Estoril era l’ultimo circuito che mancava alla sua collezione, fino a una settimana fa c’era anche Jerez nella personale lista nera, e oggi l’ha aggiunto. Casey Stoner ha dominato l’intero fine settimana portoghese facendo il bello e il cattivo tempo in pista a dispetto del meteo. “E’ bello sapere di avere vinto su tutti i circuiti del campionato, anche perché adesso corriamo 18 gare” ammette sorridente. La ciliegina sulla torta è stato il primo posto in campionato, un primato che però non interessa troppo al campionato, “l’importante è essere lì terminato l’ultimo GP – sottolinea - a me piace correre gara per gara, senza pensare troppo alla classifica. Anche a Le Mans sarà così”. Fino a ora la tecnica ha funzionato, oggi è stato davanti dal primo all’ultimo giro, “sono riuscito a creare un piccolo gap e a mantenerlo fino alla fine”, anche se la moto non l’ha assecondato come avrebbe voluto.
Il problema è sempre lo stesso, il chattering. “All’anteriore quando raggiungo il massimo angolo di piega e poi al posteriore quando apro il gas, la ruota dietro incomincia a saltellare – specifica il canguro – Sono vibrazioni a bassa frequenza, le più difficili da eliminare. E’ difficile da spiegare e anche da risolvere. Questa mattina le cose andavano bene, ma in gara dopo due o tre giri la moto è peggiorata, è andata meglio invece a 10 giri dalla fine. Forse hanno influito anche le condizioni della pista, c’era molta gomma sull’asfalto dopo la gara della Moto2”. La situazione è stata peggiore rispetto a Doha e Jerez e le vibrazioni influiscono anche sull’indurimento dell’avambraccio.
Domani nei test ci sarà tempo per provare, “sperando che non piova, ormai è una costante e anche Le Mans è abbastanza vicina all’Inghilterra” scherza Casey. Le giornate di test non sono mai state le sue preferite, l’australiano è un animale da gara ed è solo per quello che corre, per l’adrenalina. “Guidare mi piace, ma con queste moto si rischia il culo a ogni curva – ammette – Quello che amo di più sono le gare, è lì che mi diverto, ma sono solo una piccola parte del mio lavoro”. Adesso abbiamo la sicurezza, quando c'è in pista Stoner almeno uno dei 21 piloti sorride sotto al casco.