Lascorz: danni gravi al midollo

Lo sfortunato pilota tornerà oggi in Spagna. Rischia la tetraplegia


Oggi Joan Lascorz tornerà a casa. Lo sfortunato pilota della Kawasaki Superbike rimasto gravemente ferito lunedi durante i test ufficiali a Imola volerà da Bologna a Barcellona, la sua città di residenza, con un aereo sanitario messo a disposizione dalla Federazione Motociclistica Spagnola. Verrà ricoverato all'ospedale Vall d'Hebron.

Ad accompagnarlo ci saranno alcuni ragazzi della sua squadra, il team Provec, cui la Kawasaki da questa stagione ha affidato il supporto logistico dell'operazione Superbike. In particolare Guim e Biel Roda, ex organizzatori di gare che dal 2005 avevano avevano cambiato prospettiva per seguire l'intera carriera di Joan. Prima nelle gare nazionali, poi nel Mondiale Supersport fino all'approdo in Superbike all'inizio della passata stagione. Più che un pilota, per loro Lascorz è un fratello.

Purtroppo le condizioni di Joan, ancor che stabilizzate, restano gravi. Il danno alle vertebre C6 e C7 è stato molto serio e anche se l'intervento di stabilizzazione compiuto all'ospedale di Bologna è perfettamente riuscito, i danni al midollo spinale sono permanenti.

“Il rischio che Lascorz resti parapeglico è la prima evidenza dell'incidente che ho comunicato ai proprietari del team” spiega Massimo Corbascio, responsabile della Clinica Mobile Superbike. “C'è anche il rischio che la lesione possa aver pregiudicato anche l'uso degli arti superiori ma in questo momento è giusto attendere gli sviluppi della situazione post operatoria.”

Quindi, salvo miracoli, Joan ha perso l'uso delle gambe. Si spera che possa almeno recuperare quello delle braccia per poter condurre una vita normale, anche se in sedia a rotelle.

Intanto la Kawasaki ZX-10R ufficiale è stata sequestrata dalla Procura della Repubblica di Bologna che, com'è pressi in incidenti così gravi, ha aperto un fascicolo sulla vicenda. La Polizia Stradale si è presentata nei box lunedi intorno alle 16:30, cioè tre ore e mezzo dopo lo schianto, quando i tecnici del team avevano già cominciato a smontare la moto incidentata. Che quindi è stata portata via in pezzi, su un carro attrezzi.

La Kawasaki di Joan LascorzMentre le autorità stilavano il verbale si è potuto vedere che il telaio aveva la trave di sinistra spaccata di netto a tre-quattro centimetri dall'attacco con il cannotto di sterzo, evidente conseguenza dell'urto contro la barriera avvenuto mentre Lascorz era in quinta marcia, a 220 km/h. I sensori di bordo hanno rilevato una decelerazione del veicolo pari a -2,5G.

L'incidente ha avuto una dinamica molto strana: Lascorz ha perso il controllo in rettilineo, finendo nella fascia d'erba sul lato sinistro della pista e poi contro la barriera. Era appena ripartito dai box ma a sei minuti dalla fine del turno e dopo tre curve si era già lanciato al limite.

Enzo Ferrari aveva definito Imola il “Nurburgring” italiano, alludendo ovviamente non al Ring di adesso ma alla terribile Nordschleife dove le moto non corrono più dal 1980. Negli ultimi anni il Santerno è stato profondamente modificato e le curve teatro dei gravi incidenti del passato – il Tamburello, la Villeneuve e la Rivazza – non esistono più (le prime due) o sono state ridisegnate (la terza.) Non è ancora un modello di sicurezza ma nel caso specifico di Lascorz le infrastrutture del circuito non c'entrano assolutamente nulla: un incidente simile poteva capitare dovunque.

Nel prossimo week end Imola ospiterà la seconda prova del CIV con 170 piloti in pista. Che, a partire dalle prove libere di giovedi, non vedono ora di scendere in pista.

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