Bautista: il podio è alla mia portata

Alvaro punta in alto: "la squadra ha un grande potenziale, dobbiamo sfruttarlo"

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Alvaro Bautista appare tranquillo e motivato alla presentazione del team San Carlo Gresini, le due sessioni di test in Malesia gli hanno dato la sicurezza che la nuova Honda RC213V è la moto giusta per puntare in alto, dopo due stagioni in MotoGP in cui sulla Suzuki non è riuscire a raccogliere quanto sperava, anche se nella scorsa stagione ha potuto a volte accarezzare l’emozione di lottare con i migliori. “Le posizioni di Stonere Pedrosa a Sepang, primo e secondo, hanno dimostrato che questa è una delle moto più forti, se non la migliore, adesso sta a noi riuscire a sfruttarne tutto il potenziale” dice sicuro lo spagnolo.

Qual è stata la prima impressione salito sulla Honda?

Mi è sembrata subito più facile della Suzuki, ha un’erogazione della potenza più morbida, devi lavorare meno col corpo in uscita di curva, addirittura mi sembrava avesse meno cavalli dell’800”.

Tutto merito dell’elettronica?

Ha molti più parametri su cui intervenire rispetto alla Suzuki, ma anche il motore ha la sua parte in questa ‘facilità”.

Come si traduce nella guida?

Riesco a essere più costante, mi permette di avere un passo gara migliore, senza correre troppi rischi. Dà più sicurezza”.

L’anno scorso invece?

Guidavo sempre al limite, riuscivo a fare dei giri veloci, ma era difficile ripeterli per tutto l’arco della gara”.

E’ stato questo il motivo delle tante cadute?

Sì, in un certo senso è quello che è successo anche a Valentino Rossi. Quando vedevo gli altri vicini cercavo di andare ancora più forte e finivo a terra”.

Alvaro BautistaA Sepang hai avuto a disposizione la stessa moto del team ufficiale?

Per quando riguarda motore ed elettronica sì, ma non avevo l’ultima evoluzione del telaio. Per la prima gara, comunque, Honda ci ha assicurato che tutte le quattro moto saranno uguali, per le evoluzioni nel corso della stagione invece conterà anche la posizione in classifica”.

Tu non hai sofferto il chattering.

No, non so se sia dovuto al mio stile di guida o alle diverse sospensioni che usiamo (Showa al posto di Ohlins ndr), speriamo di non averlo neanche in seguito”.

Su cosa lavorerai a Jerez?

Ci concentreremo sulla gestione elettronica, bisogna trovare il giusto equilibrio tra aiuti e prestazione, quel limite che ti permette di andare forte sentendoti sicuro”.

Cambia tanto il modo di guidare dalla 800 alla 1000?

I 4 kg in più si sentono, soprattutto in curva, dove la moto spinge di più verso l’esterno, e in frenata, complice il fatto delle maggiori velocità che si raggiungono. C’è più inerzia, bisogna rivedere i propri riferimenti, ma poi si riescono a fare le stesse traiettorie di prima”.

Che idea ti sei fatto delle CRT?

Sono lente (ride) Ma il vero problema non sono le moto, ma i piloti che le guidano. So che Edwards e De Puniet hanno molta esperienza e sanno come comportarsi quando avranno a che fare con moto più veloci, ma gli altri? Anche il fatto di trovarsi per la prima volta in MotoGP potrebbe spingerli a qualche errore, soprattutto in qualifica potrebbe verificarsi qualche situazione a rischio, spero che non succeda niente”.

Come ti trovi con la tua nuova squadra?

Il mio nuovo capotecnico, Antonio Jimenez, lo conoscevo già e ho un buon rapporto con tutta la squadra, sono tutti molto concentrati e questo mi dà fiducia. Fausto Gresini poi mi ha accolto come lavorassimo insieme da sempre”.

Quali sono gli obiettivi per questa stagione?

L’importante sarà dare il 100% e riuscire a stare sempre nel gruppo dei primi, vicino a loro, poi vorrei salire sul podio, in MotoGP non ci sono ancora riuscito, ma quest’anno ho l’opportunità per farlo”.

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