Doohan e Rainey: Stoner ha ragione a metà

I due campioni: frustrazione comprensibile, ma perché ritirarsi al top?


L'annuncio del ritiro di Casey Stoner, dato dall'australiano stesso durante la conferenza stampa di apertura del GP di Le Mans, ha choccato il mondo del motociclismo. Alcuni l'hanno citato come l'ennesima espressione di un carattere bizzoso e insofferente. Per altri ha rafforzato ulteriormente l'immagine di Stoner come un pilota (e uomo) coraggioso e moralmente integro. Quasi tutti ne hanno parlato con incredulità.

Dopo le considerazioni di Michael Schumacher, anche Wayne Rainey e Mick Doohan sono entrati nel dibattito con dichiarazioni apparse su GP Week.

"Non mi sorprenderebbe se tra un anno o due si rendesse conto che la pensione non è poi così allettante", ha detto l'americano, secondo il quale le tempistiche della decisione di Stoner sono quanto meno sospette. "Perché ritirarsi quando si hanno altri 4 o 5 anni di dominio davanti a sé? Alcuni dei motivi che ha citato sono strani. Non mi ha convinto fino in fondo. Sembra che si sia definitivamente stancato di tutte gli aspetti negativi che circondano il mondo delle corse. C'è chiaramente della frustrazione in lui. D'altronde, se non ha la passione e dedizione necessarie per continuare a guidare come fa ora, è meglio che smetta".

Secondo Rainey, alcuni cambiamenti nel mondo della comunicazione hanno messo a dura prova l'indole riservata dell'australiano.

"Quando sei al picco della carriera, è come stare sotto a un microscopio. Sei il bersaglio di più critiche. La gente dice tante cose di te riguardo alle quali puoi essere in disaccordo, specialmente sui social media. Devi avere un carattere speciale per non lasciarti toccare da tutto questo".

Non si è tirato indietro nemmeno il connazionale Doohan, che in HRC ha vinto 5 titoli mondiali consecutivi dal 1994 al 1998.

"Ha fatto questo annuncio molto presto nel corso della stagione, quindi ha ancora molto tempo per tornare sulla sua decisione. Ma ha anche corso da quando era piccolo ed ha lasciato l'Australia quando aveva 14 anni. Per un australiano, correre in Europa è più difficile, ma credo che ti spinga solo a dare ancora di più in pista. Non capisco perché voglia andarsene proprio ora, ma se non è più a suo agio dobbiamo rispettare la sua decisione".

Tra le ragioni citate da Stoner, le principali hanno a che fare con i cambiamenti di uno sport che non lo entusiasma più. Chissà: forse se potesse ripetere più duelli come quello di ieri con Rossi ritroverebbe gli stimoli giusti. Voi che ne pensate? Lasciate i vostri commenti QUI.

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