Mamola: a ogni moto la sua gomma

La proposta di Randy: "vorrei che Bridgestone progettasse coperture diverse per ogni marca"


Non c’è pace per la Bridgestone, il regime di monogomma entrato in vigore nel 2009 fa era stato salutato con pareri contrastati e già nella scorsa stagione aveva cominciato a mostrare tutti i suoi limiti. Il costruttore giapponese, dopo avere vinto la lotta contro Michelin sembra dormire sugli allori e le sue gomme piacciono poco ai piloti. Se nel 2011 il gommista era stato messo sotto accusa per pneumatici dalle ottime prestazioni ma troppo pericolosi, quest’anno è soprattutto da casa Honda che si levano le critiche più aspre. Le nuove gomme non si adattano bene alla RC213V causando chattering e le ire di Stoner, il fatto di avere poi introdotto all’ultimo minuto una nuova copertura, nei test di Jerez, ha dato ancora più fastidio ai tecnici giapponesi.

Le Bridgestone sono gomme particolarissime, lo affermano sia i piloti, come Crutchlow “ci ho messo un anno a capire come sfruttarle”, che i tecnici, come Filippo Preziosi “è un prodotto completamente diverso da ogni altro e la moto deve essere progettata in loro funzione”. Molti dei problemi avuti la Desmosedici lo scorso anno erano dovuti alle gomme, soprattutto l’anteriore che non entrava in temperatura. Per risolverli si è dovuto quindi ricorrere a riprogettare una nuova moto che interagisse al meglio con le particolari “scarpe” nipponiche. Anche se con effetti più limitati, la stessa cosa è successa alla Honda negli ultimi mesi: il progetto della nuova RCV era basato sulle precedenti gomme, un piccolo cambiamento a queste ultime e l’equilibrio raggiunto è caduto.

Randy Mamola propone la sua soluzione, da ex pilota e profondo conoscitore di questo mondo: “io credo che bisognerebbe costruire differenti gomme che si adattino alle varie moto e agli stili di guida di ogni pilota, a quello più aggressivo come a quello più morbido”. Non è il solo a pensarla così, anche ai piano alti della Honda ci stanno pensando e tutti ne sarebbero contenti. Soprattutto nella situazione economica attuale, dove le parole “riduzione dei costi” è sulla bocca di tutti, sarebbe di certo più conveniente produrre e progettare qualche specifica di pneumatici in più rispetto alla ciclistica di una moto.

Un altro aspetto è quello di avere più scelta nel weekend di gara, come ha lamentato Stoner: “non capisco perché non abbiano seguito le indicazioni che abbiamo fornito lo scorso anno, per la gara c’è un’unica scelta per la gomma: quella dura. La morbida si distrugge dopo pochi giri e anche l’altra mescola non è certo un riferimento per durata”. In Bridgestone dovranno incominciare a rimboccarsi le maniche, il contratto scade nel 2014, ma difficilmente piloti e Case aspetteranno tanto.

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