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Ducati 1199: il mito diventa realtà

LA PROVA La 1199 Panigale è veramente una moto in grado di entrare nella storia delle Superbike

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Il mito diventa realtà. La 1199 Panigale è veramente una moto destinata ad entrare nella storia delle Superbike. Niente più supposizioni, nessuna cartella stampa o dichiarazione ufficiale. Qua stiamo parlando di sensazioni di guida, di aver assaporato tutto il potenziale che la nuova arma di casa Ducati è in grado di offrire.

Abu Dhabi, Yas Marina Circuit, ore 10.35. Al cospetto di Troy Bayliss, ci viene assegnata la 1199 numero 9. Il programma è semplice: tre giri di warm-up dietro al tre volte campione del mondo Superbike, per poter conoscere al meglio il circuito e rientro in pit-lane. Già, perché Yas Marina è, come lo stesso Bayliss l’ha definita, “tricky”, infida.

A disposizione, ecco una Panigale S, oltre che una versione Performance da alternarsi. Si parte quindi con la moto impostata sulla mappatura Sport. Il cruscotto è quanto di più tecnologicamente avanzato si può trovare su una moto di serie. Battezzato TFT – Thin Film Transistor – dalla stessa Ducati, è in grado di fornire quante più informazioni possibili con estrema chiarezza. In base alla tipologia di mappatura scelta inoltre, cambiano anche le priorità. Con la “Sport”, l’informazione principale riguarda la velocità, con la “Race”, il lap-time. Il tempo di girare la chiave, mettere in moto e sentire l’inconfondibile rumore Ducati che si parte, attraverso l’uscita-tunnel della pit-lane di Yas Marina.

La Ducati 1199 Panigale SENSAZIONI INIZIALI - Primo giro per scaldare bene la Pirelli posteriore da 200/55 creata appositamente per questo modello, e si percepisce fin da subito verso cosa stiamo andando incontro. Primo: la moto è “comoda”, pur mantenendo un’impostazione racing. Merito della quota sella-manubrio, accorciata di 30mm, e del manubrio stesso, rialzato di 10mm e allargato di 32. Seconda sensazione: la 1199 Panigale è agilissima, reattiva, leggera. Quasi si fatica a credere di stare sopra una bicilindrica da 195 cv. Tutto il lavoro di riduzione del peso si dimostra come un grandissimo passo in avanti rispetto alla concorrenza.

Si comincia con i Run veri e propri. La mappatura questa volta è su Race (erogazione illimitata dei 195 cavalli, ABS solo all’anteriore, assetto delle sospensioni apposito per la pista, livello di intervento per il DSC limitato). La moto è comunicativa a 360 gradi. Questo è il punto nodale della 1199 Panigale. L’anteriore è saldo, preciso, ed in grado di riportare quanto comunicato dalla ruota sull’asfalto. Tali sensazioni portano a spingere ogni giro di più, con sempre più convinzione, spingendo sempre più sulle pedane e aprendo sempre prima la manopola dell’acceleratore. Non c’è voglia di esagerare, si tratta di una naturale conseguenza di quanto offre questa moto. Sensazioni ottenute anche grazie alla ripartizione dei pesi della 1199: 52% all’anteriore, 48% al posteriore, con un forcellone monobraccio fissato direttamente al motore più lungo di 39mm, che porta un interasse di 1437mm complessivi.

Se l’anteriore è letteralmente ancorato in terra, al posteriore, i tecnici di casa Ducati avevano lasciato volontariamente una regolazione elettronica del mono, che offriva una moto più libera in fase di frenata. Risultato? Ad ogni staccata decisa, il posteriore si muoveva proprio come una vera moto da corsa. Una scelta rivelatasi azzeccata – opinione personale che divergeva, ad esempio, con i colleghi inglesi – che permetteva maggior libertà nell’inserimento della 1199.

