Jerez: Rossi contro tutti (i ducatisti)

Preziosi: "A Jerez Valentino sarà libero di cercare la prestazione"

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Il conto alla rovescia per i test di Jerez – le ultime prove della MotoGP prima del fatidico 8 aprile – è iniziato, e più o meno tutti si domandano: ce la farà Valentino Rossi a tornare competitivo?

Non si tratta di un interrogativo peregrino. Fino a questo momento, fino a prova contraria,  la Ducati ha fatto quanto in suo potere per esaudire i desideri del nove volte iridato, rivoluzionando la sua Desmosedici. Dopo tante prove a fine novembre è arrivato un telaio perimetrale in alluminio, già evoluto per i test invernali di Sepang. E non ci si fermerà qui perché altre novità sono in arrivo subito dopo l’inizio del campionato.

Della vecchia moto, si può dire, che ormai sia rimasto solo il motore, il suo cuore pulsante. Un propulsore originale, nel disegno e nella realizzazione – un “L” di 90° con distribuzione Desmodromica – che all’inizio della sua carriera è stato il quattro cilindri da battere, per potenza e velocità e poi, pian piano, ha perso la sua supremazia, ammorbidendosi. Evidentemente,  però, non più di tanto se la prima cosa che Casey Stoner ha detto della Honda, provandola a Valencia nel novembre del 2011, è stato che il motore era incredibilmente dolce!

Una dichiarazione completamente opposta a quella di Dani Pedrosa, che invece per l’intera stagione si era lamentato dell’aggressività dell’erogazione della RC211V, spiegabile con un’unica ipotesi: il motore Ducati era sicuramente più “cattivo”.

Tutto questo per dire che Filippo Preziosi, molto probabilmente, dopo aver messo mano al telaio sta oggi lavorando sul motore. Del resto è nota la preferenza di Valentino Rossi verso propulsori “morbidi”, e non a caso nel 2004  a Sepang, di fronte all’offerta della Yamaha, fu proprio uno di questi ad essere scelto. Non la versione più potente allora a disposizione.

Il risultato, lo ricordiamo tutti, fu la vittoria di Welkom, gara d’esordio del motomondiale durante la quale fu battuta la Honda di Max Biaggi, ma più che altro furono ridicolizzate le altre Yamaha in pista.

Norick Abe finì 9° a oltre 36”, Carlos Checa 10° a 39” e Marco Melandri addirittura 11° a 43”.

Fu, quella, una vittoria del pilota. Una corsa di carattere. E questo è quanto i ducatisti si aspettano il 23 marzo da Valentino Rossi a Jerez. Dagli ultimi test della MotoGP in poi il popolo Rosso vuole vedere sempre Valentino davanti a tutte le altre Ducati. Ci riuscirà?

Deve farcela, anche perché Filippo Preziosi ha promesso che per allora Vale non dovrà fare più prove di assetto, ma unicamente concentrarsi sulla migliore prestazione possibile.

“A Sepang non è stato possibile, anche perché ci è mancato il tempo, causa condizioni atmosferiche – ha specificato il progettista della Desmosedici – ma a Jerez Rossi sarà libero di cercare la prestazione”.

Dovrà trovarla ed i suoi riferimenti non saranno né Stoner né Lorenzo, ma Nicky Hayden, Hector Barberà, Karel Abraham. Nessuno si aspetta ormai più quel “secondo” che esagerati adulatori dicevano avesse nel polso. Nessun pilota ha, od ha mai avuto, un secondo. Cinque decimi, però, sono un ragionevole distacco che se applicato al miglior tempo ottenuto proprio da Barberà a Sepang (2.01”231, 6° tempo) avrebbe portato Valentino a girare attorno  al 2.00”8, cioè a ridosso di Jorge Lorenzo e davanti a Cal Crutchlow, come miglior pilota Ducati.

In quella occasione invece Rossi si fermò a 2.01”550, 10° tempo, distante dal 2.00”473 di Stoner.

Questo è l’obiettivo. Irrinunciabile. Perché se è vero che in gara comunque Valentino Rossi fa la differenza, abbiamo bisogno di vedere qual è il vero limite della GP12 in prova.

E voi cosa ne pensate? Scrivete la vostra opinione su facebook.

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