Le cenerentole del motomondiale, le CRT, sembrano avere ritrovato la loro scarpetta e se il trono della massima categoria continuerà a rimanere comunque solo un miraggio, i test di Valencia hanno portato al rialzo le loro azioni. L’obiettivo per chi salirà sui “semi-prototipi” nella stagione ormai alle porte non potrà essere la vittoria, ma quello di non sfigurare di fronte alle 1000 ufficiali. Quello che si era visto fino ai test di Sepang non aveva fatto che aumentare i dubbi degli addetti ai lavori, con Colin Edwards che inseguiva Casey Stoner a più di 5 secondi. Jerez invece ha restituito il sorriso a Randy De Puniet, che può guardare alla scommessa fatta con il team Aspar con maggiore fiducia.
IL PROFETA NAKAMOTO - Il primo a credere che il distacco fra MotoGP e CRT sarebbe drasticamente diminuito era stato un’insospettabile Shuei Nakamoto, vice presidente di HRC e assolutamente non un fautore della nuova categoria, che aveva dichiarato: “a Suzuka il nostro collaudatore Akiyoshi ha girato con la CBR Superbike un secondo più lento di quanto fatto con la RC212V, il gap che abbiamo visto è dovuto anche ai piloti che fino a oggi hanno guidato queste moto”. Il suo commento è stato profetico, tanto che in Spagna il francese sulla ART è riuscito ad avvicinarsi a meno di 6 decimi al record della pista, realizzato con le 800. Non era mai successo prima, le CRT avevano sempre veleggiato ben lontane dai record, e ancora di più dai tempi realizzati dalle MotoGP.
IL GAP SI ASSOTTIGLIA - Per cantare vittoria è comunque presto, a Jerez ci si è dovuto fidare dai tempi forniti dalle squadre e non c’è stato un confronto diretto coi prototipi ufficiali, se si esclude la presenza per un solo giorno di Abraham e Barbera, più interessati a sperimentare nuovi set up sulla loro Ducati che a piazzare il giro buono. E’ comunque innegabile che il passo avanti da quei 6 secondi abbondanti che Kallio sulla Suter-BMW aveva preso da uno Stoner con l’800 al Mugello è stato enorme. Anche considerando il fatto che in tutte le prove con le 1000 il migliore è sempre stato più veloce del record della pista, il gap di De Puniet dovrebbe essere inferiore ai 2 secondi dai primi della classe. Un distacco che dovrebbe scendere con le prossime prove, visto che la CRT Aprilia è in continua evoluzione e che i piloti hanno appena provato su questa moto freni in carbonio e pneumatici Bridgestone nella loro ultima evoluzione.
Se i test svolti fino a oggi hanno dato qualche indicazione è che l’esperienza dei piloti è fondamentale per riuscire a non sfigurare nella neonata categoria. Per questo motivo bisogna particolarmente tenere in considerazione i tempi realizzati da Edwards e De Puniet, gli unici due ad avere un curriculum nella classe regina all’altezza di chi guida i prototipi. Pasini, Petrucci, Espargaro non possono contare sulla stessa esperienza e quindi le loro prestazioni sono giocoforza sfalsate: basta guardare ai tempi di ieri, con Randy a staccare di 8 decimi il compagno di squadra, di un secondo il romagnolo e di 1”3 il ternano. Per avere un confronto con la MotoGP, a Sepang il debuttante Bradl ha accusato un ritardo di 2”2 da Stoner, un ulteriore conferma di come il pilota sia ancore fondamentale per mostrare tutto il potenziale di una moto.
APRILIA BATTE BMW - Un’ultima considerazione va poi fatta sulle moto: ART e Suter sono senza dubbio i mezzi più curati e performanti, mentre il progetto di BQR con telaio FTR e motore Kawasaki, fra rotture e propulsori stradali, ha solo avuto effetti tragicomici. Soprattutto Aprilia, forte della sua esperienza nelle corse sia in MotoGP che in SBK, ha stupito tutti riuscendo a fornire in pochi mesi quella che sembra la migliore CRT. Suter invece sembra essere ancora molto in ritardo nonostante i tanti test effettuati lo scorso anno, Edwards ha bocciato senza giri di parole il modello 2011, mentre sembra più soddisfatto di quello 2012. Ma il vero tallone di Achille della Suter è la gestione elettronica, campo invece in cui l’Aprilia sembra avere una marcia in più. La Casa di Noale può inoltre contare per gli sviluppi futuri sulle indicazioni dei quattro piloti che usano le sue moto, mentre Suter, che nell’estate scorsa sembrava essere quella con più potenziali clienti, potrà affidarsi al solo texano.
Ad Aprilia, anche se solo per il propulsore, si è affidato anche Giampiero Sacchi per la sua Ioda con telaio a traliccio, che nella sua prima uscita con il debuttante Petrucci non si è comportata male. Manca invece ancora all’appello la FTR-Honda di Fausto Gresini, che dovrebbero scendere in pista nelle prossime settimane, a solo un mese dall’inizio del campionato.
Per il primo confronto diretto bisognerà attendere fino alla fine di marzo, quando MotoGP e CRT si troveranno insieme a Jerez per gli ultimi test invernali.