

Al momento Dovizioso è quarto in classifica. Per meritarsi una Yamaha ufficiale, dovrà fare i conti almeno con Cal Crutchlow e Ben Spies, ma la situazione di mercato – cone Lorenzo, Rossi e Pedrosa in scadenza di contratto e Stoner in via di pensionamento – rende particolarmente difficili i pronostici per le formazioni del prossimo anno.

"Ho sposato questa strada con Yamaha, e l'obiettivo rimane essere un loro pilota. Però, non essendo il pilota di riferimento, non ho potere di mercato. Quindi sono disponibile a parlare con tutti per capire quale possa essere la soluzione migliore. Anche se fosse rimasto Stoner la situazione non sarebbe cambiata molto, perché molti contratti terminano a fine stagione".

Nonostante le sue mire siano chiare, Dovizioso ha trovato una seconda casa nel team Tech3.

"Questa squadra ha tante persone, visto che partecipa sia alla Moto2 che alla MotoGP, e sono persone che lavorano a casa. Una cosa rara nel motomondiale, dove solitamente il personale si incontra solo durante le gare. Qui c'è un rapporto diverso, meno limitato, che ovviamente si ripercuote nel modo di lavorare sulla moto e nei risultati".

La vita da 'privato' non sembra dunque così grama. Ma l'assioma del "chi si accontenta gode" non vale in MotoGP (e nello sport in generale).

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