Le Mans: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Stoner dice addio, Valentino rinasce. Insieme danno spettacolo

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Tanto tuonò che piovve. Le parole di Casey contro un mondo che non gli piace più e da cui si chiama fuori a soli 26 anni, l’acqua sull’asfalto che trasforma Valentino e la Ducati in quello che Preziosi spera da più di un anno, la birra nei bicchieri di un pubblico che fa da sfondo alle gare sul Bugatti anche se le temperatura farebbero  preferire un caminetto acceso davanti alla tv. Dove si corre la 24 ore bastano pochi minuti per cambiare tutto, fra lunghi addii, graditi ritorni e speranze avverate. In mezzo a tutto questo bailame Lorenzo trova anche il tempo di vincere una gara e riportarsi in testa al campionato, ma importa poco. Il talento non è acqua.

IL BELLO – Chi vuol essere lieto sia del doman non v’è certezza. Il canguro mannaro adesso è felice, con sua moglie e sua figlia accanto e il rombo dei motori che si allontana facendosi sempre più flebile. Ha detto di no ai soldi, alla fama, per ritirarsi a vita privata. E’ancora giovanissimo, forse ci ripenserà o forse no, noi gli auguriamo solamente di avere fatto la scelta giusta.

In mezzo a cifre miliardarie, piloti più o meno capricciosi e pianti isterici, c’è chi alza la sua moto dal fango e la spinge di corsa fino alla bandiera a scacchi. Nessuna metafora, è quello che ha fatto Julian Simon. Lo sforzo è stato ripagato da una manciata di punti e, soprattutto, dall’applauso di tutti gli appassionati di questo sport.

Casey Stoner insieme alla moglie AdrianaIL BRUTTO – Il meteo, ma non tutto il male viene per nuocere. L’Italia torna a brillare sotto le gocce di pioggia che tolgono un po’ di polvere dagli scaffali dei trofei. Il brutto è che non può piovere per sempre. Purtroppo.

IL CATTIVO – La scoperta ha dell’incredibile: “Stoner è un pilota come gli altri”. Lo sostiene Ezpeleta, per niente preoccupato che prenda armi e bagagli e saluti la MotoGP (con tanto di pernacchia finale). Possiamo dire tutto di Casey, ma una cosa è certa, lui è fuori dall’ordinario. Quando guida, parla o si ritira. Carmelo, capiamo che per te i piloti siano come dei figli e che quindi siano tutti uguali, ma qualcuno più uguale degli altri c’è e quando se ne va lascia un vuoto.

Danilo Petrucci precede Mattia PasiniLA DELUSIONE – In Moto3 Fenati e Grotzkyj vanno a terra, in Moto2 li imitano Corsi e De Angelis e fra le CRT Petrucci, autore fino al carpiato nella via di fuga di una gara magistrale. Per un motivo o per l’altro il tricolore raccoglie sempre troppo poco. Fra tanti scuri un po’ di chiaro: la carena bianca di Antonelli 4° al traguardo e podio mancato per un soffio.

LA SORPRESA – Il comasco più veloce del motomondiale ci aveva fatto sognare in inverno, sempre davanti nei test. Iniziata la stagione era invece andato in letargo e più volte ci siamo domandati dove fosse finito. In Francia l’abbiamo ritrovato sul podio. Bravo Claudio, continuiamo a tenerci in contatto, se no ci si preoccupa.

Louis RossiOra si cercheranno improbabili intrecci nell’albero genealogico per riuscire a collegare Rossì a Rossi. Si mormora già delle origini marchigiane del buon Louis e di come gli antenati suoi e di Valentino si sfidassero con improbabili mezzi a due ruote nelle strade delle colline intorno a Pesaro. Mettiamo il cuore in pace, il vincitore della Moto3 non spiccica una parola di italiano e le corse c’è l’ha nel sangue perché è nato a Le Mans, non al Mugello.

IL SORPASSO – Non capita spesso vedere Rossi superare Stoner, quindi cediamo al nazionalismo e prestiamo il fianco a ogni accusa di campanilismo che è questa volta assolutamente giustificata. Vale su Casey all’ultimo giro alla prima variante.

L’ERRORE – Marquez e Vinales non condividono solo sponsor e nazionalità sul passaporto. Sotto la pioggia di Le Mans partono cauti, come chi deve fare chi lotta per il titolo, e provano a mantenere la calma. Forse un po’ troppo, perché si addormentano per risvegliarsi nelle vie di fuga. Espargaro e Cortese ringraziano e brindano a Champagne.

LA CONFERMA – La Desmosedici deve avere qualche componente in comune con un aliscafo e quando le montano le rain solca sicura tutti i 7 mari. La vera conferma è però che il Dottore non è ancora pronto per la pensione. Rischia, lotta, sbaglia, rimonta, diverte e di diverte. Ogni tanto un ripasso ci vuole.

LA CURIOSITA’ – Vinales e Kent nel warm up di domenica fanno lo stesso identico tempo al millesimo di secondo: 1’59”143. Un più alla precisione.

IO L’AVEVO DETTO –Quale ritiro? Al massimo penserò a un contratto di solo una anno”. Questa la versione 1.0 di Casey a Estoril. Poi c’è stato l’upgrade e tutto è andato in crash.

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