Tu sei qui

Luce rossa: la MotoGP copia e sbaglia

Dubbi sull'utilità per le moto che non sollevano la nuvola d'acqua delle auto

Moto - News: Luce rossa: la MotoGP copia e sbaglia

Share


A Jerez piove e per la prima volta le moto accendono le luci. Intendiamo quelle posteriori, che da questa stagioni equipaggiano i codoni di MotoGP, Moto2 e Moto3. Ingegneri e progettisti si sono sbizzarriti per piazzare la nuova lucetta, sotto il codone, affogata nel guscio aerodinamico e così via, senza poi parlare delle forme più svariate. L’intento di questa novità è chiara: aumentare la visibilità dei piloti quando la pioggia si abbatte sui circuiti e quindi migliorare la sicurezza nei turni di prova e in gara. Una soluzione mutuata dalle quattro ruote, soprattutto dalla Formula 1 dove le auto sollevano dall’asfalto una vera e propria nuvola d’acqua che le nascondono quasi per intero.

Ecco perché alle Formula 1 la luce posteriore serveSarà così anche per le due ruote? Sembra proprio di no, almeno da quanto visto ieri e oggi. E’ improponibile confrontare le dimensioni dei pneumatici di moto e auto e di conseguenza le quantità di acqua che drenano, oltre al fatto che l’equilibrio precario che si ha su due ruote porta un rallentamento molto maggiore quando l'asfalto è bagnato. Sull’effetto coreografico delle luci rosse nessuno discute, ma che abbiano anche una funzione attiva per quanto riguarda la sicurezza è tutta da dimostrare e nel paddock più di qualcuno ha sollevato dubbi in propositi. Ispirarsi a chi fa meglio non è un reato, l’importante però è riuscire a capire cosa vale la pena copiare e cosa no, in questo caso sembra che il compito del compagno di banco fosse quello sbagliato.

__

Articoli che potrebbero interessarti