Il rischio di Checa a Phillip Island

Carlos cade dove Pedrosa si ruppe i piedi in 125, Haslam è nei box, Laverty in dubbio

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Non si scherza coi curvoni di Phillip Island. Anche Carlos Checa, il vincitore delle ultime tre gare disputate su questo tracciato, ha pagato dazio in una sessione di prove condizionata dal caldo con 53°C d'asfalto. Dicono che domani saranno di più.

Il campione del Mondo ha perso il controllo della 1198R nell'ultimo tratto della Lukey Height, la spettacolare sinistra nella parte alta del tracciato, finendo fuori traiettoria nella frenata che immette nel tornantino MG. Checa è scartato nel prato, sulla parte sinistra, finendo la corsa pericolosamente vicino al muretto dove nel 2003 Dani Pedrosa si distrusse i piedi quando correva con la Honda 125. Solo che Dani, quella volta, aveva già vinto il Mondiale nella gara precedente in Malesia, mentre l'ennesima sfida di Carlito deve ancora cominciare.

La caduta di Carlos Checa“Ho perso il posteriore, forse a causa della gomma consumata, e non sono riuscito a stare in pista. Però tutto sommato sono stato fortunato a non finire contro il piccolo muro che mi sono trovato davanti! Sono tornato nel box, abbiamo sistemato il manubrio leggermente danneggiato, ho cambiato la gomma, cogliendo l’opportunità per provare la gomma più stretta. Abbiamo visto che la gomma larga offre dei vantaggi in termini di durata; oggi abbiamo voluto lavorare sulle gomme per capire qualche potrebbe essere quella più indicata per le gare. Sono soddisfatto del lavoro svolto fino ad ora. Phillip Island e’ una pista dove mi trovo bene con la Ducati e penso che possiamo approfittare di questo fattore”, ha raccontato Checa.

Con l'abolizione del muletto contrattempi come questi rischiano di farti perdere un turno interno e condizionare il GP. L'iridato ha riacceso la Ducati quasi indenne con il motorino di avviamento tornando ai box in un paio di minuti.

La caduta di Eugene LavertySempre alla Lukey Height, ma nella parte iniziale, è volato anche Eugene Laverty sceso stoicamente in pista con il terzo metacarpo della mano destra fratturato nove giorni prima nei test. Ha picchiato la testa ed è arrivato in clinica mobile in stato confusionale. Non ha ulteriori fratture e i medici lo hanno dichiarato “fit”, cioè abile e arruolato per domattina. Ma in Aprilia cominciano ad avere qualche dubbio: Laverty è arrivato in Australia molto carico, era convinto di potersela giocare con Biaggi, e quindi con tutti. Invece l'incidente della scorsa settimana, causato dal disallineamento delle pastiglie, quindi non da un suo errore, sta complicando il debutto con la RSV4.

“Nella prima sessione volevo solo verificare le condizioni della mano, nella seconda il feeling era buono dai primi giri - ha spiegato Eugene - Stavo girando con una gomma usata, ho perso il posteriore e sono scivolando sbattendo la testa ed un piede. Ora sto abbastanza bene, non sembrano esserci problemi per domani ma rimane il rammarico per il tempo importante perso a causa della caduta. Domani l’obiettivo è stare nei primi sedici per poter entrare nella Superpole e cercare un buon risultato nelle due gare”.

 

Leon Haslam ai boxSolleva parecchi dubbi anche Leon Haslam che sta cercando disperamente di salvare la sua gara. Oggi, appena venti ore dopo aver subito un intervento chirurgico in anestesia totale per l'inserimento di due viti nella caviglia destra fratturata martedi, il britannico ha compiuto tre giri sulla BMW. “Volevo solo fare il minimo necessario per qualificarmi, caso mai piovesse” ha detto Cuor di Leon. In realtà sono stati i medici a consigliargli di girare il minimo necessario, non tanto per la frattura, quanto perchè agli operandi viene somministata l'eparina, un fortissimo anticoagulante. Quindi, in caso di successivo incidente con ferite, c'è il rischio di restare dissanguati. C'è da chiedersi che senso abbia, considerando che – bene che vada – con 25 piloti in pista Haslam avrà poche possibilità di portare a casa qualche punticino.

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