Stoner: sono felice anche senza GP

Casey: "Ho parlato con squadra e famiglia, non con Ezpeleta"

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Sono passate solo 24 ore da quando Casey Stoner ha confessato che avrebbe lasciato il motomondiale a fine 2012. Inatteso nelle tempistiche più che nelle ragioni, l'annuncio è arrivato come un fulmine a ciel sereno che, simile all'abbaglio di un flash, ha temporaneamente accecato gli appassionati delle due ruote e distolto la loro attenzione dalla pista.

"Questa mattina, quando sono uscito dai box per la prima volta, ho provato una sensazione strana – ha confessato Casey – Mi sono reso conto che sarebbe stato il mio ultimo anno su queste piste, in sella a queste moto. Ma non ci ho messo molto a mettermi tutto alle spalle, e presto ho cominciato a guidare come sempre. Per me non sarà difficile non pensare al ritiro fino al giorno in cui il mio lavoro sarà finito".

Una volta annunciato il ritiro, che reazioni hai notato nel paddock?

"Positive e negative. Ho apprezzato molto i commenti di alcune persone. Quelli che mi criticano dicendo che non so a che cosa rinunci si sbagliano. Lo so bene, e ci ho pensato molto prima di prendere una decisione definitiva.

Il luogo comune però vuole che i piloti siano drogati di adrenalina. Come farai a farla scorrere una volta lasciata la MotoGP?

"Passando le giornate in pista (ride). Qualsiasi mezzo a due ruote è capace di farmi sentire l'adrenalina. Che sia una moto da strada o da cross non importa, basta spingerla al limite. Non smetterò di farlo una volta tornato a casa. Voglio essere in grado di divertirmi su qualsiasi moto, invece credo che se restassi in questo ambiente più a lungo perderei la passione e non ci riuscirei".

Costruirai una pista come quella di Valentino Rossi?

"Non lo so. Non c'è bisogno di una pista favolosa, enorme, per divertirsi. Credo che lascerò stare le moto per un po', così quando tornerò in sella mi divertirò ancora di più".

Ti piacerebbe conservare la Honda MotoGP?

"Sicuramente sarebbe qualcosa di speciale. Queste moto sono opere d'arte…"

Come sei messo in vista delle qualifiche di domani?

"Con la dura anteriore abbiamo del chattering. Ma va bene così. Dovevamo trovarlo il prima possibile per migliorare la situazione, che è ciò che faremo domani".

Perché annunciare il tuo ritiro proprio ora, in maniera pubblica?

"Per rispetto nei confronti di Honda e della squadra. Se avessi aspettato la fine della stagione, li avrei messi in una brutta situazione. Una volta deciso, non sarei riuscito a tenerlo segreto. Già da prima che decidessi avevano cominciato a girare delle voci".

Hai parlato con Ezpeleta o altri della Dorna dopo l'annuncio?

"Assolutamente no (ride)".

Altri sportivi sono tornati sui loro passi. Come Schumacher, che quasi sicuramente sarà qui a partire da domani. Gli chiederai cosa ha provato a suo tempo?

"Non credo. Ognuno ha le sue ragioni per smettere. Non cambierò la mia decisione. Non c'entrano i risultati. Semplicemente sento di non avere più molta passione da dare a questo sport. Potrei continuare ed essere competitivo ancora per anni, ma quando non hai le stesse sensazioni quando vinci, o semplicemente in sella, è meglio smettere. Forse, quelli che ci ripensano non gradiscono l'intimità quanto faccia io. Ma io non ho bisogno di questa atmosfera per essere felice".

Quando hai capito di avere preso una decisione definitiva?

"Tra domenica sera e lunedì mattina. Ero già sicuro, e dopo averci dormito sopra ho avuto l'ultima conferma. L'ho subito detto ad Adriana e mio padre. Ne avevamo discusso per anni. Poi ne ho parlato con Nakamoto e la squadra. In famiglia supportano la mia decisione e mi capiscono completamente. Ieri è stato difficile realizzare che avevo lasciato. Ma quando sono tornato al motorhome, mia figlia Alessandra era lì. Si era appena svegliata ed era di ottimo umore, e ho capito che avevo preso la decisione giusta".

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