Jerez: Yamaha 1ª tra i team satelliti

La M1 più versatile, ma Bautista e Bradl in crescita


Appurata la superiorità delle Honda e Yamaha ufficiali – soprattutto quelle di Stoner e Lorenzo – la classifica privata dei piloti dei team satelliti in MotoGP nei test di Jerez ha incoronato la Yamaha come migliore moto del lotto. L'inglese Cal Crutchlow ha dato segnali incoraggianti dopo un anno di apprendistato nella classe regina, facendo registrare il 5º tempo. Andrea Dovizioso, debilitato da una gastrite, ha risalito la china durante l'ultimo giorno, issandosi in 7ª posizione.

"Ho usato 3 treni di gomme oggi, facendo progressi sia con le morbide che con le dure – ha detto il britannico – Abbiamo anche provato qualche modifica all'elettronica, trovando una buona competitività. Dobbiamo ancora lavorare sulla lunga distanza, e valuteremo i nostri progressi in Qatar".

"Putroppo non sono riuscito a sfruttare veramente i nove giorni di prove a disposizione – l'analisi di Dovizioso, al debutto su Yamaha dopo 10 anni in Honda – All'inizio avevo ancora problemi con la clavicola infortunata, poi c'è stata la pioggia a Sepang, e in questi giorni non stavo bene fisicamente. Non siamo ancora al 100%, ma il potenziale è molto alto, come dimostrato anche dalla simulazione di gara di Lorenzo".

'Dovi' ha comunque fatto registrare progressi costanti in sella alla M1, e rimane ottimista in previsione di un campionato dove l'obiettivo dichiarato è conquistarsi una sella ufficiale con la casa di Iwata.

"Qui a Jerez la moto era un po' troppo aggressiva in accelerazione, e non siamo riusciti a sfruttarla in pieno. Abbiamo migliorato nell'arco dei tre giorni, anche se non a sufficienza per stare con i piloti ufficiali. Ma sono molto fiducioso per il Qatar".

Leggermente più arretrate le Honda di Alvaro Bautista e Stefan Bradl. Il tedesco, esordiente nel motomondiale, ha comunque concluso in 10ª posizione. Lo spagnolo ex-Suzuki si era issato ai margini della Top 5, ma ha perso lentamente posizioni a causa di due cadute nel pomeriggio.

"Avevamo cominciato abbastanza bene questa mattina, provando qualche soluzione di elettronica e le due nuove Bridgestone anteriori per cercare di capire quella con la quale ho maggior confidenza – ha detto lo spagnolo – Poi durante la simulazione gara nel pomeriggio sono scivolato due volte perdendo improvvisamente l’anteriore. Dopo le due cadute ho perso un po’ di fiducia sul davanti, e non sono più arrivato a spingere al massimo come avrei voluto".

Chiudono la pattuglia dei privati le Ducati di Barbera e Abraham, rispettivamente 11º e 12º, pericolosamente vicini alle migliori CRT.

"Abbiamo fatto tante prove con l'elettronica – ha detto lo spagnolo – Abbiamo accorciato e allungato la moto, provando praticamente di tutto. Oggi abbiamo finalmente trovato un set-up che ci permette di guidare meglio soprattutto con le gomme, che in Malesia distruggevamo. Il mio miglior giro alla fine non c'è stato per via del traffico in pista, ma sono contento di quello che portiamo a casa".

Tra due settimane, in Qatar, il primo vero banco di prove per questi 6 prototipi figli di un Dio minore.

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