YAS MARINA BANCO DI PROVA - La scelta del circuito Yas Marina poi si rivela non casuale. La prima parte del tracciato offre un curvone sinistra-destra da affrontare in quarta piena intorno ai 150-160 km/h. La moto, oltre a rivelarsi molto agile nel cambio di direzione repentino, è stabile e tiene la traiettoria perfettamente, senza alcuna esitazione. Subito dopo, una chicane veloce sinistra-destra in leggera discesa risulta essere il primo banco di prova. La Panigale esalta, non delude assolutamente, con una precisione ed una velocità di discesa da pensare di guidare un 600cc. La moto poi, riesce a prendere la corda con una facilità disarmante. Son queste le sensazioni che ti portano ad osare sempre di più. Dopo un tornante da seconda marcia, si può scatenare tutta la cavalleria del Superquadro con un rettilineo lunghissimo, in cui riusciamo a toccare i 280 km/h, grazie anche al cambio elettronico, preciso ed utilissimo. Il motore non è più il classico “pompone” che caratterizzava le Ducati. Qua si ha un propulsore in grado di offrire tantissima potenza, ma a regimi più elevati. Nessuno strappo deciso, ma molta gradualità con range ben distinti. Da 0 a 6000 giri/min, il Superquadro si mostra più vuoto rispetto alla 1198. Una volta giunti però a 7000 giri, ecco arrivare un vero e proprio uragano di potenza che si arresta solo oltre gli 11.000 giri/min.

Dopo il rettilineo lungo 1173 metri, si arriva ad una staccata violentissima, e ci troviamo al cospetto di un’altra chicane. E questo banco prova risulta ancora una volta superato: sinistra-destra con estrema facilità, tanto da rimaner concentrati sulla guida, senza alcuno sforzo.  Dopo un’ulteriore rettilineo da oltre 200 km/h, si arriva alla zona mista: una serie di curve da raccordare tra di loro. Il piacere di guida in questo tratto arriva a livelli impensabili. La moto scorre fluida, lasciando solo a noi il compito di attaccare. Si, avete letto bene: attaccare. Perché questo mezzo te lo permette Insieme ai giornalisti, un tester d'eccezionesenza remore o dubbi. La Panigale è una moto che fa divertire tanto, e che permette una guida quanto più veloce possibile senza chissà quale sforzo fisico.

IL LIMITE E’ IL PILOTA - Sulla parola “possibilità” dobbiamo però soffermarci per una considerazione d’obbligo. Qua non si tratta di possibilità offerte dal mezzo, quanto piuttosto dal pilota. La 1199 Panigale è una moto talmente esagerata da risultare difficile da portare al limite. Ducati ha spostato l’asticella talmente in alto che credere solo di riuscire a sfruttare il 100% di questa moto è pura utopia in un solo giorno di test, a meno che non ci chiamassimo Troy Bayliss, ma in quel caso saremmo stati in grado di uscire in derapata a ruote fumanti dalla curva dell’Hotel, in terza piena, per circa 100-150 metri.

Ultima menzione per l’impianto frenante, meritevole di un grande plauso. Grandissima la potenza delle pinze monoblocco Brembo, ma anche grande modulabilità. Inoltre, il sistema di ABS Bosch 9 Enhanced, ha assolto il suo dovere sempre in maniera nascosta, senza dar mai la sensazione di intervenire. Questo nella versione Sport, poiché il sistema tende a mantenere stabile la moto in frenata, distribuendo la forza frenante anche sul freno posteriore. In versione Race, dove l’ABS si trova solo all’anteriore, non abbiamo mai sentito l’inserimento del dispositivo, che lascia liberi quindi di poter guidare al meglio.

CONCLUSIONI - Vi avevamo lasciato con un dubbio durante il lancio di questo test: la Ducati 1199 Panigale sarebbe stata solo un mythos teorico? Dopo averla provata, possiamo dichiararlo senza alcun dubbio: il mito è diventato realtà.



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