Rossi: io e il team non capiamo la GP12

"Ci accomuna lo stesso problema, non riusciamo ad adattarci a questa moto"


Il sogno è durato lo spazio di una notte, fagocitato dalle curve di Jerez dove Rossi e la GP12 invece di volare hanno cominciato ad arrancare. La coppia ha zoppicato nel mattino, 6° tempo contenendo i danni, poi è crollata nel pomeriggio quando tutti i piloti della MotoGP, oltre alla CRT di De Puniet, le sono arrivati davanti. Il distacco sfiora i 3 secondi e mezzo, un’eternità in un pista corta come questa, e a dare il colpo di grazia è la prestazione del compagno di squadra Hayden, in prima fila con il terzo tempo, più rapido di 2”4. Il motivo di questa caduta dall’Olimpo del secondo tempo di ieri al 13° di oggi è lampante e Valentino non lo nasconde: “non riesco a capire questa moto, a guidarla. In passato, quando ho cambiato marca,ho modificato il mio stile di guida, ma mai di molto, questa volta non è bastato”. E il problema è comune anche alla sua squadra, quella capitanata da Jeremy Burgess, che lo segue dai tempi della Honda in 500: “hanno un metodo di lavoro che fatica ad adattarsi alla Ducati – ammette il Dottore – Tutti i trucchi che hanno imparato negli ultimi 30 anni per migliorare messa a punto e regolazioni quando le cose vanno male, non funzionano. Oggi non hanno fatto errori particolari nel turno, abbiamo lavorato normalmente”. E forse è quello che preoccupa di più.

Hayden però è più avanti, non è possibile ‘copiare’ da lui?

E’ stato bravissimo ma il suo stile di guida è diverso dal mio.  Nicky è volece con la GP12 in inserimento, infatti tutto il distacco che abbiamo da lui ce lo do in entrata di curva. Purtroppo le regolazioni che usa lui non funzionano con me. Le ho già provate, ma la moto spinge troppo sul davanti e distruggo la gomma anteriore” .

Fare un’altro tentativo?

Era in programma per ieri, ma con la pioggia non siamo riusciti a farla. Questa è una cosa che dobbiamo valutare: se sia meglio risolvere i problemi che abbiamo col mio set up o con quello di Nicky”.

E’ difficile capire questi distacchi, com’è la tua condizione mentale?

Non può essere buona, come capita in ogni sport quando non ti senti a posto e in questo momento sono molto lontano dalla mia migliore condizione”.

C’è chi dice che non rischi più.

Non è possibile in questo momento, bisognerebbe essere dei pazzi, prima devi sentire la moto a posto, poterti fidare di lei, avere tutto sotto controllo”.

Invece adesso cosa succede?

Non riesco a guidare, in entrata devo chiudere il gas e rallentare molto, ci metto troppo tempo a raggiungere il massimo angolo di piega. Così in percorrenza sono molto lento e quando arriva il momento di accelerare ho già perso tantissimo tempo”.

Nelle condizioni di oggi pomeriggio com’era il comportamento della moto?

Ancora peggiore, con l’asfalto umido non riuscivo a controllarla”.

Nel bagnato di questa mattina?

“Un po’ meglio ma comunque non ho sensazioni fantastiche”.

Il distacco di oggi spaventa.

E’ stato un turno con condizioni non molto particolare, quel tempo lascia il tempo che trova. Come posizione sono peggiorato rispetto alla gara del Qatar, ma le sensazioni sono molto simili. Penso che il nostro distacco reale si vicino al secondo. L'unica speranza è che domani piova”.

Un'altra volta.

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